collage villa boschi

GIOCO DI VILLANO - LA VILLA DI PAPA' BOSCHI A RISCHIO-PIGNORAMENTO: IL LIQUIDATORE DI ETRURIA HA CHIESTO AGLI EX VERTICI DI PAGARE 300 MILIONI DI EURO “A CAUSA DELLE CONDOTTE ILLECITE ACCERTATE DA BANKITALIA” - NEL MIRINO I PATRIMONI DEI BANCHIERI

Marco Lillo per ''il Fatto Quotidiano''

 

VILLA BOSCHI LATERINAVILLA BOSCHI LATERINA

La villa della famiglia Boschi, quella presa di mira dai risparmiatori beffati dalla Banca Popolare dell' Etruria con le loro manifestazioni, è a rischio. Come anticipato dal Fatto il 23 marzo scorso, il commissario liquidatore della Bpel Giuseppe Santoni, ha chiesto a Pier Luigi Boschi di pagare 300 milioni di euro, in solido con altri 36 ex manager.

 

La lettera, spedita il 17 marzo, chiede agli amministratori e sindaci delle gestioni del periodo 2010-2015 di pagare entro 30 giorni in solido tra loro (cioè ciascuno risponde fino alla somma intera di 300 milioni) "a causa delle condotte illecite e di mala gestio accertate dalla Banca d' Italia e confermate all' esito delle verifiche".

 

VILLA BOSCHI LATERINAVILLA BOSCHI LATERINA

Oltre a Boschi nella lista dei 37 ci sono gli ex presidenti Lorenzo Rosi e Giuseppe Fornasari, l' ex direttore generale Luca Bronchi e l' ex vicepresidente Alfredo Berni. Ovviamente nessuno di loro metterà mano al portafoglio entro i trenta giorni. Così dal 20 aprile circa Santoni potrebbe incaricare uno studio legale di agire per "il ristoro dei danni arrecati alla Etruria, nonché ai creditori sociali".

 

Anche Pier Luigi Boschi potrebbe essere chiamato in causa e rischia di perdere la sua metà della casa rosa di Laterina, dove Maria Elena Boschi torna spesso nei weekend e nelle feste. Il commissario liquidatore nella sua lettera minaccia di presentare al Tribunale anche le azioni revocatorie, cioè quelle utili a recuperare gli immobili trasferiti prima del dissesto proprio per sfuggire alle sue azioni di responsabilità.

il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi  7il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 7

 

Non è questo il caso di papà Boschi. La villa di 350 metri quadri coperti più 50 scoperti per 13,5 vani e i magazzini per altri 120 metri quadrati catastali sono intestati ancora per il 50 per cento a Pier Luigi Boschi e per il resto alla moglie Stefania Agresti, che ovviamente sarebbe estranea alle presunte colpe del marito.

 

In questi casi, se il giudice gli dà ragione, il creditore può rivalersi sulla quota della casa appartenente al debitore che non paga. In ipotesi metà della casa dei Boschi potrebbe quindi finire all' asta pubblica.

 

boschirispondi  2boschirispondi 2

Ovviamente sono ipotesi di scuola perché nessuno ha ancora accertato la responsabilità di Boschi e compagni, però nella stessa strada di Laterina c' è un altro fabbricato più facile da aggredire per il commissario: una casa di 140 metri quadrati catastali interamente posseduta da Pier Luigi Boschi. Come anche i terreni lì vicino, estesi per 55 are. Più difficile invece che il commissario punti alla quota del 33 per cento dei suoli di 36 are che Pier Luigi Boschi condivide con le due sorelle.

 

boschirispondi  4boschirispondi 4

Il padre del ministro comunque è sereno e non teme, o almeno non temeva due anni fa, un simile scenario. Lo dimostra l' atto stipulato nel marzo del 2014 con il quale ha acquistato (a metà sempre con la moglie Stefania Agresti) dalla sorella Albertina un appartamentino, un magazzino e un pezzetto di terreno adiacente alla villa di famiglia a Laterina. Anche questi locali ora potrebbero entrare nel mirino del commissario.

Pier Luigi Boschi è titolare anche di quote in sei società agricole.

 

La Progetto Toscana Srl è intestataria di alcuni terreni a Gaiole in Chianti. Il padre del ministro Boschi ne è socio al 25 per cento mentre un altro 50 per cento, mediante la società Ilcinque Srl, è del calciatore Alessandro Gamberini, 34 anni, bolognese, ex capitano della Fiorentina poi azzurro e ora titolare del Chievo. Il terzo socio è la Antonio Rossi Iniziative Immobiliari, con sede a Bucine.

maria elena boschi  maria elena boschi

 

Boschi detiene anche metà della Le Logge Srl in liquidazione (l' altro 50 per cento è del suo amico storico, Antonio Artini) e l' 85 per cento della Società Agricola Montecucco Srl in liquidazione, con sede a Castelnuovo Berardenga. La società Ciuffenna Srl, della quale Boschi detiene solo l' 8,33 per cento, possiede tre locali a Loro Ciuffenna. Mentre L' Orcio Srl, della quale Boschi detiene il 16,7 per cento, risulta titolare di immobili iscritti a bilancio per poco meno di un milione e mezzo di euro, tra questi spicca un casale di 12 vani catastali circondato da un terreno di 16 are a Castiglion Fibocchi.

 

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  11fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 11

Gli altri ex amministratori a rischio azioni giudiziarie presentano situazioni patrimoniali simili. Lorenzo Rosi detiene due fabbricati per 13 vani catastali a Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo, più boschi, uliveti, vigneti e pascoli - in parte cointestati - per circa 200 are. Più la metà di un fabbricato di sei vani catastali a San Giovanni Valdarno e una piccola quota (un ventesimo in comproprietà anche con famosi imprenditori romani) di un terreno all' Argentario.

 

VERDINI BOSCHIVERDINI BOSCHI

L' ex direttore generale Luca Bronchi, che ha incassato una liquidazione di 1,2 milioni di euro dalla banca, finita nel mirino dei pm, ha una casa cointestata al 50 per cento a Poppi e metà di un villino a Bibbiena, sempre in provincia di Arezzo. Infine Giuseppe Fornasari possiede la metà di una bella casa a Procchio, all' isola d' Elba, e metà di un terreno a Poppi, in provincia di Arezzo, oltre a quote minori in altri terreni all' Elba. Infine ci sono due appartamenti ad Arezzo ma cointestati solo per un quarto all' ex presidente.

 

BOSCHI MATRIMONIO PORTAVOCE 2BOSCHI MATRIMONIO PORTAVOCE 2

Boschi non è nuovo alle cause civili ad Arezzo. Nel 2012, insieme all' amico Antonio Artini, aveva chiesto e ottenuto dalla sezione distaccata del Tribunale di Arezzo di Montevarchi un decreto ingiuntivo per un credito di 128 mila euro vantato nei confronti di tre costruttori di Bucine. Il Tribunale aveva iscritto ipoteca sugli immobili dei tre costruttori, esattamente come ora il commissario Santoni potrebbe fare contro l' ex vicepresidente Boschi.

 

Nel 2013 poi l' ipoteca è stata cancellata. Probabilmente i debitori di Boschi avranno pagato. Pier Luigi Boschi e Artini avevano chiesto al Tribunale di notificare gli atti presso un' avvocatessa destinata a luminosa carriera. Nel 2012 aveva lo studio a Firenze in piazza Indipendenza e si chiama Maria Elena Boschi.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...