maria grazia chiuri

PER DIOR! UNA STILISTA ITALIANA, MARIA GRAZIA CHIURI, LASCIA VALENTINO A PIERPAOLO PICCIOLI PER ASSUMERE LA DIREZIONE CREATIVA (PRIMA VOLTA DI UNA DONNA) DELLA MAISON FRANCESE - LA NOMINA VERRA’ UFFICIALIZZATA VENERDÌ SERA A MERCATI CHIUSI

MARIA GRAZIA CHIURI 6MARIA GRAZIA CHIURI 6

Simone Marchetti per “la Repubblica”

 

Durante le sfilate di haute- couture qui a Parigi la notizia prende corpo: Maria Grazia Chiuri, 52 anni, oggi al timone di Valentino insieme a Pierpaolo Piccioli, starebbe per lasciare la maison italiana per diventare la nuova direttrice creativa di Dior, mentre Piccioli rimarrebbe nella maison.

 

L’indiscrezione è apparsa il 23 giugno scorso su Business of Fashion, sito specializzato nell’informazione di settore che citava fonti interne al marchio francese. Pochi giorni dopo, un comunicato stringato di Valentino annotava di non aver commenti a riguardo, senza fornire una smentita. E ora, dopo la sfilata di alta moda di Dior, in molti sostengono che il comunicato sulla nomina verrà diramato venerdì sera, a mercati chiusi.

 

Figlia di una sarta, pugliese di origine ma romana d’adozione, dopo gli studi Maria Grazia Chiuri arriva da Fendi (1990) dove incontra Pierpaolo Piccioli. È l’inizio di un sodalizio che durerà per 26 anni.

 

«Fendi è stato un laboratorio incredibile», ha raccontato la creativa in una recente intervista a D la Repubblica. «Ho una formazione classica e sono diventata designer in un tempo in cui era importante il saper fare. Poi sono arrivati il boom del marketing e la rivoluzione di Internet. Ci sono stati momenti di confusione. Alla fine, però, hanno vinto l’artigianalità e l’eccellenza».

CHIURI 9CHIURI 9

 

Ed è proprio il valore del savoir- faire italiano a portare i due da Valentino nel 1999: qui riescono in un miracolo, ovvero declinare l’estetica del maestro nella nascente linea di accessori. Tanto che, dopo l’uscita di scena del fondatore e il breve passaggio di Alessandra Facchinetti, vengono nominati direttori creativi del marchio nel 2008.

 

È l’inizio di una sfida e insieme la fine di un’era: da una parte la vecchia generazione di stilisti star, volubili e poco avvezzi alla finanza che fagocita la maggior parte dei marchi; dall’altra i “numeri due”, abituati al confronto continuo con gli amministratori delegati, forti di un mestiere imparato dietro le quinte e lontani dallo stereotipo del creativo bizzarro.

 

CHIURICHIURI

Geni regolati, qualcuno li chiama: entrambi hanno famiglia, vivono a Roma e fuggono da un certo lifestyle di moda che fino al giorno prima sembrava la regola del successo. La chiave è scommettere tutto sull’Italia e sul suo artigianato mentre alti spostano le produzioni all’estero. «E poi intuire l’importanza degli accessori e degli abiti non solo come status symbol ma come oggetti di cultura », racconta Chiuri.

 

Con loro, infatti, Valentino si ritaglia un ruolo importantissimo nel mercato, posizione che permette al fatturato di triplicare fino a raggiungere quota un miliardo di euro nel 2016, come confermato da Stefano Sassi, ad del brand. 

 

MARIA GRAZIA CHIURI E PIER PAOLO PICCIOLI FOTOGRAFATI DA PETER LINDBERGHMARIA GRAZIA CHIURI E PIER PAOLO PICCIOLI FOTOGRAFATI DA PETER LINDBERGH

Nel frattempo, dopo lo scandalo e il licenziamento di John Galliano nel 2011, Dior nomina Raf Simons nel 2012: il designer belga resterà nella maison fino al 2015 quando, a sorpresa, decide di lasciare. La sua uscita è il preludio all’annus horribilis della moda, il 2016, momento di cambiamenti radicali a livello creativo, industriale e mediatico.

 

«A volte mi sembra di giocare a Risiko», ha commentato Chiuri a riguardo. «La fermezza di un designer, comunque, dipende da quanto sei centrato come persona. E non va dimenticato che non lavoriamo da soli: con noi ci sono un team e un’azienda forti che ci permettono di reggere i ritmi difficili del sistema».

 

MARIA GRAZIA CHIURI E PIER PAOLO PICCIOLI A PITTI UOMOMARIA GRAZIA CHIURI E PIER PAOLO PICCIOLI A PITTI UOMO

Il probabile, imminente arrivo di Chiuri da Dior segnerà anche un’inversione di rotta per la maison francese: il suo assetto amministrativo, intricato e per certi versi quasi ministeriale, incontrerà un talento snello, veloce, risolutivo. Sarà la collaborazione di due mondi agli antipodi. E la riconferma di una regola fondamentale nel fashion system di oggi: dopo un decennio di marketing e finanza, nel presente intricato dei cambiamenti serve un investimento serio e coraggioso sulla creatività, conditio sine qua non della moda contemporanea.

DIORDIORmaria grazia chiuri e antonio girardimaria grazia chiuri e antonio girardicharlize theron per diorcharlize theron per diorTRAVIATA - VALENTINO SOFIA COPPOLA PIERPAOLO PICCIOLI MARIA GRAZIA CHIURITRAVIATA - VALENTINO SOFIA COPPOLA PIERPAOLO PICCIOLI MARIA GRAZIA CHIURI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…