UFFICIO SINISTRATI - VIOLANTE E FASSINA CONTESTATI A TORINO, LE LARGHE INTESE BARCOLLANO A SINISTRA

Andrea Rossi per LaStampa.it

Violante vs militanti del Pd, atto secondo. Come non bastasse il lungo confronto di domenica nella sede torinese dei democratici ieri sera è andato in scena il secondo round, stavolta alla festa del Pd. Mugugni, urla, fischi indirizzati verso l'ex presidente della Camera, considerato il teorizzatore della necessità di concedere un salvacondotto giudiziario a Silvio Berlusconi.

Ieri pomeriggio Violante aveva spiegato le sue ragioni, in un confronto civile. Stasera invece è stato contestato piuttosto pesantemente in piazza d'Armi. Prima si sono alzati un paio di militanti, poi la protesta è degenerata fin quasi a prendere il sopravvento, costringendo i protagonisti del dibattito a lasciare campo alle domande del pubblico.

All'incontro partecipavano il viceministro Stefano Fassina, Violante, il deputato e presidente del Pd piemontese Andrea Giorgis e il docente del Politecnico Mario Calderini. Contro di loro i militanti si sono scagliati contestando la scelta delle larghe intese, il finanziamento pubblico ai partiti, le malefatte della casta e la questione relativa alla decadenza di Berlusconi.

«Berlusconi - ha detto un militante rivolto a Violante - non dobbiamo difenderlo noi». «Il Pd - ha aggiunto un altro - non deve subire i ricatti del Pdl». E un terzo: «Vorrei sapere cosa ne pensi di Berlusconi, ha già tanta gente che lo difende, non c'era bisogno che lo facessi tu».

Violante ha difeso la sua proposta, spiegando che non si trattava di concedere una via d'uscita al leader del Pdl, quanto di permettergli di difendersi in giunta al Senato quando si dovrà decidere della sua decadenza. «Tanto più si rispetteranno le regole e le procedure tanto più la sua decadenza, una volta votata, sarà inappuntabile. Altrimenti rischiamo di farlo passare per vittima».

Spiegazioni che non sono bastate al popolo del Pd, che ha continuato a rumoreggiare. Alla fine sia Violante che Fassina hanno proposto al segretario provinciale del Pd Altamura di organizzare un'assemblea per dare spazio a tutti i militanti. «In astratto è facilissimo essere intransigenti. Ed è facile dire "mai con Berlusconi"», ha detto il viceministro del Lavoro.

«Nessuno di noi è a proprio agio in questo governo con il Pdl. Non accetteremo i ricatti di Berlusconi, state tranquilli. Però se chi è in platea pensa che noi sul palco siamo tutti delinquenti, il dialogo è inutile». La proposta ha avuto se non altro il merito di riportare la calma e permettere di chiudere il dibattito.

 

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