ZOO ITALIA - MERLO CONTRO GRILLO: VA CON VESPA! - BEPPE ZOMPA: “L'ULTIMA SETTIMANA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE VADO IN TV” - MERLO AZZANNNA: “BERLUSCONI, CHE FU IL CAMPIONE DEI PIAZZISTI TELEVISIVI, APPARE OGGI OBSOLETO. GRILLO, CON TUTTO IL SUO CIARPAME DI RETE E I SUOI STRACCI DA PATACCARO INTERNAUTA, È L'EREDE DI BERLUSCONI MA SENZA CONFLITTI DI INTERESSI, SENZA BUNGA BUNGA, SENZA NICK 'O MERICANO E SENZA GHEDINI. GRILLO È IL BERLUSCONI DOPO BERLUSCONI”….

1. GRILLO: 'PREPARO SORPRESA, ULTIMA SETTIMANA IN TV'
Ansa
- "Faremo una sorpresa, l'ultima settimana della campagna elettorale vado in tv, vedremo dove, sceglieremo una radio e un programma tv". Lo ha annunciato Beppe Grillo, a margine della tappa di Ravenna del suo Tsunami Tour. Grillo ha detto di non aver ancora deciso la rete televisiva, ma non esclude la Rai. "Mi stanno corteggiando tutti - ha detto - anche se in realtà sono spazi dovuti".

"Per rovinarmi e rovinarci, Monti ha parlato bene di me. Forse lo denuncio per diffamazione al contrario". Dal palco del suo tour elettorale a Ravenna Grillo ha scherzato così a proposito delle parole pronunciate da Mario Monti.

"Senza soldi e chiedendo l'elemosina siamo diventati la seconda o forse la prima forza politica del Paese", ha affermato il comico, a proposito della campagna elettorale del Movimento Cinque Stelle. "Quando chiamano la gente al telefono per fare i sondaggi - ha detto Grillo - non ci nomina nemmeno, ci danno al 4%, dicono che siamo polvere, ma vediamo chi sarà la polvere il 25 febbraio".
L'introduzione del reddito minimo di cittadinanza sarà una delle priorità del Movimento Cinque Stelle quando arriverà in Parlamento, lo ha annunciato Grillo.

2. GRILLO, LA TV E LA PARABOLA DEL BUFFON PRODIGO
di Francesco Merlo per La Repubblica

È un colpo di tamburo televisivo che sta facendo impallidire Berlusconi e certamente lo farà rosicare perché Grillo lo ha abilmente fregato e e definitivamente superato nel suo mestiere di imbonitore di genio: c'è in Italia un Berlusconi più Berlusconi di lui. Solo a prima vista, infatti, la decisione di Grillo di andare in tv - "non escludo di scegliere la Rai" - è la parabola del buffon prodigo, con la televisione che si prepara ad ammazzare il vitello grasso perché il suo figlio più autentico torna in onda.

In realtà Beppe Grillo non rimpatria perché non se n'è mai andato: prima diceva alla tv che non voleva andare in tv e ora dice alla tv che torna in tv. E mi raccontano pure che il suo Rasputin, cioè Casaleggio, sta già trattando con Bruno Vespa perché l'evento deve segnare "un nuovo cambio di marcia della campagna elettorale" come Berlusconi da Santoro, più ancora di Berlusconi da Santoro.

La sola novità è che finalmente Grillo svela anche a noi, poveri allocchi teledipendenti, il suo trucco, che è la televisione innanzitutto: vituperata od osannata, purché sia televisione. Nella fase ascendente aveva infatti costruito il uso charme con la furia del "non ci vado". Scimmiottava, orecchiando Popper, gli apocalittici antitelevisivi, al punto da cacciare via dal Movimento i comprimari che andavano in tv ingenuamente, senza l'astuzia dell'esserci e del non esserci che è la vera scienza televisiva, quella dei Celentano, dei Benigni e del magico Renzo Arbore, la sapienza di amplificare il grande digiuno per fare poi capolino con un enorme bottino di successo e di consenso: "ora tocca a me", "a me gli occhi please", "quando il gioco si fa duro...", "ora vi faccio vedere come si fa". Paolo Conte la canta così: "... descansate niño che continuo io".

