ciano

FASCISMO HARD - GALEAZZO CIANO “IL GALLO” E EDDA “LA NINFOMANE” – IL GERARCA ERA FAMOSO PER LA SUA PASSIONE PER LE PROSTITUTE - LA FIGLIA DEL DUCE LO RIPAGAVA DI EGUALE MONETA: SE LUI CORTEGGIAVA UNA SIGNORA, LEI NE CONCUPIVA IL MARITO INGAGGIANDO “UNA PARTITA A QUATTRO”- NON SODDISFATTA: ORGE E GIGOLO, COCAINOMANI E PERSINO GIOVANI EBREI - TRA GLI AMANTI, LO STILISTA EMILIO PUCCI - LA BIOGRAFIA

CIANO COVER

Mirella Serri per la Stampa

EDDA MUSSOLINI GALEAZZO CIANO

 

Quando Walter Schellenberg, vicecomandante della Gestapo, ascoltò la registrazione di una voce a lui ben nota, rimase di sasso. Era del ministro degli Esteri italiano, il conte Galeazzo Ciano, marito di Edda, figlia di Benito Mussolini. In missione a Berlino, il bel Galeazzo non perdeva mai l' occasione di fare più di una visita al Salone Kitty, casa di tolleranza di gran lusso (a cui Tinto Brass dedicò il film omonimo). Ed era caduto nella trappola organizzata dai nazisti che, con microfoni nascosti, ascoltavano le confidenze dei più illustri frequentatori del postribolo.

 

Le visite di Ciano furono riferite a Hitler e al Duce, che andò su tutte le furie per la faciloneria del conte di Cortellazzo. Il gerarca era famoso per la sua passione per le prostitute e a Roma era stato soprannominato Gallo: nel salotto di Isabella Colonna, a due passi da piazza Venezia, incontrava nobildonne e fanciulle di rango meno elevato. Sua moglie Edda lo ripagava di eguale moneta: se lui corteggiava una signora, lei ne concupiva il marito ingaggiando «una partita a quattro», come Claretta Petacci scrisse al suo «Ben» informandolo malignamente delle imprese della disinibita prole.

edda ciano e capuano

 

Adesso a ripercorrere l' avventura politica ed esistenziale del genero del Duce, e anche del suo ménage con Edda, è Eugenio Di Rienzo nella monumentale biografia di circa settecento pagine Ciano (a giorni in uscita da Salerno editrice).

 

 

CARTEGGIO EDDA CIANO CAPUANO

Lo studioso racconta la vita del gerarca a partire dal controverso Diario di Ciano redatto dal 9 giugno 1936 al 6 febbraio 1943 e definito dallo storico il suo «unico capolavoro politico». Secondo Di Rienzo eventi cruciali del fascismo e della guerra e anche l' operato dello stesso diarista vanno riletti proprio prendendo le distanze da quelle pagine scritte a scopo apologetico e «deliberatamente vergate al solo fine di separare le responsabilità del suo autore da quelle del Duce». Del grande inganno tessuto da Ciano sono rimaste vittime, secondo il saggista, grandi storici come Renzo De Felice e Lucien Febvre

EDDA MUSSOLINI GALEAZZO CIANO

 

La «leggenda nera»...

Come mai il Diario che, nonostante la sua autenticità è un grande falso e ci restituisce un' immagine artefatta dello stesso Ciano, è stato considerato un documento «genuino e addirittura inoppugnabile», una fonte assolutamente attendibile per la storia del fascismo? Osserva lo studioso che nel dopoguerra alla «leggenda nera» (coltivata dal neofascismo) di Ciano, visto come il Giuda di Mussolini e della sua famiglia, si voleva opporre un' altra «leggenda aurea», più gradita all' opinione moderata, in cui si favoleggiava di un presunto dissidio tra suocero e genero.

 

CAPUANO EDDA CIANO

Per cui un fascismo senza Mussolini, come lo avrebbe voluto Ciano, si sarebbe potuto trasformare in una «dittatura morbida», foriera di tanti aspetti positivi - ordine sociale, disciplina civile - di cui si avvertiva la mancanza nell' Italia repubblicana. In questo conflitto d' interpretazioni vennero però singolarmente messe da parte le peripezie della vita privata e il rapporto con Edda. Ma proprio intrighi e tradimenti sono oggi considerati da Di Rienzo fondamentali per ridisegnare la complessità e la peculiarità del personaggio anche dal punto di vista politico.

 

I Ciano, il papà Costanzo e il figlio, attraverso favoritismi, concessioni illecite e ricatti, furono gli egregi artefici di una gigantesca tangentopoli nera.

 

CIANO MUSSOLINI DOLLFUSS

In seguito alla quale accumularono una cifra immensa per quei tempi, quasi un miliardo di lire: Edda detta la Deda o «la cavallina matta», grande bevitrice e giocatrice al tavolo verde, fu attratta dallo scavezzacollo cinico e snob che apparteneva a una delle famiglie più ricche d' Italia.

 

... e la «leggenda aurea»

ciano mussolini hitler

 

La Deda era nota per la sua libertà e per le sue intemperanze. Aveva una passione per la provocazione: al mare indossava il «due pezzi» al posto del castigato costume intero, guidava spericolatamente auto sportive, fumava e non conosceva la parola fedeltà.

EDDA MUSSOLINI GALEAZZO CIANO

I mattinali delle questure relazionavano sulla sua frequentazione di «soggetti di pessima condotta, cacciatori di dote, dissipatori di patrimoni, cocainomani sospetti di esser stati affetti da malattie sessuali, persino giovani ebrei».

 

Veniva definita «ninfomane» e si sussurrava di orge e di amori a pagamento con giovani gigolò. Tra i suoi partner vi furono un capostazione, un maestro di sci, una guida alpina, Emilio Pucci, nel dopoguerra stilista di grande successo, e Leonida Bongiorno, partigiano e convinto antifascista incontrato alla fine del conflitto quando Edda era al confino a Lipari.

 

ciano chamberlain mussolini

Il legame tra la figlia di Mussolini e Ciano fu dunque una specie di patto col diavolo fondato sui segreti e le bugie che li legavano sul piano sessuale, in politica e negli affari.

 

Edda, però, con grande coraggio e determinazione, cercò fino all' ultimo, di salvarlo dopo il voto di sfiducia di Galeazzo contro il Duce nella notte tra il 24 e il 25 luglio. Ma senza successo: Ciano venne fucilato al poligono di tiro di Verona l' 11 gennaio 1944. Della loro vita fondata sulla complicità, ricca di vizi privati e scarsa di pubbliche virtù, si parlò assai poco dopo la scomparsa di Galeazzo. E questa dimenticanza servì a incrementare proprio quella «leggenda aurea» nostalgica del fascismo morigerato che riproponeva Ciano come l' icona di un regime dittatoriale benevolo, positivo e per di più, guarda caso, nient' affatto corrotto.

EDDA CIANOmussolini ciano chamberlainedda mussolinibenito mussolini con la figlia eddamirella serriMONTANELLI A GALEAZZO CIANO

 

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO