
DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)
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Luca Zaia è un abile e navigato politico e ricorre a tutto il suo armamentario democristiano in salsa Lega per non dire che, sulle liste in Veneto, l’accordo tra Fratelli d’Italia e Lega è ben lontano dall’essere raggiunto.
Lo scontro in atto non è stato risolto nemmeno con l’incontro romano tra il “Doge” e Giorgia Meloni di quasi un mese fa. In quel faccia a faccia, i termini del governatore furono chiari, di fronte alle supercazzole della Thatcher della Garbatella: vuoi piazzare il tuo candidato, il mal-destro Luca De Carlo, al mio posto? Brava, allora ti becchi la lista Zaia...
Una posizione condivisa da Matteo Salvini, che spinge forte Alberto Stefani, giovane deputato e vicesegretario federale del Carroccio. È questo il dilemma che tormenta la cofana bionda della Ducetta: accettare di lasciare il Veneto alla Lega, o imporsi con il suo candidato, rischiando di vedere un fiume di voti travasarsi da Fdi alla lista Zaia?
matteo salvini Alberto Stefani - festa per l autnomia a montecchio maggiore
L'ira della Ducetta monta come un soufflé quando poi dà una sbirciatina al bottino ellettorale conquistato dal suo partito nel Nord: Cirio di Forza Italia è presidente della regione Piemonte e il leghista Attilio Fontana domina la Lombardia dal Pirellone (e comunque i meloniani non toccano palla nel regno dei fratelli La Russa). E si chiede, digrignando la dentiera: avrò diritto a prendermi il Veneto?
REGIONALI IN VENETO, LUCA ZAIA: «UNA LISTA CON IL MIO NOME PORTA VOTI. MELONI LO SA, VINCERE BENE CONTA»
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
«Beh, credo sia innegabile che per il centrodestra la “lista Zaia” possa avere anche dei vantaggi...».
Alberto Stefani matteo salvini luca zaia - festa per l autnomia a montecchio maggiore
Luca Zaia parte piano. Alle Regionali di novembre non può ricandidarsi, il terzo mandato è saltato per l’opposizione di Forza Italia. Ma sabato, Matteo Salvini ha fatto sapere che proporrà agli alleati la possibilità che in Veneto una lista Zaia ci sia. Anche senza la ricandidatura a governatore del presidente uscente.
In effetti, lei è tra i primatisti di longevità, ha un consenso cresciuto ad ogni elezione, nessun problema giudiziario.
«Non vorrei che qualcuno vedesse la lista come un atto di narcisismo o megalomania. In realtà, io ho sempre avuto una lista civica. Non una struttura, non un partito. E non ho mai voluto che la lista si presentasse ad altre elezioni, mai stata una prezzemolina in tutti i Comuni».
Il vantaggio consiste nel sottrarre spazio al non voto?
«Ma sì. Tra l’altro, le Regionali cadranno in un periodo irrituale, senza amministrative nello stesso giorno. Potremmo così recuperare elettorato che non va a votare o che non sarebbe nostro: ricordo che nel 2020 il centrosinistra ha dimezzato i suoi voti, grazie anche alla mia lista».
[…] Governatore, il centrodestra senza lista Zaia rischia di prendere meno voti?
«Potrebbe accadere. La decisione non spetta a me ma al tavolo del centrodestra a cui non partecipo. Ma mio dovere, da amministratore, è ricordare alcune cose. A partire dalla legge elettorale veneta: dal 40 al 60%, i consiglieri di maggioranza sono 30 su 50, sotto il 40% ancor meno. Oltre il 60%, scatta il proporzionale: per questo oggi, con il 78%, la mia maggioranza è di 43 consiglieri su 50».
Quindi, se il centrodestra non arrivasse al 60%, la maggioranza avrebbe meno consiglieri di oggi.
«Questo lo dice la legge. Ma io credo che il punto sia un altro: la legittimazione popolare è il booster di un’amministrazione.
Non è una bandierina, è una cosa seria. Il Veneto ha di fronte sfide importanti, un mandato corale lo metterebbe in condizione di vincerle. Del resto, il presidente Meloni lo sa».
Perché anche lei ha un mandato popolare forte?
«Certo. Lei è una persona intelligente e sta facendo un lavoro poderoso. Sulla politica estera, abbiamo uno standing che non avevamo più dai tempi di Berlusconi. Si sta dimostrando una brava direttrice d’orchestra».
i vecchi post di luca de carlo su zio benny e casapound 4
Però, una lista Zaia rischia di far impallidire il risultato dei partiti alleati...
«È una considerazione che nella politica, certo, ci può anche stare, posso comprenderla. Però, come le ho detto, il Veneto ha bisogna di un mandato pieno. Un presidente può essere eletto anche con il 40%. Ci sarà sempre qualcuno che dirà: 6 su 10 non vi hanno votato».
C’è chi dice: senza lista Zaia, la Lega vada da sola.
«In tempi non sospetti, ho fatto corse solitarie che hanno anche rovesciato ogni pronostico. La corsa in solitaria è nelle nostre corde, come dovrebbe essere per ogni partito quando vengono messi in discussione i principi fondanti e la coerenza. Però, penso che il centrodestra sia un valore e i cittadini non amano le baruffe chiozzotte.
luca zaia alla fiera del folpo di noventa padovana 2
Chiedono stabilità in un contesto in cui le leadership contano. La corsa solitaria sarebbe il segnale di un dialogo e un progetto ambizioso che non ci sono più. Ci sono un’impellente questione meridionale e una seria questione settentrionale. E dal governo ci attendiamo risposte sulle grandi riforme, come l’autonomia: non è merce di scambio ma scelta di modernità».
Presidente, per lei si ipotizzano mille futuri lavori. Sindaco di Venezia?
«È una città unica, per questo ho proposto che diventi città-Stato. E penso che città e Regione vadano difese. Ma ora sono concentrato sulla Regione per mantenere la parola con i veneti. Prova ne sia che un anno fa, per coerenza, ho rinunciato a un seggio in Europa. Lascerò un Veneto che funziona, ricco di primati: nessun pozzo avvelenato per il mio successore. ».
Presidente dell’Eni?
«L’ho letto, come lei. E nulla di più».
Ministro?
«Va avanti ancora? Non ne so nulla».
Deputato, se il segretario leghista Stefani fosse il candidato leghista per il Veneto?
«Basta, per favore. La scelta di un governatore è molto più articolata. Non è fatta per liberare un seggio».
luca zaia sul palco di pontida foto lapresse
luca zaia umberto bossi
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Matteo Salvini e Luca Zaia
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