Grillo - pensate! - accusava di vanità quelli dei suoi seguaci che, disobbedendogli, andavano in tv da dilettanti per bene, da cittadini e da testimoni. E incitava i suoi pasdaran ad insultarli, al punto che l'appassionata Federica Salsi fu "lapidata" pubblicamente con il consolidato turpiloquio buffo e mostruoso del fanatismo tragicomico a cinque stelle. Ora sappiamo che Grillo non voleva che stessero lì perché gli rubavano la piazza e usavano male una risorsa di cui vuole avere il monopolio assoluto.

Anche Berlusconi nel 2001 proibì ai candidati di Forza Italia di usare le loro facce sui manifesti elettorali: l'immagine di Forza Italia doveva essere (e fu) solo quella di Berlusconi che ingaggiò, come ha poi fatto Grillo con la tv, una battaglia iconoclastica contro tutti i visi tranne il suo, la cancellazione di ogni altra faccia come indegna, inefficace, improponibile, impresentabile.

Mai infatti Grillo contestò alla Salsi quello che aveva detto a "Ballarò" ma solo la presenza. Addirittura le disse che era andata in tv per raggiungere - ricordate? - "il punto G". Solo Grillo ha diritto all'orgasmo. E nel MoVimento ha lo jus primae televisionis. Dunque nella fase negativa, quando in poppa sente calare il vento del consenso, Capitan Gradasso ricorre ai remi.

Ora perciò l'apocalittico rivendica, come tutti gli integrati, una presenza in tv che ovviamente "sarà una sorpresa" e le reti già fanno a gara per averlo, perché farà certamente audience: "Tutti mi corteggiano, ma sono spazi dovuti", ha detto avanzando i diritti della par condicio. E non vi salti in mente di dargli dell'incoerente: un attore può interpretare oggi Jago e domani Otello.

E un comico, o meglio un intrattenitore comico, non ha altra etica che quelle di farsi largo. E prepara l'evento con i trucchi dell'uomo di spettacolo, del piazzista funambolo: "Nella sorpresa che faremo in tv l'ultima settimana di campagna elettorale daremo un colpo di grazia che non ve lo immaginate neanche".

Perciò è verosimile la trattativa per prenotare Vespa. Per Grillo sarebbe come immergersi in un liquido di contrasto che lo esalterebbe e per Vespa sarebbe la rivincita pop su Santoro. È la politica trasformata in spettacolo, è il giornalismo baraccone, l'informazione ridotta a circo con i trapezisti, i trampolieri e le donne cannone nella campagna elettorale più pazza della nostra storia.

L'importante infatti non è quello che Grillo dirà e dove lo dirà ma la televisività che è il suo ubi consistam, la sua vocazione, la sua destrezza di sottrarsi e riapparire, di negarsi e darsi. Solo Mina potrebbe superarlo in questo gioco, perché è la più grande degli assenti sempre presenti.

Come vedete, noi che siamo discendenti e discepoli di Machiavelli ci ritroviamo a parlare di spettacolo, di Berlusconi che si fa compare di Santoro e di Grillo che si esibisce nel numero dello sproposito, nella puntata delle puntate: "Ecco a voi a grande richiesta"... E i sondaggi da stime di voto più o meno azzeccate diventano umori, cifre dell'Auditel e percentuali di share, non più scienza ma applausi che sgorgano sulla base della maestria da palcoscenico, della trovata televisiva.

Ecco perché Berlusconi, che fu il campione dei piazzisti televisivi, appare oggi superato, obsoleto addirittura. Grillo, con tutto il suo populismo e il suo trasversalismo ideologico, il suo "casapaundismo", il suo antisindacalismo e il suo antiparlamentarismo, il suo peronismo, il culto della persona, le nuotate nello Stretto fiume giallo, con tutto il suo ciarpame di Rete e i suoi stracci da pataccaro internauta, i sui argomenti da bar, la sua "cacolalia", e soprattutto con la sua televisività "splatter"... è l'erede di Berlusconi ma senza conflitti di interessi, senza bunga bunga, senza Nicko 'o mericano e senza Ghedini. Grillo è il Berlusconi dopo Berlusconi. Come le acciughe in salamoia.

 

francesco merlo grilloGRILLO MPS GRILLO IN GIACCA ALL ASSEMBLEA DI MPS grillo Content asp jpegGRILLO CON L ESPONENTE DI CASAPOUND L'URLO DI BEPPE GRILLO jpegELLEKAPPA - Beppe Grillo e Berlusconi - Da RepubblicaColuche Grillo BERLUSCONI CON LA MASCHERA DI GRILLO ELLEKAPPA SU GRILLO E BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?