2025pulci2411

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO DALLA PRIMA PAGINA DEL “FATTO QUOTIDIANO”: “ISRAELE: DETENUTI TORTURATI ‘SENZA LUCE’ (NÉ ACCUSE)”. DALLE SCOSSE ELETTRICHE ALLE TENAGLIE – “IL GIORNALE” SUL CASO GAROFANI: “FABRIZIO FAILLA RACCONTA UNA VERSIONE ANALOGA. ‘LE FRASI DEL CONSIGLIERE? E CHI LO SA? IO DISCUTEVO DI CALCIO E DI ‘ZINNONE’. ‘SI’, LE MOZZARELLE DI BUFALA”. LO SVARIONE È DEGNO DI “VEDO NUDO”, IL FILM DI DINO RISI. NELLA CENA CHE HA CREATO TENSIONE FRA QUIRINALE E PALAZZO CHIGI, SI È PARLATO DI ZIZZONE, NON DI ZINNE EXTRALARGE…

Dalla rubrica “Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto, pubblicata da Il Foglio – Estratto

 

antonio d'orrico

Scotto. Vistosi citato in questa rubrica dopo aver scritto per Domani che Pier Paolo Pasolini morì 40 anni fa, anziché 50, Antonio D’Orrico, già collaboratore sotto falso nome del raccapricciante settimanale Cronaca Vera (è lui stesso a rivelarlo), riempie un’intera pagina egoriferita del medesimo quotidiano, dando spazio ai messaggi di lettori che lo difendono dalla «fastidiosa correzione».

 

Nell’articolo, D’Orrico scrive fra l’altro: «Quando morì Calvino, quarant’anni fa, ero a Siena, come inviato dell’Unità, nell’ospedale dove lo scrittore si stava spegnendo, come sto raccontando, tra realtà e fiction, nel romanzetto a puntate La notte che incontrai Italo Calvino in camera di rianimazione sul mensile Finzioni».

 

cronaca vera

Il provvidenziale corsivo attenua la penosa abborracciatura sintattica, dalla quale parrebbe che la camera di rianimazione fosse sul mensile Finzioni, anziché in ospedale.

 

Bastava scrivere, in buon italiano: «Come sto raccontando tra realtà e fiction, sul mensile Finzioni, nel romanzetto a puntate La notte che incontrai Italo Calvino in camera di rianimazione».

 

Alla fine della lenzuolata autoassolutoria, D’Orrico confessa d’aver chiesto all’intelligenza artificiale: «Mi hanno dato del bollito per l’errore sull’anniversario di Pasolini. Lo sono davvero?». La risposta è stata: «Assolutamente no». Concordiamo. È solo un po’ scotto. [22 novembre 2025]

 

Zinne. Conclusione dell’articolo di Massimiliano Scafi, quirinalista del Giornale, sul caso Garofani: «Fabrizio Failla, altro volto sportivo Rai, racconta una versione analoga. “Le frasi del consigliere? E chi lo sa? Io discutevo di calcio e di zinnone. Si, le mozzarelle di bufala”».

 

pier paolo pasloni

Lo svarione è degno di Vedo nudo, il film di Dino Risi. Nella cena che ha creato tensione fra Quirinale e Palazzo Chigi, si è parlato di zizzone, tipici prodotti caseari di Battipaglia, non di zinne extralarge. Quanto a «si», segnaliamo a Scafi che la particella affermativa si scrive ancora con l’accento. [22 novembre 2025]

 

Cucito. Incipit dell’editoriale di Giuliano Noci sul Sole 24 Ore, che immagina Stati Uniti e Cina impegnati in un incontro di boxe: «C’è odore di sudore, luci sparate sul ring, pubblico in delirio e due giganti che non vogliono cadere. L’uno sfoggia guantoni a stelle e strisce, l’altro ha il drago cucito sulla schiena». Chissà che male. [28 ottobre 2025]

