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CERCASI UN VICE DISPERATAMENTE - CRUZ SCEGLIE CARLY FIORINA PER LA SUA (IMPROBABILE) NOMINATION - LA CLINTON PENSA ALLA WARREN (CHE PIACE AI GIOVANI) MENTRE LA PALIN SGOMITA PER TRUMP - UN LAVORO CHE HA UNA SOLA FATICA: ESSERE VIVO E RAGGIUNGIBILE NEL CASO IL BOSS MUOIA

carly fiorina tra ben carson e ted cruzcarly fiorina tra ben carson e ted cruz

TED CRUZ ANTICIPA I TEMPI E SCEGLIE FIORINA COME VICE 
(Anna Lisa Rapanà) (ANSA) - All'indomani dell'ultimo Super Tuesday delle primarie americane da cui emerge come sempre più concreta la possibilità di una sfida ultima tra Donald Trump e Hillary Clinton, il repubblicano Ted Cruz non si dà per vinto e precorre i tempi mettendo già sul tavolo il suo ticket con Carly Fiorina come candidata vicepresidente. E' la 'carta della donna' che si gioca per contrastare Trump, adesso che la 'questione femminile' è diventata motivo di scontro tra il tycoon di New York e la frontrunner democratica, che già si considerano pronti per l'ultimo sprint verso la Casa Bianca.

carly fiorina donald trumpcarly fiorina donald trump

 

Fin dalla mattina si è parlato di un "annuncio importante" che Cruz avrebbe fatto dall'Indiana dove è in campagna elettorale in vista del voto a maggio. Con velocità sono poi circolate anche le indiscrezioni sui contenuti, confermati: "Se nominato candidato alla presidenza corro in ticket con Carly Fiorina come mio candidato vicepresidente", ha detto Cruz da Indianapolis.

carly fiorina dibattito repubblicanicarly fiorina dibattito repubblicani

 

"Un individuo di cui mi fido, un individuo di cui l'America si può fidare", aveva sottolineato durante il lungo preambolo, prima di menzionare il nome della ex Ceo di Hp ed ex candidata a sua volta per la nomination del Grand Old Party che dopo essersi ritirata dalla corsa aveva dato il suo endorsement al senatore della Florida. "Dobbiamo essere uniti - ha aggiunto Cruz con enfasi - e Carly è magistralmente capace di unire questo partito". 

 

carly fiorina carly fiorina

Quindi l'elenco di doti riconosciute alla prescelta per il ticket fino alla caratteristica ultima che consente di rimarcare la distanza da Trump già tacciato di sessismo (anche rispetto alla stessa Fiorina in un dibattito tv): "Lei ha infranto il soffitto di cristallo". Due gli obiettivi che ha posto Cruz, salito sul palco con un annuncio insolito in generale in questa fase della campagna, e in particolare adesso che Trump sembra davvero vincere tutto: intanto il tempismo è da manuale considerati gli scambi a distanza post-voto dopo che Trump ha accusato Hillary di "giocare la carta della donna". C'è poi il tentativo estremo ed evidente di riportare su di sé l'attenzione, che va scemando dietro al protagonismo (e ai voti) di Trump.

carly fiorina prende per il culo gli stivali di marco rubiocarly fiorina prende per il culo gli stivali di marco rubio

 

 

 

 

Vittorio Zucconi per “la Repubblica”

 

Il lavoro più facile e più frustrante del mondo, quella Vice Presidenza degli Stati Uniti che comporta la sola fatica di essere vivo e sempre raggiungibile nel caso il boss muoia, è da oggi il nuovo gioco che appassiona la politica americana e i media, rassegnati ormai alla vittoria di Hillary Clinton e di Donald Trump.

 

TRUMP PALINTRUMP PALIN

Uomo o donna che sia, il compagno di corsa che i due sopravvissuti all’ordalia delle Primarie annunceranno soltanto alle rispettive Convention, ai congressi dei partiti, nella prossima estate, in mezzo a vortici di voci, di dritte e di storte, sarà, come vuole la storia, un bagaglio a carico completamente inutile, tenuto lontano dai segreti di Stato come Harry Truman che non era stato informato della Bomba da Roosevelt o l’aiutino finale necessario per spingere il vincitore oltre il traguardo.

 

Nelle ore e nei mesi che precedono i Congressi e gli annunci, tenuti ben stretti al petto dai candidati che devono giocarsi l’effetto- nome per strappare un ultimo sussulto di interesse giornalistico dopo la noia, il ventaglio dei favoriti si aprirà e si chiuderà agitando candidati che le correnti, i capibastone, i consiglieri dei principi faranno filtrare per distogliere l’attenzione o per saldare, con un giorno di brividi, debiti con altri “pezzi da novanta” dei partiti. 

elizabeth warren hillary clintonelizabeth warren hillary clinton

 

La lista dei potenziali “Vice Hillary” sembra più breve e credibile, perché la signora è una vecchia — nel senso dell’esperienza — operatrice della politica e ha disegnato un profilo ben visibile delle proprie preferenze. Escluso Bernie Sanders, che pure a molti piacerebbe, in base alla legge dell’età che difficilmente affiderebbe a un anziano di 75 anni il compito fondamentale del “Veep”, del Vice, che è quello di essere più vivo e sano del Presidente, in testa nei desideri dell’ala più progressista dei Democratici c’è un altra femmina, la senatrice Elizabeth Warren del Massachusetts.

