''DOVRÒ TROVARE UNA BADANTE CHE MI ROLLA LE CANNE'' - VIDEO: CON ORNELLA VANONI CI PUOI RIEMPIRE 8 PALINSESTI. ECCOLA SENZA FRENI NEL PROGRAMMA DI PINO STRABIOLI: ''SONO 55 ANNI CHE MI FACCIO UNA CANNA PRIMA DI ANDARE A DORMIRE. IL MIO MEDICO DICE…'' - ''NON NE POSSO PIÙ DI PARLARE DI GINO PAOLI. ME LO AVEVANO PRESENTATO COME FR***, LUI PENSAVA CHE IO FOSSI LESBICA''

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Valeria Morini per www.fanpage.it

 

ornella vanoni 5 ornella vanoni 5

Domenica 1 dicembre è andata in onda la prima puntata di "In arte", il nuovo programma di Rai3 con Pino Strabioli. Nel primo dei due appuntamenti previsti, il conduttore si è dedicato alla grande Ornella Vanoni, mescolando filmati di repertorio a una splendida intervista. Autoironica e sarcastica come sempre, la cantante ha regalato un'ora e mezza di meraviglia, che avrebbe certamente meritato di più rispetto al misero 2,7% di share raccolto agli ascolti tv.

 

Ho una testa libera ormai, completamente a mio agio con me stessa. Sono contenta di aver raggiunto tutto questo. Da anni non ho un compagno e non è male. La morte? Non ne ho paura: ho attraversato la tisi, la guerra, un sacco di cose. Ci sono tanti modi per morire.

Vanoni Ardenzi Vanoni Ardenzi

 

Le perle di Ornella Vanoni

Nel corso dell'intervista all'interno di "In arte" (che l'8 dicembre continuerà con uno speciale su Gianna Nannini), la Vanoni ha alternato gli aneddoti su una carriera leggendaria ad alcune perle strepitose: da "Faccio ancora la pipì nei prati" a "Ho scritto i miei testi, non la musica. Magari sapessi la musica, non sono mica Lady Gaga" e "Io definita ‘chiappe d'oro'? Sì, ero mica male". Dalla rivelazione sulla genesi del verso ‘Cocca polpa d'albicocca' di "Vai Valentina" (nata "Una volta che sono andata a fare la pipì") alla battuta sulla sua adorata barboncina, al suo fianco per tutta l'intervista: "La prima volta che ho voluto darle un croccantino, non distinguevo il davanti e il dietro. Volevo infilarglielo da… dietro". La cantante ha inoltre svelato senza remore di fare uso di marijuana da decenni:

 

Strehler Vanoni Strehler Vanoni

Mi faccio una canna prima di andare a dormire. Un giorno mi hanno fatto fumare una canna, erano anni che non dormivo e quella notte ho dormito. Ho pensato: vuoi vedere che è la mia medicina? Il mio psichiatra dice che va bene: "Ormai sono 55 anni che te le fai". Quindi devo trovare delle badanti che rollano.

 

Sugli amori con Giorgio Strehler e Gino Paoli

"Giorgio Strehler è stato l'uomo che mi ha amato di più", ha dichiarato la cantante parlando della sua relazione con  il celebre regista teatrale, "Non mi ha mai perdonato di essere diventata famosa. Ci riparlammo ma non volevo più tornare con lui". L'altra grande storia d'amore della sua vita è stata quella con Gino Paoli:

 

Gino Paoli Ornella Vanoni Gino Paoli Ornella Vanoni

Io non ne posso più di parlare di Gino. L'ho amato, ok. Lui mi ha amata? Sì, quindi chiedete a lui ogni tanto di parlare di me. Al nostro primo incontro mi avevano detto che fosse gay. Noi due eravamo strani, io sempre vestita di nero sempre, e lui pure, quando ci incontriamo mi dicono ‘lui è fr….’ e lui chiede ‘quella rossa là, è lesbica? E poi porta male, è la cantante della mala'. Mi scrive Senza fine. Ci sediamo su un muretto e gli chiedo: ‘Ma non sei fr…? Lui: "Io?". Io ho cercato in un uomo la protezione che mi dava mio padre, ma quest'uomo non c'è.

 

La frecciatina su Mina

pino roveredo ornella vanoni pino roveredo ornella vanoni

Bellissime le parole della Vanoni su colleghi come Umberto Bindi ("Ha sofferto per la sua omosessualità. Se Califano era sicuro di sé, lui era timido. Ecco, è stato un po' abbandonato") e Lucio Dalla ("Per me Lucio non è mai andato via, rimane il più grande di tutti, non c’è discussione"). Non poteva infine mancare una battuta sull'eterna rivalità con Mina, di cui è riuscita a eguagliare la popolarità solo con il successo de "L'appuntamento". Brano che oggi canta svogliatamente.

 

Lei ha portato la gioia nella musica, e io… Cosa ho portato? Lei andava avanti e io no! Lei era popolare, io ero sofisticata. Finché non ho cantato L'appuntamento. Mi "costringono" a cantarla ancora in concerto, io faccio sempre un gioco: dico "Non la canto!". "Domani è un un altro giorno" la sento più mia.

 

 

 

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