luca palamara

VIP, TOGHE E POLITICI: CHI ERANO I CORTIGIANI DEL RAS DI UNICOST - ORA LO SCANSANO, MA PER AVERE FAVORI TAMPINAVANO PALAMARA. LO ZENIT DI QUESTO RE SOLE DELLA MAGISTRATURA SI RAGGIUNSE IL 13 FEBBRAIO 2018 QUANDO AL VIMINALE SI RIUNÌ IL GOTHA DELLE ISTITUZIONI PER COMMEMORARE SUO PADRE ROCCO, MORTO NEL 1988, ALLA VIGILIA DI UN BILATERALE CON GLI STATI UNITI. PALAMARA SENIOR È STATO INFATTI L'UOMO CHE HA GETTATO LE BASI PER LA COOPERAZIONE PENALE E FU IL PRINCIPALE CONSIGLIERE DI BETTINO CRAXI DURANTE LA CRISI DI SIGONELLA

 

luca palamara

Giacomo Amadori e Giuseppe China per ''la Verità''

 

Era un predestinato, un figlio d'arte. Le donne con la toga impazzivano al suo cospetto. Al punto da condividere con lui sogni per cui servirebbe un'analista: «Tu mi abbracciavi, ma poi scappavi via» ha digitato, per esempio, una nota pm antimafia. [] Ma nelle chat di Luca Palamara, oggi scansato da quasi tutti i colleghi, viene fuori ciò che questo magistrato è stato per Roma. Frequentava politici di primo piano come Nicola Zingaretti, Marco Minniti e Luca Lotti (sembrerebbe anche Matteo Renzi, detto M. nelle chat), cantanti, attori (da Antonello Venditti a Raoul Bova), allenatori di calcio (Luciano Spalletti e Claudio Ranieri).

luca palamara

 

Lo zenit di questo re Sole della magistratura si raggiunse il 13 febbraio 2018 quando al Viminale si riunì il gotha delle istituzioni per commemorare suo padre Rocco, morto prematuramente nel 1988, alla vigilia di un bilaterale con gli Stati Uniti. Palamara senior è stato infatti l'uomo che ha gettato le basi per la cooperazione penale e fu il principale consigliere di Bettino Craxi durante la crisi di Sigonella con il governo americano. []Al trentennale della scomparsa intervennero le principali toghe italiane, a partire da Giuseppe Pignatone, diversi componenti del Csm e, a fianco di Palamara, gli allora ministri Marco Minniti e il Guardasigilli Andrea Orlando. [] Ma Palamara non è solo politica. È molto di più. Come rivelano queste storie ancora inedite.

 

LUCA LOTTI

[] Noi ci limiteremo a un mero elenco di magistrati (ma a fare la fila non c'erano solo loro): l'avvocato generale in Cassazione Francesco Salzano, i procuratori di Bologna e Tivoli Giuseppe Amato e Francesco Menditto, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli (in quota Area, il cartello delle toghe progressiste), il capo della Direzione nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, la sua vice Maria Vittoria De Simone, l'ex ministro del governo Monti Filippo Patroni Griffi, i procuratori generali di Ancona e Caltanissetta Sergio Sottani e Lia Sava, l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati Francesco Minisci, i presidenti dei tribunali di Perugia, Palermo e Castrovillari Mariella Roberti, Salvatore Di Vitale e Natina Praticò (di Area), il magistrato distaccato al ministero degli Esteri Maria Teresa Covatta (ex moglie di Giuseppe Cascini), il gip dell'inchiesta Consip Gaspare Sturzo, i pm Stefano Pizza, Sergio Colaiocco, Francesco Soviero, Stefano Dambruoso, già parlamentare di Scelta civica, Alessia Sinatra e Antonio Saraco (ex componente della giunta dell'Anm).

