anna mazzamauro signorina silvani

ALTRO CHE SIGNORINA SILVANI IL PROVINO LO AVEVO FATTO PER INTERPRETARE PINA, LA MOGLIE DI FANTOZZI - ANNA MAZZAMAURO: “VILLAGGIO MI CHIAMÒ “CESSO” IN TV. IO GLI RISPOSI: PERO’ CON QUEL CESSO CI HAI GUADAGNATO MOLTO. FUORI DAL SET NON CI SIAMO MAI FREQUENTATI. QUANDO GLI CHIESI IL MOTIVO, MI DISSE: “IO FREQUENTO SOLO LE PERSONE RICCHE E FAMOSE”  - POI RACCONTA DELL’UOMO CHE L’HA INGANNATA E DERUBATA – “NON MI È MAI PASSATO PER LA TESTA DI RITOCCARMI IL NASO O DI TIRARMI LA FACCIA: HO UNA CHIRURGIA ESTETICA MOLTO PIÙ POTENTE, IL…” - VIDEO

Roberta Scorranese per corriere.it

 

VILLAGGIO MAZZAMAURO

Anna Mazzamauro vive a Roma. Ci sentiamo per telefono. Tarda mattinata.

 

Anna, buongiorno.

«Buongiorno a lei, per me il risveglio è sempre tragico. Faccio tutto di notte, tranne l’amore perché sto sola».

 

È sola da tanto?

«L’uomo che amavo mi è stato vicino venticinque anni, poi non ce l’ha fatta più: è morto».

 

È così difficile stare vicino a Anna Mazzamauro?

«Non le dico. Io se non salgo su un palcoscenico sono niente, non so dove andare, non so che fare. Ho 83 anni e ho già detto a mia figlia che per la mia bara dovranno usare le tavole di legno del palcoscenico».

 

Infatti lei sta ancora lavorando, in tour con uno spettacolo ispirato alla «sua» Signorina Silvani, la donna amata da Fantozzi e forse uno dei personaggi più trasversalmente popolari della cultura italiana.

«Ma lo sa che il provino io lo avevo fatto per interpretare la Pina?»

ANNA MAZZAMAURO 44

 

Ma no.

«Conoscevo Luciano Salce, il regista. Cercavano una donna molto brutta e lui si ricordò di me. Il problema era che io non sapevo che stessero cercando una cessa, anzi, una “bella atipica”, come dico io, e così mi presentai tutta in tiro, con una cofana di capelli ricci, i tacchi e un vestito rosso attillato. Salce mi guardò perplesso e disse “Anna, ti ricordavo più brutta”. Stavo per perdere la parte quando Paolo (Villaggio, ndr) si avvicinò e bisbigliò al regista: “No, c’è bisogno di una donna che faccia innamorare Fantozzi. Questa è piena di difetti ma li porta sui tacchi”. E così la mia vita cambiò per sempre».

 

Nacque la «signorina Silvani», senza nome di battesimo. Non bella ma furba, sola e disperata, che dice sì a ogni uomo che incontra. Perché?

«Ha detto bene, “sola e disperata”. Volevo creare un prototipo di donna che dietro alle continue storie di sesso che cercava, nascondeva una grande miseria. Quando viene eletta Miss Quarto Piano della Megaditta è perché, in realtà, si è concessa a tutti gli uomini del primo, secondo e terzo piano. Ma questo non basta a colmare quella solitudine. Anche quando la fanno sposare con Calboni, per me resta sempre la povera signorina Silvani, che deve fingere di essere incinta con Fantozzi, insomma. Un personaggio tragico che però ha fatto ridere generazioni intere».

 

E poi c’era l’ufficio: nascevano la figura dell’impiegato, i flirt aziendali, le amicizie da scrivania.

ANNA MAZZAMAURO

«Copiavo tutto da mia madre, che era una impiegata al Ministero delle Finanze. La camicetta di seta sotto il maglione, le scarpe col tacco infilate nella borsa e quelle comode per andare in tram. Un tipo di donna che si trasforma all’occorrenza, che sa fare bene le metamorfosi. E così la signorina Silvani era santa e demonia a seconda delle situazioni. I cuoricini, le collanine da pochi soldi, lo sputo nel fard: quelle erano invenzioni mie perché quella donna doveva essere terribile, l’unica che Fantozzi, nella sua miseria morale e materiale, potesse desiderare».

 

Lei ha lavorato vent’anni con Villaggio. Siete diventati amici?

anna mazzamauro signorina silvani

«Mai. Quando gli chiesi perché non ci frequentavamo fuori dal set, mi rispose: “Io frequento solo le persone ricche e famose”. Non sapevo mai quando scherzava o quando mostrava il lato più duro del suo carattere. Come tutte le persone straordinariamente intelligenti, Paolo sapeva essere crudele. In più c’è da considerare che lui era emerso tardi, a quasi quarant’anni: era pervaso da una punta di rancore per tutto quello che aveva dovuto superare prima del successo».

 

Poi però il successo per lui era arrivato.

«Sì, ma Paolo non era felice. Una volta stavamo girando a Courmayeur; mi si avvicinò e mi disse: “Strehler mi vuole con sé nel ruolo del buon soldato Svejk”. Io replicai: “Ottimo, tu sei il buon soldato della Megaditta. Gli dirai di sì, vero?”. Non rispose. Poi non se ne fece nulla: capii che a lui bastava aver ricevuto quella proposta. Era sazio solo perché un grande regista lo aveva chiamato. Sul lavoro era un uomo rispettosissimo: era lui che veniva nella mia roulotte a ripassare la parte, era lui che chiedeva al regista di rifare una scena perché io non ero emersa bene».

