elkann

ELKANN, ULTIMO GEDI! DOPO ESSERSI PAPPATO “REP” E TUTTO IL CUCUZZARO, EXOR, LA HOLDING DEGLI AGNELLI, ADOTTERA’ LA STESSA GOVERNANCE CHE HA ACCETTATO COME PRIMO AZIONISTA DELL’ECONOMIST? ELKANN DECIDERA’ DI NON ENTRARE NELLE DECISIONI RIGUARDANTI LA LINEA EDITORIALE PER SALVAGUARDARE LO STESSO STANDARD DI INDIPENDENZA E CREDIBILITÀ APPLICATO IN GRAN BRETAGNA?

Salvatore Bragantini per www.lavoce.info

 

elkann

 

 

Terremoto, però annunciato, nei media italiani: come da un po’ si sospettava, Exor, holding del gruppo Agnelli-Elkann, compra dai De Benedetti il 44 per cento circa di Gedi, che controlla L’Espresso, La Repubblica, La Stampa, il Secolo XIX e altri quotidiani locali, insieme ad alcune radio. Sommato al 6 per cento circa già detenuto, Exor controllerà Gedi; seguirà l’offerta pubblica di acquisto (Opa) sulle altre azioni, allo stesso prezzo di 0,46 euro, con un premio del 64 per cento sul precedente prezzo di mercato.

 

I rapporti fra gli Agnelli e i De Benedetti non sono mai stati idilliaci. All’imminente vendita era legata la singolare mossa con cui a settembre Carlo De Benedetti, dopo aver trasferito ai figli le azioni, ha inutilmente chiesto di acquistare da Cir le azioni Gedi ora destinate a Exor. La famiglia manterrà comunque il 5 per cento in Gedi, reinvestendo parte del ricavato.

 

Ci si chiede cosa spinga la olandese Exor e i suoi controllanti, il cui focus finanziario è ormai altrove, a investire, con l’Opa, circa 200 milioni di euro in un gruppo editoriale italiano, per di più legato a una storia lontana dai valori della famiglia; troppo remoto nel tempo, infatti, è l’interesse nel gruppo L’Espresso di Carlo Caracciolo, cognato di Gianni Agnelli, per parlare di un “ritorno a casa”.

elkann

 

Dopo che Sergio Marchionne lo fece uscire da Rcs, ora il gruppo Agnelli rientra nel settore controllando il grande rivale, cui aveva ceduto La Stampa. È il senso politico a sorprendere; cosa faranno i nuovi padroni? È difficile che La Repubblica cambi linea, perdendo lettori e anche quel piglio “sbarazzino” che la contraddistingue dalla nascita.

 

L’operazione è finanziariamente lineare, non si vedono i mezzucci per ridurre gli esborsi, cui il gruppo Agnelli ha spesso fatto ricorso, ad esempio quando riacquistò dai libici le azioni Fiat. Era il 1986 e John Elkann, attuale presidente di Exor, portava le braghe corte. 200 milioni son sì tanti ma sono solo una frazione delle risorse di Exor, che Elkann ha abilmente moltiplicato, prima grazie a Marchionne, ora con la fusione con Psa, che possiede, oltre a Peugeot, anche il marchio Citroen, che Gianni Agnelli tentò di acquistare, scontrandosi con il no del generale De Gaulle: “Citroen, c’est la France!”

 

carlo de benedetti 2

Più che una fusione, parrebbe profilarsi la vendita, visto il rapporto fra i prezzi riconosciuti e il maxi-dividendo che Fca pagherà ai soci prima della fusione; Exor sarà sì il primo socio di Fca-Psa, con il 15 per cento dei voti, il doppio del peso di Francia e Cina, che sono compagni di letto ingombranti. Dati i grandi investimenti che l’auto chiederà, Exor potrebbe volersi sfilare, ma il caso Gedi insegna: le sorprese sono possibili in un gruppo sempre più finanziario e meno automobilistico.

 

Per alcuni Fca vuol “coprirsi le spalle” rispetto a possibili critiche ai suoi piani sugli stabilimenti italiani; sarà, ma Exor incontrerà ben prima forti opposizioni ai progetti di risanamento di Gedi, che certo vorrà attuare.

 

Il modello Economist

 

S’è detto che sorprende il rientro di Exor nei media italiani ma è necessaria una precisazione: dal 2015, infatti, Exor detiene il 43 per cento delle azioni del britannico The Economist. Dato che la società editrice possiede 5 milioni di proprie azioni, Exor controlla la società editrice stessa; l’esborso all’epoca fu di 287 milioni di sterline.

 

MARCO DE BENEDETTI

Qui però interessano le condizioni cui l’accordo fu subordinato: Exor nomina sei membri del consiglio di amministrazione su tredici ma, quale che sia la quota detenuta, né Exor né altri azionisti potranno votare oltre il 20 per cento del capitale. Il tutto in un magazine ove la nomina del direttore spetta non già al Cda, espressione degli azionisti, bensì a un comitato di quattro Trustee. È questa una figura indipendente, estranea alla nostra tradizione giuridica, però essenziale in un giornale ove si voglia limitare la possibilità per i soci di influenzare la linea editoriale.

 

Fu così evidente la preoccupazione di mantenere intatta una reputazione di integrità e indipendenza da particolari interessi economici che The Economist s’è conquistato in oltre 175 anni di vita, reputazione essenziale quando si venga a creare una figura di azionista dominante.

 

JOHN ELKANN CON LA STAMPA

Per finire, un sogno a occhi aperti. Sarebbe bello che Exor decidesse, coraggiosamente, di adottare anche in Italia, nei giornali editi da Gedi, l’assetto volto a preservare l’indipendenza della linea editoriale e la credibilità dei periodici applicato in Gran Bretagna.

 

Il nonno di Elkann, Gianni Agnelli, fu uomo di gran mondo, ai cui buoni costumi si atteneva a Londra o a New York; non altrettanto impeccabile fu la sua condotta domestica. Finiva così per somigliare,  suo malgrado, a certi signori feudali in patria ma all’onor del mondo quando uscivano dal cortile di casa per andare a Parigi o a Londra.

john elkann

 

Domanda finale. Sarà forse troppo ingenuo e velleitario sperare che il suo erede, dopo averci sorpreso con una serie di mosse finanziariamente azzeccate – grazie anche all’abilità da consumato giocatore di poker del defunto Marchionne – ci sorprenda di nuovo con un approccio lungimirante alla proprietà dei media?

 

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…