friedrich merz giorgia meloni pier silvio berlusconi andrea orcel

QUEGLI INTRECCI PERICOLOSI TRA ROMA E BERLINO – A SCUOTERE I RAPPORTI IN CAMPO ECONOMICO E POLITICO TRA ITALIA E GERMANIA NON C’È SOLO LA SCALATA DI UNICREDIT A COMMERZBANK, A CUI IL GOVERNO MERZ SI OPPONE (E CHE PALAZZO CHIGI SI GUARDA BENE DALL’APPOGGIARE) –  ALTRE TRE GROSSE PARTITE ATTORCIGLIANO GLI INTERESSI DEI DUE STATI: NEL SETTORE DEI MEDIA CON L’OPA DI MEDIASET SU PROSIEBENSAT, NELL'ENERGIA CON L’ACQUISIZIONE DA PARTE DI SNAM DI OPEN GRID EUROPE, NELLA DISTRIBUZIONE CON LA VENDITA DELLA TEDESCA MEDIAWORLD A “JD”, CHE SPALANCA LE PORTE DEI NEGOZI NEL NOSTRO PAESE AL COLOSSO CINESE…

Estratto dell’articolo di Claudia Luise per “La Stampa”

 

ANDREA ORCEL

Non ci sono solo le mire di Unicredit su Commerzbank a scuotere i rapporti in campo economico tra Italia e Germania. Oltre a questa, le principali partite aperte che intrecciano gli interessi dei due Stati sono almeno quattro, con alcune che scontano ambizioni contrapposte e una gestione piuttosto conflittuale mentre su altre c'è un avvicinamento.

 

In tutti ambiti diversi: dalle tv con Mfe-ProsiebenSat, all'energia con Snam-Open Grid Europe, alla distribuzione con la vendita della tedesca MediaWorld a Jd che spalanca le porte dei negozi nel nostro Paese al colosso cinese.

 

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse 6

Proprio su Unicredit-Commerz in qualche modo gli interessi dei due governi sembrano non entrare in conflitto.

 

La posizione dura del cancelliere Friedrich Merz («un approccio non coordinato e ostile» come quello degli italiani non è accettabile, ha scritto ai dipendenti della banca tedesca) rischia di far arenare le mire del banchiere italiano che, anche nel caso decidesse di scavalcare il governo federale, si troverebbe con una minoranza ostile perché l'esecutivo detiene comunque il 12%, acquisito nel 2008 per salvare la banca.

 

unicredit commerzbank

[…]  Ma Orcel, che in un primo momento contava in una "facilitazione" italiana, potrebbe non trovare nemmeno la sponda del Mef che l'ha di fatto costretto a rinunciare all'operazione su Banco Bpm attraverso paletti molto rigidi imposti con il Golden power. Evenienza che ha, di fatto, confermato la diffidenza dell'esecutivo nei confronti del banchiere.

 

Un capitolo che si avvia alla conclusione - anche se ancora si aspetta l'ok di Merz - è quello di Media For Europe (Mfe), holding di Mediaset, che è salita al 43,6% dell'emittente tedesca ProsiebenSat e ha esteso il periodo di adesione all'Opa di 15 giorni prorogandola fino all'1 settembre.

 

PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET

Mfe potrebbe presto superare il 50% del capitale, un risultato che non farebbe che rafforzare le strategie del Biscione, che ha sempre dichiarato di non voler controllare l'intera proprietà, ma di puntare al diritto di voce in capitolo sul management.

 

L'obiettivo di Piersilvio Berlusconi è costruire un polo televisivo europeo che canalizzi gli investimenti pubblicitari per tutta l'area tramite una sola piattaforma. Ma il ministro dei Media, Wolfram Weimer, teme per l'indipendenza dei giornalisti di ProsiebenSat e incontrerà Berlusconi a inizio settembre.

 

prosiebensat

A scontare le resistenze tedesche è l'acquisizione da parte di Snam di Open Grid Europe annunciata ad aprile. Snam ha acquistato la quota del 24,99% detenuta da Infinity Investments nel capitale sociale di Vier Gas Holding - società con sede in Lussemburgo che possiede indirettamente l'intero capitale sociale di Open Grid Europe (Oge) - per un equity value di 920 milioni di euro. Oge è il più grande operatore indipendente di trasporto del gas in Germania, che gestisce una rete lunga circa 12.000 chilometri, con circa 21 miliardi di metri cubi all'anno di volumi riconsegnati e oltre 400 clienti finali.

 

SNAM - GASDOTTO

La chiusura dell'accordo è prevista nel terzo trimestre 2025, ma il ministero tedesco dell'Economia e dell'Energia sta valutando se bloccare o imporre condizioni all'accordo a causa di «preoccupazioni geopolitiche e normative».

 

I timori tedeschi derivano da quella che considerano un'influenza cinese indiretta in Snam tramite State Grid Corporation of China (Sgcc detiene una partecipazione del 35% in Cdp Reti dal 2014 e Cdp Reti, a sua volta, è il maggiore azionista di Snam).

 

Open Grid Europe

 Oge è considerata fondamentale per le infrastrutture del gas e la transizione energetica della Germania, fatto che richiederebbe per l'esecutivo di Berlino un'attenta analisi se l'accordo possa costituire una «compromissione dell'ordine pubblico o della sicurezza». […]

 

All'opposto, è invece l'Italia a temere l'influenza della Cina nella cessione, avvallata dal governo tedesco, di Ceconomy al colosso asiatico Jd. La società è proprietaria di oltre mille punti vendita MediaMerkt in Europa e di 144 negozi nel nostro Paese a marchio MediaWorld/Saturn.

 

MediaWorld

Con 2,5 miliardi di euro, i cinesi hanno rilevato anche la partecipazione azionaria di Ceconomy nella francese Fnac Darty che, fra l'altro, ha in portafoglio Unieuro. Lo sbarco di Jd in Italia, quindi, è finito sul tavolo dell'ufficio Golden power di Palazzo Chigi per una valutazione: per alcuni consulenti del governo Meloni questa mossa spalancherebbe le porte a una diffusione ancora più ampia dei prodotti cinesi nel mercato italiano.

 

Ma c'è un'ulteriore elemento controverso che tiene banco in Germania e non è sfuggito nemmeno a Palazzo Chigi: Karsten Wildberger, ministro dell'Innovazione digitale tedesco, colui che dovrebbe in prima persona vagliare la vendita di Ceconomy ai cinesi, è l'ex ad di MediaWorld.  Incarico che le opposizioni in Germania considerano in «aperto conflitto di interessi» […]

 

Rheinmetall e Leonardo

E poi c'è un ultimo capitolo, che coinvolge entrambi gli Stati in un settore strategico come la Difesa: la joint ventures tra Leonardo e Rheinmetall che ora si arricchisce della recente acquisizione di Iveco Defence Vehicles. Un'integrazione tutta da costruire.

Open Grid Europe fabbrica rheinmetall di unterluessCarro armato Panther KF 51

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse 1

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