 

il fatto quotidiano torture senza luce

Virgole. Nel tentativo di competere con Maurizio Belpietro, direttore della Verità, in fatto di conflitto permanente con le virgole, Andrea Malaguti, direttore della Stampa, riesce a infilare in un unico editoriale di prima pagina le seguenti frasi: «Neppure l’Italia di Dio, Patria e Famiglia, fa eccezione»;

 

«Una ricetta newyorkese impraticabile nella grande pancia degli Stati Uniti dove però, i democratici, propongono le formule incuranti delle neo governatrici di New Jersey e Virginia»;

 

«Il turbocapitalismo, il digitale e lo sviluppo vertiginoso di algoritmi sempre più sofisticati, sono fenomeni che i rappresentanti del popolo non conoscono e non controllano»; «Un ulteriore, enigmatico, Nume Tutelare, promette di occuparsi dei nostri piccoli problemi quotidiani».

 

Tentativo pienamente riuscito: le virgole dopo «Famiglia», «democratici», «sofisticati» e «Tutelare» separano i soggetti dai rispettivi verbi. Nel fondo di Malaguti trova posto quest’altro periodo: «Il grande potere economico è diventata la struttura fondamentale della società». Il gender dilaga. [9 novembre 2025]

 

mozzarella zizzona

Corno. «Lo storico Presidente del Veneto, 15 anni di governo e la corona di Doge, berlusconiano di ferro, era caduto ed era rimasto nudo». Così Andrea Pasqualetto, sul Corriere della Sera, descrive l’ex governatore Giancarlo Galan. Ma i dogi della Serenissima non indossavano una corona bensì il corno dogale, detto anche acidaro o acidario (zoggia, «gioiello», in dialetto veneziano), un berretto conico intessuto in oro. La corona è per i re. Venezia era una repubblica. [27 ottobre 2025]

 

Chi. Dall’editoriale di prima pagina del direttore della Verità, Maurizio Belpietro: «Chi beneficia degli sgravi fiscali previsti dalla legge di bilancio del governo Meloni secondo le opposizioni sarebbero infatti le persone facoltose».

 

corno del doge

La frase presenta un problema di concordanza tra soggetto singolare («chi») e verbo al plurale («sarebbero»). Forma corretta: «Chi beneficia degli sgravi fiscali previsti dalla legge di bilancio del governo Meloni sarebbe infatti la parte più facoltosa della popolazione». [9 novembre 2025]

 

Luce. Titolo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano: «Israele: detenuti torturati senza luce (né accuse)». Dalle scosse elettriche alle tenaglie. [9 novembre 2025]

 

• Prima. Si rischia sempre con le prime volte. A cascarci è Carlo Marroni, da molti anni vaticanista del Sole 24 Ore, mentre Franca Giansoldati, la sua bravissima omologa del Messaggero, scivola soltanto.

 

andrea pasqualetto

Il tema è la trasferta di papa Leone ad Assisi e a Montefalco. Marroni è perentorio quanto il suo svarione, che spara come attacco dell’articolo: «Sceglie Assisi per la sua prima uscita fuori dai territori vaticani e da Roma». I pigri colleghi ci fanno persino il titolo: «Papa Leone, la scelta di Assisi per la prima uscita».

 

Giansoldati invece sa che non è così e specifica: «Quella di ieri mattina è stata, di fatto, la prima visita in Italia del nuovo pontefice. Perché, tolto un blitz di poche ore a Genzano dopo il conclave per andare a trovare gli agostiniani, Prevost non si era mai spostato andando oltre i Castelli».

 

Sorvolando sul pleonastico «dopo il conclave», la vaticanista confonde Genzano con Genazzano, che dei Castelli Romani non fa parte: è lì che lo scorso 10 maggio il Pontefice si recò in visita al santuario della Madre del Buon Consiglio. Considerato che Genazzano e Genzano sono due località della Città metropolitana di Roma, nel giornale della Capitale nessuno rilegge i pezzi prima di metterli in pagina? [21 novembre 2025]

franca giansoldati

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)