 

Nel privato era comunque gelido.

signorina silvani anna mazzamauro

«Le racconto questo aneddoto. Poco prima di morire, con lui che era già sulla sedia a rotelle, andammo nel salotto televisivo di Barbara d’Urso a raccontare Fantozzi. Quando la conduttrice gli chiese come mi aveva scelta, lui non si scompose e rispose: “Come si sceglie un cesso”. Io allora ribattei secca: “Ma con quel cesso hai guadagnato molto”. Non replicò. Uscimmo dagli studi televisivi. Io mi avvicinai, tirai fuori il libretto di assegni e gli dissi: “Adesso possiamo essere amici?”. Lui non parlò per qualche minuto. Poi mi guardò e mi disse: “Quanto sei bella”. Furono le ultime parole che Paolo mi disse e io capii tutta la sua grandezza, la sua umanità forse nascosta sotto un’apparente crudeltà. Siamo attori, recitiamo sempre».

 

E con Milena Vukotic, cioè la signora Pina Fantozzi, oggi siete amiche?

ANNA MAZZAMAURO

«No, per niente. Innanzitutto eravamo rivali, perché lei era la moglie e io l’amante: certo, si recitava, ma non mi ispirava una reale voglia di amicizia. In realtà nessuno riusciva a essere amico di nessuno su quel set. E sa perché? Perché i film di Fantozzi sono straordinari nel trasformare l’ufficio, la famiglia, le relazioni affettive e le amicizie in grandi gironi danteschi. Finivi per aver paura di essere risucchiato in quel gorgo infernale e così evitavi accuratamente tutti i colleghi. Solo con il ragionier Filini io ridevo tanto. Ma esclusivamente tra una scena e l’altra, non fuori dal set».

 

Il grandissimo Gigi Reder.

«Io lo chiamavo Gigi Rider perché sembravamo due ragazzini delle medie: ci facevamo gli scherzi, commentavamo le scene con frasi sconce, insomma ci divertivamo. E Paolo ci guardava sorridendo, secondo me con una punta di invidia: lui era già divo e non poteva permettersi intemperanze da vecchi attori di teatro».

ANNA MAZZAMAURO DE SICA BRIGNANO

 

E Mariangela, cioè l’attore Plinio Fernando, com’è?

«Bizzarro. Qualche volta rimaneva con gli abiti da bambina tra una ripresa e l’altra solo per farsi prendere in braccio da qualche ignara comparsa che non si era accorta di coccolare una bambina ma un ragazzo maturo. E molto astuto!»

 

Anna, chi è stato il grande amore della sua vita?

«Nello Riviè, che conoscevo dai tempi dell’università ma all’epoca non mi filava. Ci siamo ritrovati più tardi e siamo stati insieme fino alla sua morte (nel 2002, ndr.). È stato un grande amore, anche se io non ho mai detto “ti amo” nella mia vita, ogni volta che sento questa espressione mi sembra di essere in un film scadente».

 

Lo ha mai tradito?

ANNA MAZZAMAURO DE SICA 2

«No, ma mentre stavamo insieme nella mia vita è comparso un uomo. E allora io ho commesso l’errore che commettono molte donne: ho creduto che dietro la natura taciturna di questo signore ci fosse chissà quale profondità morale. Solo in seguito capii che stava zitto perché non aveva nulla da dire. Così all’inizio scattò una specie di dipendenza: io che cercavo di interessarlo regalandogli libri, biglietti del teatro. Lui non accorciava la distanza, restava chiuso nella sua impenetrabilità. Fino a quando non cominciò a chiedermi dei soldi in prestito: prima sei milioni (di vecchie lire, ndr.), poi dieci. Insomma, mi ritrovai ingannata e derubata. Tornai da Nello».

 

Lui capì?

«Sì, perché comprese che io “mi ero fatta un film”, come si dice a Roma. Avevo semplicemente interpretato il ruolo di una donna che perde la testa per una figura misteriosa, niente di più. Ho fatto l’attrice, sono un’attrice. Punto».

 

Lei ha interpretato anche Cyrano.

ANNA MAZZAMAURO

«Perché credo che sia molto femmina come personaggio. Soffre per il suo naso, ma sa bene che con altre qualità, quelle interiori, si possono raggiungere mete inaspettate. Quello che accade a me sul palco: mi sento bellissima, sensuale, libera. Non mi è mai passato per la testa di ritoccarmi il naso o di tirarmi la faccia: ho una chirurgia estetica molto più potente, il teatro.

 

la signorina silvani anna mazzamauro

Posso essere tutto, santa e puttana, buona o cattiva, bella o brutta. Quando, ancora oggi, sento che il pubblico alla fine esplode in applausi fragorosi, penso di aver fatto proprio bene a fare l’attrice. E non parlatemi di morte: sono atea, paradiso e inferno sono favole bellissime, ma so anche riconoscere il talento di Dante. Ogni altra storia è una storia scritta male».

ANNA MAZZAMAURO SIGNORINA SILVANIANNA MAZZAMAURO SIGNORINA SILVANI FANTOZZI

 

plinio fernando paolo villaggio anna mazzamauroanna mazzamauro con paolo villaggioalberto dandolo e anna mazzamaurosignorina silvani e pina fantozziSIGNORINA SILVANI FANTOZZI 33FANTOZZI SIGNORINA SILVANianna mazzamauro (4)anna mazzamauro anna mazzamauro (3)anna mazzamauro

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")