conte giorgetti salvini

QUI VIENE GIU’ TUTTO! LA LEGA DA’ L’AVVISO DI SFRATTO A CONTE - IL SOTTOSEGRETARIO GIORGETTI AVVERTE: “IL PREMIER NON È PIÙ GARANTE” – LA REPLICA DI CONTE: “ME LO DEVE DIRE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI” – SCONTRO SUL DECRETO SICUREZZA BIS, IL CAPO DELL’ESECUTIVO: “CRITICITA’ SEGNALATE DAL COLLE” – SALVINI: “VOGLIO SAPERE QUALI”- I 5STELLE BLINDANO CONTE: SE SALTA LUI, ALLORA SALTA TUTTA LA LEGISLATURA

Marco Conti per “il Messaggero”

GIORGETTI E SALVINI

 

Una maggioranza che contiene due linee non poteva non prodursi, prima o poi, in un Consiglio dei ministri in due atti.

Uno pomeridiano, senza premier e pochi ministri. L' altro serale con Conte, Di Maio e Salvini, ma senza Giancarlo Giorgetti che ha preferito restare a Milano. D' altra parte, sostengono i collaboratori del sottosegretario leghista, Conte sapeva dell' assenza di Giorgetti al Consiglio dei ministri.

 

E quindi la sfida del premier («se sono di parte me lo dica stasera in Cdm»), avviene in assenza dell' avversario che attacca il premier parlando in Piemonte - dove si vota anche per la Regione - e in Veneto - dove si annida il più alto tasso di scontento per l' alleanza con il M5S. Un attacco ribadito da Giorgetti mentre a Roma il suo leader getta acqua sul fuoco in attesa del Consiglio dei ministri serale.

 

CONTE E DI MAIO

I VICE Una sfida che più che al cambio del premier punta diritta al cuore della maggioranza e, probabilmente, della legislatura. Proporre infatti al M5S un cambio del premier significa infatti far saltare il governo, andare subito alle elezioni con la Lega costretta a tornare nel centrodestra a trazione berlusconiana, e il M5S che deve reinventare un' alleanza - magari con il Pd - ma cambiando manico. Meglio, si ragiona nel Carroccio, fare il pieno domenica, andare ben sopra il trenta per cento e poi piegare il Movimento su alcuni temi molto cari al Nord, Tav in testa.

 

salvini giorgetti

Prima però Salvini vuol far piegare la testa al premier che fa da scudo al leader grillino. E così Conte sempre più frequentemente diventa la messa a terra di una maggioranza che scarica sul presidente del Consiglio le difficoltà a trovare una sintesi politica che il contratto di governo non prevede. La presa di distanza di Giorgetti però pesa perché giocata dentro il recinto di palazzo Chigi, segnala un rapporto molto compromesso tra presidente del Consiglio e il suo sottosegretario e dà voce a quella parte del Carroccio che vorrebbe spingere Salvini a rovesciare il tavolo.

 

giuseppe conte all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 5

Un clima pesante dovuto ad una campagna elettorale giocata ognuno contro l' altro, come ha confermato il consiglio dei ministri di ieri sera. Più che rispondere alle esigenze del Paese vengono usate come clavi i due presunti decreti (sicurezza-bis e famiglia) di cui si è discusso a palazzo Chigi ieri sera restando ognuno della sua e strattonando il Quirinale.

 

Il fatto che manchino ancora pochi giorni alla fine della campagna elettorale, giocata dai due vice come un incontro di wrestling, non rassicura il presidente del Consiglio che ieri Consiglio dei ministri, trasformatosi poi in vertice di maggioranza, ha rivendicato il suo ruolo di mediazione. Un tentativo per non essere coinvolto nella campagna elettorale, subito fallito anche se era stato Conte a premere per rimettere i suoi vice intorno ad un tavolo dopo settimane di scontri.

 

giancarlo giorgetti matteo salvini

Salvini ha tentato subito di mettere il premier in un angolo chiedendogli conto delle perplessità degli uffici legislativi del Quirinale sul sicurezza-bis scatenando un nuovo braccio di ferro stavolta non con Di Maio ma direttamente con l' inquilino di palazzo Chigi che però ha retto obbligando la Lega a dover ammettere la necessità di un rinvio nella speranza di avere un nuovo Consiglio in settimana che però sarà molto difficile ottenere.

 

Nel lottizzato ordine del giorno del Consiglio - con quattro punti a testa - l' articolato decreto sicurezza-bis figurava in testa, ma per Conte il testo «non sta in piedi» sotto il profilo costituzionale e del rispetto di alcuni trattati internazionali. Per la Lega la vicenda non è però chiusa e i prossimi giorni di campagna elettorale si annunciano roventi con palazzo Chigi che sarà chiamato dalla Lega a convocare un nuovo consiglio dei ministri.

 

Il M5S ieri sera all' offensiva leghista ha risposto issando una serie di disposizioni urgenti in materia di famiglia, raccolte in un solo articolo che non sembrano però aver ancora avuto l' avallo della Ragioneria generale dello Stato. Alla fine però la riunione notturna si è confermata come un sequela di provvedimenti da esame preliminare, aggiornamenti dell' iter e salvo intese. Poco o nulla di concreto. Il manifesto per il dopo che il pur volenteroso Conte aveva stilato in mattinata con l' ordine del giorno del Consiglio, è rimasto alla fine intrappolato nella consueta serie di veti».

salvini giorgettisalvini giorgettimatteo salvini giancarlo giorgettimatteo salvini giancarlo giorgetti

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...