DAGONEWS
Dio benedica Roberto Saviano, uno che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Dovendo scrivere il suo contributo settimanale all’’Espresso”, il nostro si dedica al martirio di monsignor Romero e, prima di compulsare gli archivi come solo lui sa fare, fa un cappello in cui scapoccia un po’, come si dice a Roma.
“Gran parte dei siti di retroscena italiani utilizzano la diffamazione e la minaccia di svelare informazioni per procacciarsi mezzi. La formula sottintesa è ‘compri un banner e io non ti attacco’”.
Dopo di che lega il tema della diffamazione a Romero e alle ultime parole di Bergoglio sul suo caso. E vabbè, i collegamenti logici non sono una scienza esatta: ognuno li fa come vuole. E’ la democrazia del neurone.
ROBERTO SAVIANO ZERO ZERO ZERO
Dagospia, ammettiamolo, è in gran parte un sito di “retroscena” e spesso si diverte a raccontare quello che i giornali italiani, compresi quelli che stipendiano Saviano, non scrivono perché i loro padroni non vogliono. Non diffamiamo nessuno, e questo sia detto senza polemica verso L’Espresso, al quale siamo tutti affezionati, impegnato in una difficile battaglia legale con Rosario Crocetta per la famosa intercettazione fantasma. E neppure minacciamo gli inserzionisti per avere pubblicità: saremmo già tutti in galera, visto quanti calli pestiamo ogni santo giorno.
La realtà è che la pubblicità degli altri, per i rosiconi, è sempre zozza. Così come le fonti degli altri sono sempre “corvi”. Ci siamo abituati.
I siti internet, poi, a volte sono proprio birichini. Se non ci fossero stati il “Daily Beast” e Dagospia – che lo ha prontamente tradotto – nessuno avrebbe saputo che l’ultimo libro di Saviano sulla cocaina è pieno di copiature (http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/fine-giochi-martire-gomorra-ci-vuole-daily-beast-109257.htm).
Eh, sì, caro Saviano. In un mondo perfetto i siti internet di retroscena e di inchiesta non esisterebbero e il web si limiterebbe a fare da cassa di risonanza delle cartelle stampa degli editori.