Barbara Palombelli per “Il Foglio”
CORPI SENZA VITA DI MIGRANTI SBARCATI A LAMPEDUSA
Ci eravamo chiesti, mille volte, cosa poteva avere spinto milioni di persone all'indifferenza, negli anni delle leggi razziali. Aveva provato a rispondere, con uno dei suoi migliori libri, Rosetta Loy (La parola ebreo, 1997). Le giustificazioni di allora potevano essere tante, non tutte collegate a paura o vigliaccheria. Si poteva, in un Paese piccolo e provinciale nonostante l'impero, essere disinformati e/o ingenui. Fu imperdonabile, nessuno ci può tuttora perdonare per non avere alzato lo sguardo, per non avere capito e reagito.
C'era la dittatura, c'era Hitler. Migliaia di persone, giorno dopo giorno, lasciavano le case e i posti di lavoro... Erano ebrei, i loro nomi di studenti venivano cancellati da registri scolastici e pagelle. Dai campanelli delle case, erano spesso gli stesso portieri degli stabili - molto vicini al regime - a compiere quel gesto indecente. Strappare un nome dalla vita quotidiana. Specialmente a Roma, quel senso di colpa lo avvertiamo ancora fortissimo.
Le pietre d'inciampo, che corrispondono agli strappi, ci ricordano la nostra spaventosa e colpevole indifferenza. Ne ha parlato con parole struggenti, nel suo ultimo romanzo, Giampiero Mughini, cittadino di quella Roma ebraica che sta fra Monteverde, Trastevere e l'antico Ghetto. Siamo cambiati da allora? Milioni di pagine scritte, documenti e immagini che ci hanno insegnato come può essere ridotto il corpo umano, hanno creato infine una coscienza collettiva per cui valga la pena vivere? Macché! Siamo peggio di allora.
Recupero dei migranti in Sicilia
Super connessi e super informati, cittadini del mondo e incalliti viaggiatori nonostante la crisi, ce ne sbattiamo altamente delle sofferenze altrui. Siamo indifferenti e cattivi più di allora, più delle generazioni precedenti, loro almeno avevano dalla loro la grande paura, la guerra imminente, i controllori e le spie ovunque. Noi, spanciati al sole dell'anticlone, leggiamo quei trafiletti sulle stragi quotidiane dei migranti con un tono infastidito: mica li possiamo accogliere tutti, dice la signora mia spalmandosi addosso l'ultimo filtro solare alla moda.
Migranti su un barcone a cab e a caac d a bef
Più o meno le stesse cose le pensano dalle parti del governo - troppo occupato a contemplare le sue vittorie, troppo Narciso per vedere la realtà - e dalle parti del Parlamento. Che ci frega? I pescatori e la gente di mare della Sicilia raccontano che da anni le loro reti riportano pezzi di corpi mangiati dai pesci con tre o quattro maglioni pesanti addosso, scarpe impregnate d'acqua infilate su varie paia di calzini... Un corredo portato per la vita futura nell'Europa sognata.
NAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA
I numeri degli annegati sono dieci volte le cifre ufficiali. Sono persone malate e stanche, qualcuno fra i militari che li ha soccorso si sta ammalando di tbc. Ce frega qualcosa? Zero. Diciamo la verità: nessuna catastrofe umana passata e presente suscita indignazione, mentre siamo in lacrime davanti a stupidaggini su Facebook o davanti alla tv. Ipocriti e indifferenti, non vogliamo più queste brutte notizie. Al punto che i telegiornali del governo Narciso non danno più tanto rilievo agli sbarchi. Lasciamo a pochissimi eroi il compito di gestire un esodo colossale. Intanto, il più bel mare del mondo sta diventando un cimitero di guerra. Vorrà dire che, per non intristirci, andremo in Grecia.