 

luca palamara

Altri incontri erano organizzati, come si evince sempre dalle chat, dal giudice napoletano Francesco Cananzi, attuale segretario di Unicost, che fungeva da mediatore, portando i visitatori nella stanza di Palamara. Tra questi c'erano anche Soviero, Catello Maresca e l'attuale presidente del tribunale di Tempio Pausania Giuseppe Magliulo. Uno dei più assidui tampinatori dell'ex consigliere era l'attuale presidente di Unicost Mariano Sciacca, tanto che i Palamara boys immaginarono scherzosamente di mettere «una tassa di stazionamento» nei corridoi del Csm. Palamara tra il 2014 e il 2018 si è comportato come un guardaspalle giudiziario del governo Renzi e del Giglio magico. []

 

Aveva messo nel mirino il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, colpevole di aver fatto arrestare i genitori dell'ex premier e di volersi trasferire a Roma, dove era indagato l'ex braccio destro di Renzi, Luca Lotti; provò a far da mediatore nei rapporti tra il Giglio magico e la procura capitolina durante l'inchiesta Consip e a difendere il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, titolare dell'inchiesta su Banca Etruria, e Pier Luigi Boschi, il padre della ex ministra Maria Elena. Ma a questo puzzle manca un tassello.

 

Le ministre Federica Guidi e Maria Elena Boschi alla Camera

Il 31 marzo 2016 Federica Guidi, allora ministro dello Sviluppo economico del governo Renzi, si dimette dopo la pubblicazione di alcune trascrizioni di conversazioni non penalmente rilevanti tra la donna e il suo compagno Gianluca Gemelli, interessato a un emendamento del governo. Il ministro non finisce sul registro degli indagati, ma la Procura di Potenza inizia a convocare i ministri renziani, tra cui la Boschi. Nel pool dei pm titolari dell'inchiesta c'è Laura Triassi che, qualche mese dopo, presenterà una domanda per la poltrona da procuratore capo lasciata libera da Luigi Gay, nel frattempo andato in pensione.

 

Ma al Csm qualcuno deve non aver preso in considerazione qualche titolo della pm, che alla fine ha presentato un ricorso al Tar del Lazio. A marzo 2019, ben tre anni dopo, vince il ricorso. E i giudici amministrativi denunciano «omissioni che appaiono incomprensibili, per la rilevanza delle esperienze, e certamente integrano un importante difetto di istruttoria». Valerio Fracassi, ex capogruppo al Csm della corrente Area, il 6 marzo apprende la notizia e scrive a Palamara: «Annullamento a favore della Triassi! E sai cosa voglio dire. È necessario che Ermini (David, vicepresidente del Csm, ndr) parli con Mattarella (Sergio, il presidente della Repubblica, ndr)».

 

SERGIO MATTARELLA DAVID ERMINI

Palamara risponde: «Cose da pazzi. Assolutamente sì». Per pensare di smuovere il presidente della Repubblica sulla nomina della Triassi doveva esserci qualcosa che i Palamara boys valutarono come molto preoccupante. []Palamara doveva essere visto come lo storico armatore Achille Lauro, utile anche per risolvere i problemi economici. Il 17 novembre 2017 il pm catanese Andrea Norzi gli scrive: «Caro Luca, io e mia moglie (Anna Trinchillo) dobbiamo avere la terza valutazione di professionalità dal Csm. Siamo stati nominati nel 2004 e l'hanno già avuta quasi tutti i colleghi del nostro concorso. Siccome è quella con l'aumento e siamo in grave difficoltà economica, potresti controllare e farmi sapere quando dovremmo avere la valutazione dal Csm? Grazie mille».

 

Tre giorni dopo Palamara lo aggiorna: «Norzi: la commissione ha deliberato il positivo riconoscimento il 13 novembre 2017. Deve andare in plenum. Trinchillo pronta deve andare in commissione». Poi si riprende a parlare di calcetto e quando Palamara atterra a Catania, Norzi gli trova un «bravo portiere» e «un ottimo centrocampista». Ognuno fa i favori che può.

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