islam musulmani

LA "SOTTOMISSIONE" DI ALBIONE - IL VOTO ISLAMICO DECISIVO NELLE ELEZIONI INGLESI - UN DEPUTATO INGLESE SU 4 SARA' SCELTO DAI MUSULMANI - COI LIB-DEM IN LISTA ANCHE UN EX TERRORISTA - L’ISIS VIA TWITTER INVITA AD ATTACCARE I SEGGI...

londra musulmanilondra musulmani

Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”

 

È stato per il 2022 che Michel Houellebecq nel suo ultimo romanzo «Sottomissione» ha immaginato un presidente musulmano in Francia, ma già in questo 2015 le elezioni di oggi nel Regno Unito potrebbero essere decise dal voto musulmano. L’Isis, da una parte, ha lanciato via twitter un appello a attaccare i seggi che le autorità prendono con la massima serietà, viste le centinaia di giovani che per andare a combattere con i tagliateste di al-Baghdadi sono partiti da Oltremanica.

 

Dall’altra Ayaan Hirsi Ali, la femminista e scrittrice di origine somala il cui ultimo libro si intitola «Heretic» e spiega «perché l’islam ha bisogno di una riforma adesso», ha scritto un appello sul Times invitando a votare Cameron perché lo ritiene «l’unico in grado di affrontare la minaccia islamista». Ma i musulmani nel regno Unito sono in tutto 2,8 milioni: il 4,4% della popolazione, oltre il 5% in Inghilterra, fino al 30% in vari quartieri periferici di Londra, Birmingham e Bradford. Almeno un milione e mezzo dovrebbero recarsi alle urne, e uno studio realizzato dalla Henry Jackson Society stima in 159 su 650 le circoscrizioni dove il voto islamico sarà decisivo: una su quattro.

inghilterra islamizzazioneinghilterra islamizzazione

 

Anche un secolo fa il tradizionale bipartitismo britannico liberali-conservatori era venuto meno, per la comparsa dei laburisti e il montare del nazionalismo irlandese. E furono proprio i nazionalisti irlandesi a divenire arbitri del governo. Stavolta lo stesso ruolo potrebbero averlo gli elettori islamici. Tutti i partiti dunque li stanno corteggiando.

 

Dopo che il primo deputato musulmano era stato eletto nel 1979, da sei alle elezioni del 2006, tutti laburisti, i membri islamici della Camera dei Comuni erano passati nel 2010 a otto, con l’ingresso dei primi due conservatori, entrambi oriundi pakistani. Uno di questi è Sajid Javid, che nel governo Cameron è Segretario di Stato per la Cultura, i Media e lo Sport. L’altro è Rehman Chishti, figlio di un consigliere di Ali Bhutto esule dopo il golpe di Zia ul-Haq.

 

inghilterra islaminghilterra islam

Anche il precedente governo laburista aveva avuto un sottosegretario musulmano di origine pakistana: Shahid Malik, che aveva tolto il seggio alla pakistana musulmana conservatrice Sayeeda Hussain Warsi. Malik ha però perso il seggio nel 2010, mentre Sayeeda è stata nominata nel 2007 ai Lord, e come baronessa è stata con Cameron presidente del Partito Conservatore e ministro.

 

Un candidato laburista di cui si è parlato molto è Naz Shah: una 41enne presentatasi a Bradford West che ha fatto molta impressione parlando un matrimonio forzato impostole a 15 anni in Pakistan (ma il suo avversario conservatore l’ha accusata di averci ricamato sopra).

 

londra   manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione  9londra manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione 9

Ma ancora più clamorosa è la candidatura di Maajid Nawaz: un islamista pentito che dopo aver creato una fondazione per prevenire l’arruolamento dei giovani musulmani nel jihad adesso si è candidato con i liberal-democratici nel collegio londinese di Hampstead and Kilburn, il più incerto del Paese: nel 2010 l’attrice Glenda Jakson se lo aggiudicò per i laburisti con 43 voti di vantaggio sull’avversario conservatore e 841 sul liberal-democratico.

 

«Sono stato un attivista islamista e un radicale anti-democratico», si presenta Nawaz. Militante per 13 anni nel gruppo Hizb ut-Tahrir, andò a organizzare cellule islamiste in Regno Unito, Pakistan e Danimarca, fino a essere arrestato in Egitto nel 2002 e essere condannato a 5 anni. Fu l’incontro con Amnesty International a convincerlo sulle virtù della liberal-democrazia.

 

Adesso chiede un’alleanza tra Occidente e Iran in chiave anti-Isis, ma il suo principale avversario è un’altra musulmana: Tulip Siddiq, che dopo il ritiro di Glenda Jackson difende i colori laburisti, e che è nipote della primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina.

 

maajid nawazmaajid nawazlondra   manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione  8londra manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione 8londra   manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione  7londra manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione 7londra   manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione  1londra manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione 1PROTESTE DEI NAZIONALISTI INGLESI CONTRO I MUSULMANI DOPO L AGGUATO DI LONDRA PROTESTE DEI NAZIONALISTI INGLESI CONTRO I MUSULMANI DOPO L AGGUATO DI LONDRA MUSULMANI A LONDRA MUSULMANI A LONDRA londra   manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione  16londra manifestazione di musulmani contro la liberta' di espressione 16

Tra i 15 musulmani che potrebbero essere eletti ai Comuni vi è anche una nazionalista scozzese: Tasmina Ahmed-Sheikh. Non sarà invece presumibilmente eletto il 32enne ex-giornalista, ex-documentarista della Bcc e ex-capitano dell’esercito reduce dall’Afghanistan Waleed Salman Ghani, nome musulmano ma studi di teologia al Trinity College, che comunque passerà alla storia per aver rifondato nel 2014 lo storico Partito Whig: quello che a metà dell’800 si era poi trasformato nel Partito Liberale.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)