SARAH PALIN DONALD TRUMPSARAH PALIN DONALD TRUMP

 

Una donna che dietro lo sbiadito aspetto fisico da insegnante di scuola materna possiede un cuore e una forza da tigre e che molti avrebbero voluto come candidata Democratica al posto di Hillary. Elizabeth, che vanta una molto vaga discendenza indiana dalla nazione Cherokee, accenderebbe di entusiasmo i giovani elettori e soprattutto elettric di Sanders e si è guardata dall’offrire la propria investitura a lui o a Hillary, per tenersi aperta ogni strada.

 

sarah palin appoggia donald trumpsarah palin appoggia donald trump

Se Hillary che segretamente, ma non tanto, ha già cominciato il processo di eliminazione e di scelta, dovesse decidere per un ticket, una coppia “All Pink”, tutta al femminile, le candidate non mancherebbero. Dopo la Warren, sale la senatrice Amy Klobuchar, popolarissima nel suo Minnesota o l’ex governatrice dell’Arizona Janet Napolitano.

 

Ma un duetto solo femminile potrebbe galvanizzare quei repubblicani, e non solo maschi, non disposti a cedere sia la motocicletta che il sidecar a sole donne. Ed elettoralmente, a Hillary farebbe più comodo un ispanico come Julián Castro, texano di sangue messicano e oggi ministro nel governo Obama, giovane, loquace, carismatico, per attirare quel voto Latino che, insieme con il voto afro e femminile garantirebbe la vittoria.

 

donald trump christie hillary clintondonald trump christie hillary clinton

Nella scelta dei candidati VP, la storia offre indicazioni confuse e non univoche. Si può nominare un nemico mortale, come fece Jfk scegliendo Lyndon Johnson, per conquistare il voto di quel Texas dove poi andò a morire o una totale nullità come quel Dan Quayle voluto da George H Bush il Vecchio, giusto per avere qualcuno che non gli facesse ombra.

 

Per calmare i nervi dei timorosi per la scarsa esperienza del Boss, a volte la preferenza cade su “old hand”, su vecchie volpi della politica, come fece George Bush il Giovane, al quale fu imposto Dick Cheney nella funzione di sciagurata baby sitter o come fece Obama, portando a bordo Old Joe Biden, senatore di lunghissimo e rispettato corso.

 

E l’esperienza, la saggezza, forse la moderazione potrebbero essere le muse che ispirano Trump, il rumoroso e imprevedibile novizio che condurrà il campo repubblicano. All’opposto di Hillary, che deve eccitare il proprio elettorato scettico, Donald deve calmare i nervi del partito, della nazione e del mondo con un compagno di tandem rispettabile e sperimentato.

 

elizabeth warren hillary clinton elizabeth warren hillary clinton

Ma farlo, per pescare dal mazzo nomi dell’establishment, qualcuno come il governatore del New Jersey Chris Christie, il primo degli ex avversari a fare il salto della quaglia per lui, Ben Carson, il chirurgo afroamericano devotissimo che gli darebbe voti nella destra cristiana, o Carly Fiorina, signora dell’industria e terrier dei dibattiti che azzannerebbe i panta tailleur di Hillary senza rischiare accuse di sessismo, sarebbe un segnale di normalizzazione del trumpismo. E Fiorina gliel’ha soffiata Ted Cruz scegliendola come sua compagna di corsa.

JOE BIDENJOE BIDEN

 

I VP sono scelti per disperazione, come l’italo americana Geraldine Ferraro da Mondale battuto in partenza, o perché porti il voto degli Stati in bilico, come potrebbe fare John Kasich dell’Ohio per Trump, passando da avversario ad alleato, come Johnson per Kennedy o Gore, che segretamente lo detestava, per Clinton. Possono essere follie, “mattate”, come la scelta della Grande Cacciatrice Bianca dell’Alaska, Sarah Palin voluta da John McCain e da Trump ci si possono aspettare follie. Anche un ritorno di Sarah.

DAVID LETTERMAN E AL GORE DAVID LETTERMAN E AL GORE

 

Ma si dovrà attendere fino a luglio per conoscere l’identità di colui o colei che abiterà nella magnifica villa della Marina, tra gli alberi della Massachusetts Avenue a Washington, a poco più di un chilometro dalla Casa Bianca. La persona che ogni mattina al risveglio, come rideva l’umorista Will Rogers, deve chiedere per prima cosa: «Come sta il Presidente? ».

 

TRUMP PALIN WARREN CLINTONTRUMP PALIN WARREN CLINTON

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