IL CINEMA DEI GIUSTI - “LA MOSSA DEL PINGUINO”: CLAUDIO AMENDOLA DEBUTTA DA REGISTA CON UNA COMMEDIA SU 4 SFIGATI CHE VOGLIONO “SVOLTARE” COL CURLING!

Marco Giusti per Dagospia

La mossa del pinguino di Claudio Amendola.

Si può costruire tutto un film, anzi una commedia italiana legata alla crisi, quindi anche un po' drammatica, sul curling? Perché no. Anche perché nelle recenti Olimpiadi Invernali di Sochi abbiamo visto da vicino il curling. E' un po' come giocare a bocce o a boccette col biliardo. Facendo grande attenzione all'accostamento o alla bocciata. Solo che fai tutto questo sul ghiaccio e con un pietrone di venti chili. Con questa precisa idea Claudio Amendola, dopo anni di "Cesaroni" in tv e di ruoli di tutto rispetto nel cinema di Marco Risi e Carlo Vanzina, ha costruito questo curioso e simpatico "La mossa del pinguino", la sua opera prima, che ha scritto assieme al suo protagonista, Edoardo Leo, riprendendo un soggetto originale di Michele Alberico, Giulio Di Martino e Andrea Natella.

L'idea è che quattro sfigati, un addetto alle pulizie sognatore e sposato con figlio, Edoardo Leo, il suo amico Ricky Memphis, con vecchio padre rincojonito a carico, un vigile in pensione burbero e malmostoso, Ennio Fantastichini, e uno spaccone da sala di biliardo, Antonello Fassari, si mettano insieme per costruire una squadra di curling da portare alle olimpiadi. Forti solo dell'idea che è uno sport che in Italia non pratica nessuno e che basterà adattare le tattiche delle bocce e delle boccette per vincere. Gli allenamenti si possono fare con una pentola a pressione riempita di piombini da pesca. Ovviamente i quattro sfigati avranno i loro problemi nel costruire questa squadra.

Avranno bisogno di soldi. E, esattamente come in "Smetto quando voglio" di Sidney Sibilia, uscito prima ma girato dopo rispetto al Pinguino di Amendola, Edoardo Leo ha una moglie carina e fedele a casa, Francesca Inaudi, che lo caccerà quando scoprirà i casini che sta facendo per inseguire i suoi sogni. Salvo poi riprenderlo, perché è un bravo ragazzo.

Dalla sua parte, il film di Amendola, ha un bel gruppo di attori, da Edoardo Leo che riprende lo stesso ruolo riuscito che ha nel film di Sibilia, a un Ricky Memphis che fa ridere appena apre bocca, a un Antonello Fassari, vecchio socio dei "Cesaroni", che è strepitoso come campione romano di biliardo con le sue massime, "La bija va tenuta come un passerotto", a un Fantastichini più serio, zoppo e triste, ma di gran peso.

Anche Francesca Inaudi funziona bene e non è isolata dalla storia come lo era la Valeria Solarino di "Smetto quando voglio". A metà film, però, Amendola punta più sulla parte drammatica e sociale della storia che sulla parte comica. Se questo eleva un po' il film dalla pura commedia alla "Full Monty", da un'altra corre il rischio di far pensare un pubblico più interessato alla risata. Ma le parti comiche ci sono e i quattro protagonisti legano bene fra loro. Quanto all'idea che si possa pensare alle nostre miserie in un film italiano, perché no? In sala dal 6 marzo.

 

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