vertice brics a pechino

PUTIN E XI JINPING CREANO LA LORO ALLEANZA ANTI-OCCIDENTE – AL VERTICE DI PECHINO, I “BRICS” (BRASILE, RUSSIA, INDIA, CINA E SUDAFRICA) SIGLANO UN ACCORDO CHE VA DALLA COOPERAZIONE TECNOLOGICA ALLA “DE-DOLLARIZZAZIONE” ATTRAVERSO IL SOSTEGNO DELLA “NEW DEVELOPMENT BANK”, CHE È IL BRACCIO FINANZIARIO DELLA PIATTAFORMA E HA IL SUO QUARTIER GENERALE A SHANGHAI - DAL 2022 AL 2026 LA BANCA HA ANNUNCIATO ULTERIORI 30 MILIARDI DI DOLLARI DI SOSTEGNO FINANZIARIO AI PAESI MEMBRI…

Lorenzo Lamperti per “la Stampa”

 

VERTICE BRICS A PECHINO

Dopo aver costruito la cornice, Cina e Russia provano a dipingere il quadro. Il summit dei Brics si conclude tra retorica, messaggi simbolici ma anche forme di sostegno concreto ai membri, Mosca compresa. Il corpus è la cosiddetta "Dichiarazione di Pechino", un documento congiunto da circa 7300 parole che coprono un'ampia gamma di argomenti: dalla pandemia alle catene di approvvigionamento, dall'Ucraina alla Corea del Nord. I Brics, sotto la guida retorica del maestro di cerimonie Xi Jinping, si presentano come i protettori della globalizzazione e motori di uno «sviluppo responsabile».

 

VERTICE BRICS A PECHINO

Senza entrare tra le pieghe militari e politiche della guerra, il documento sottolinea il sostegno ai negoziati e al ruolo del G20, che dovrebbe «rimanere intatto» Ergo, Putin deve essere invitato al summit di Bali, nonostante le pressioni contrarie di Washington. Solo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite viene riconosciuto il potere di imporre sanzioni. Promettendo un aumento delle esportazioni di grano, Putin attacca esplicitamente l'Occidente come responsabile di una nuova crisi economica. Lo stesso fa Xi, anche se in modo più implicito: «Le piccole cerchie non faranno altro che isolare loro stesse, limitare gli altri e farsi del male», ha detto il presidente cinese secondo cui «il protezionismo è auto inflitto».

 

Xi Jinping e Vladimir Putin

Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha assegnato ai Brics il ruolo di «fattore di stabilità globale». Musica per le orecchie di Xi, che erge Pechino a garante della globalizzazione. Ma, almeno per quanto riguarda la sfera economica, non c'è solo retorica. Il viceministro del Commercio cinese, Wang Shouwen, ha proposto un accordo di libero scambio tra i Brics.

 

Nonostante la pandemia, il volume totale degli scambi tra i paesi del gruppo ha raggiunto quasi 8,55 trilioni di dollari nel 2021, con un aumento del 33,4% rispetto al 2020. La Cina è il centro di gravità di questo ecosistema. Il commercio bilaterale di Pechino con gli altri membri ha raggiunto 490,42 miliardi di dollari, con una crescita del 39,2% rispetto all'anno precedente e superiore alla crescita complessiva del commercio estero cinese nello stesso periodo.

 

putin xi jinping

E sempre la Cina è la sede delle istituzioni legate ai Brics, a partire dalla New Development Bank. Fondato nel 2015, l'istituto (che ha come presidente il brasiliano Marcos Troyjo) è il braccio finanziario della piattaforma e ha il suo quartier generale a Shanghai.

 

Dai progetti di energia rinnovabile in Brasile ai programmi di ammodernamento della rete ferroviaria in India e al rifacimento delle autostrade in Russia, fino a maggio 2021 la banca aveva approvato più di 80 progetti, per investimenti totali di circa 30 miliardi di dollari.

 

Dal 2022 al 2026 la banca ha annunciato ulteriori 30 miliardi di dollari di sostegno finanziario ai paesi membri. Il 40% dei capitali sarà ufficialmente destinato a mitigare il riscaldamento globale. I fondi saranno a disposizione anche della Russia: una boccata d'ossigeno post sanzioni, alle quali la New Development Bank si è opposta. Sempre in Cina, nella città meridionale di Xiamen, è entrato invece in funzione nel dicembre del 2020 il New Industrial Revolution Innovation Center che si propone di facilitare progetti congiunti nel settore tecnologico e digitale.

 

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

Sul piano politico, per ora, l'unità resta soprattutto retorica. La linea anti-occidentale e anti-americana esplicitata nei vari interventi di Xi e Putin è sfumata nei documenti congiunti dall'India, che allo stesso modo prova a evitare che il Quad espliciti troppo il suo ruolo di anti Cina.

 

Mosca spinge sull'acceleratore per la creazione di piattaforme alternative e sulla dedollarizzazione, Pechino si erge capofila dei paesi emergenti promettendo un miliardo di dollari in più al fondo di cooperazione per lo sviluppo globale. In previsione del G7 e del summit Nato al quale prenderanno parte anche i leader di Giappone e Corea del Sud, Mosca e Pechino lustrano la loro partnership e provano ad accreditarsi come centro di una galassia in espansione. Non a caso la Cina vorrebbe allargare la piattaforma. Il presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez, ha annunciato il desiderio di adesione. L'acronimo Brics potrebbe presto dover essere aggiornato. -

PUTIN - MODI - XI JINPING

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?