disco playlist italia rizza

ROMA CAPUT DJ! ALL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA SI È PARLATO DEL LIBRO DI CRISTIANO COLAIZZI E CORRADO RIZZA, CHE RACCOGLIE LE PLAYLIST CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLE DISCOTECHE DAL 1975 AL 1995. TRA GLI INTERVENTI DI GRANDI NOMI DELLA NIGHTLIFE COME ANDREA PREZIOSO, FABER CUCCHETTI, LUCA CUCCHETTI, GIANCARLO BORNIGIA JR E MARILÙ CORRADI, PRIMA VERA DJ DONNA D’ITALIA, È EMERSO ANCHE COME ROMA ABBIA VISTO NASCERE I PRIMI DJ ITALIANI NONCHÉ IL FENOMENO DEI RAVE…

Dagonews

 

Roma caput dj. Nella serata moderata da Maria Egizia Fiaschetti all’Auditorium Parco della Musica, si è parlato del libro di Cristiano Colaizzi e Corrado Rizza, che raccoglie le playlist che hanno fatto la storia delle discoteche italiane dal 1975 al 1995.

claudio casalini corrado rizza luce storytellers

Tra gli interventi di grandi nomi della nightlife come Andrea Prezioso, Faber Cucchetti, Luca Cucchetti, Claudio Casalini, Pierandrea The Professor, Antonella Condorelli, Giovanni La Gorga, Massimiliano Baiocchi, Giancarlo Bornigia Jr e Marilù Corradi, prima vera DJ donna d’Italia, è emerso anche come Roma abbia visto nascere i primi Dj italiani nonché il fenomeno dei rave.

 

Non sono mancati nemmeno i racconti amari sulla crisi che attanaglia oggi i locali, ma anche aneddoti simpatici e divertenti che hanno animato la serata, tra tanti protagonisti presenti della notte romana e frequentatori storici a testimoniare un’epoca irripetibile.

corrado rizza tonino verrastro luce storytellers

 

IL NUOVO LIBRO DI CRISTIANO COLAIZZI E CORRADO RIZZA

Maria Egizia Fiaschetti per roma.corriere.it

 

Emerge il ruolo pionieristico di Roma, che con l’apertura del Piper nel 1965 batte tutti sul tempo, nel nuovo volume Disco playlist Italia 1975-1995 (edizioni Volo libero) di Cristiano Colaizzi e Corrado Rizza (domani sera, alle 18, la presentazione alla libreria dell’Auditorium, via Pietro de Coubertin 30).

 

Il libro, che si può anche ascoltare grazie ai qr code che rimandano alle 246 playlist indicative dei 180 locali e dei 196 dj selezionati tra i più significativi della scena nazionale, ripercorre l’evoluzione della cultura della discoteca: tempio profano e principale luogo di aggregazione giovanile quando non esistevano ancora le agorà virtuali e a dettare i gusti non era l’algoritmo dei social. «Non abbiamo voluto replicare l’elenco dei fuoriclasse o dei locali di tendenza nel solco di Gianni De Michelis con il suo libro (Dove andiamo a ballare questa sera?, Mondadori, 1988, ndr) o della Panini con l’album di figurine dedicato alle discoteche d’Italia — spiega Rizza — , ma chiudere il cerchio con i passaggi cruciali e i principali protagonisti».

leo kalimba faber cucchetti antonella condorelli luce storytellers

 

 

A fare da spartiacque gli anni Ottanta, quando irrompe la cassa dritta dell’house music che è ancora oggi il pilastro della musica dance.

 

Nel panorama romano spiccano le selezioni di locali ancora ammantati di un’aura mitologica come l’Easy going, il primo aperto al pubblico gay, il Gilda e l’Histeria. Il 1995 segna anche un altro snodo decisivo: fino a quel momento i dj sono resident, il biglietto da visita e il veicolo di fidelizzazione a un locale che attrae il pubblico anche per il carisma, le qualità tecniche, l’esprit de finesse di chi è alla consolle e non si limita a orchestrare il divertimento, ma educa all’ascolto.

corrado rizza luce storytellers

 

«I dj erano talent scout musicali — ricorda Colaizzi — . Arrivavano buste con i dischi di importazione, poche copie di ciascun lp, e il rivenditore li destinava ai principali dj che li testavano sul dancefloor: in base a come rispondeva la pista, si decideva quali ordinare. Anche i dj radiofonici venivano in discoteca ad ascoltare le novità».

 

 

Situazione analoga per le radio: «Uno dei primi programmi dedicati a questo specifico genere è stato “Dimensione dance” di Faber Cucchetti su Dimensione Suono, quando non era ancora un network — sottolinea Rizza — . Negli anni Ottanta, i dj sceglievano ancora i brani da mandare in onda, oggi li selezionano i programmatori musicali ovvero l’algoritmo, a discapito della creatività e dell’espressione individuale».

 

Quanto alla crisi del settore dopo la pandemia, Colaizzi insiste sul fatto che i club, come tutti i luoghi di socializzazione, hanno pagato il prezzo più alto: «Le persone hanno cominciato a sperimentare locali più piccoli come i ristoranti, dove non si balla ma si può comunque ascoltare buona musica. Forse non ci sono più le capacità o la voglia di investire esclusivamente nell’intrattenimento danzante, motivo per cui sono un auge i disco bar, altro ambito in cui Roma ha precorso i tempi con il Pantarei, Le cornacchie e Radio Londra». Antesignana, la Capitale, anche nell’intitolazione di uno spazio pubblico a un dj: un parco ad Acilia che porta il nome di Marco Trani.

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