elsa peretti

UN GIOIELLO DI SIGNORA – SE NE VA A 80 ANNI ELSA PERETTI, EX MODELLA E CREATRICE DI GIOIELLI PER TIFFANY & CO (CHE NEL 1974 PUNTO’ SULLA 30ENNE DESIGNER) – “AMO CIÒ CHE PUOI INDOSSARE MA ANCHE METTERE SUL TAVOLO COME UN OGGETTO D’ARTE”- ELSA ARRIVÒ A POSARE COME SUORA PERSINO PER SALVADOR DALÌ: “NEL TEMPO LIBERO PRENDEVO IL SOLE, MA LUI MI REDARGUÌ: “LE SUORE NON SI ABBRONZANO” - LE NOTTATE ALLO STUDIO 54, LO SCATTO DI NEWTON TRAVESTITA DA CONIGLIETTA DI PLAYBOY, IL BRACCIALETTO “BONE” E IL BUEN RETIRO CATALANO RIFUGIO DI INTELLO’, ARTISTI E VARIA (E GAIA) UMANITA’…

Virginia Ricci per www.iodonna.it

 

ELSA PERETTI

Immaginate una bambina appassionata di cimiteri e ossari che, dopo aver visitato questi luoghi, soleva tornare a casa con la propria tata e… qualche ossicino ben nascosto in tasca: puntualmente rispedita a rendere il maltolto da una madre poco compiacente. Cos’avrebbe potuto fare da grande? C’è chi penserebbe l’artista oppure il medico. Lei, Elsa Peretti, designer che avrebbe segnato la storia del gioiello contemporaneo, scelse la prima strada. Per la cronaca non studiò mai medicina, anche se fra le sue più celebri collezioni spicca ancora Bone, fortunatissima serie di bracciali modellati intorno all’osso del polso, perché come spiegò: «Ciò che viene proibito, è impossibile da dimenticare».

 

L’argento diventò lussuoso

Nata a Firenze il 1° maggio del 1940, il nome di Elsa Peretti s’intreccia alla storia di Tiffany & Co: marchio che nel 1974 puntò sulla trentenne designer e i suoi gioielli in argento, materiale che con lei entrò nel mondo del lusso.

ELSA PERETTI

 

Le sue prime tre collezioni vennero esaurite in un solo giorno. «Stiamo cercando qualcuno che possa conquistare le giovani donne ma anche le più adulte, disegnando gioielli da portare con i jeans ma anche con un abito da sera» spiegò Henry Platt, al tempo amministratore delegato della maison. E così a Elsa è stato appena riconosciuto il Premio Internazionale “Leonardo da Vinci” alla Carriera nel corso della XII° Biennale di Firenze, che ospiterà anche la mostra The Modern Vision of Elsa Peretti, esponendo alcuni fra i suoi più iconici modelli (alcuni presenti nella nostra gallery).

ELSA PERETTI

 

Elsa, dopo un’adolescenza nell’upper class romana – il padre Nando Peretti fondò l’Anonima Petroli Italiana – a ventun anni scelse di abbandonare quella vita privilegiata. Scappò in Svizzera (dove per mantenersi insegnò italiano e persino sci a Gstaad) e poi a Milano, dedicandosi all’interior design. Forte di una figura slanciata e statuaria, diventare modella sembrò quasi inevitabile, scelta che provocò una forte distacco con la sua famiglia. Fatto sta che a Barcellona, Elsa arrivò a posare come suora persino per Salvador Dalì: «Mi presentai quando seppi dalla mia agenzia che gli serviva una modella. Nel tempo libero prendevo il sole, ma lui mi redarguì: “Le suore non si abbronzano”».

 

 

Il 1968 a Manhattan

Non poteva esserci anno migliore del 1968 per arrivare a Manhattan, dove tutto stava per accadere. Conquistò il cuore di stilisti celebri e l’amicizia di Roy Halston, fra i più acclamati designer americani degli anni Settanta; soprannominato spesso l’Yves Saint Laurent degli States, fu lui ad arruolarla per disegnare la sua linea di gioielli, attività già intrapreso da Elsa con lo stilista Giorgio di Sant’Angelo. Se per Halston disegnò persino la bottiglia del suo profumo (a lungo il più venduto in America, secondo solo a Chanel N. 5), in quegli anni ideò anche il primo ciondolo a forma di minuscola bottiglia che in Tiffany, con la linea Bottle, avrebbe fatto faville.

ELSA PERETTI

 

«La prima cosa che feci a New York, nel 1969, fu realizzare una piccola bottiglia d’argento… che mi rese famosa. Amavo l’idea di girare per le strade con un fiore in un vaso al collo». Di lei in quegli anni si è detto molto: le nottate allo Studio 54 (sui suoi litigi con Halston pare abbia scritto persino Andy Warhol nei suoi diari), la mondanità con il più sfrenato jet-set, o la consacrazione nell’Olimpo della fotografia che avvenne quando Helmut Newton la immortalò, su una terrazza, travestita da coniglietta di Playboy… uno scatto passato alla storia. Con il suo braccialetto Bone furono ritratte in tante, da Liza Minelli (che pur essendosi avvicinata all’argento con diffidenza, ammise poi di aver indossato a lungo solo monili della Peretti) a Sofia Loren; nel 1971 con le sue creazioni vinse il prestigioso Coty Award, l’Oscar del fashion system.

ELSA PERETTI BRACCIALE BONE

 

Una collana Tiffany’s a 160 euro

«Amo ciò che puoi indossare ma anche mettere sul tavolo come un oggetto d’arte». La democratizzazione avvenuta dal 1974 nello storico marchio fece il giro del mondo: ancora oggi, una collana Open Heart in argento è in vendita sul sito Tiffany a 160 euro. Elsa spiegava che i suoi modelli erano ispirati dal senso comune, eliminando ogni eccesso per riprodurre “i contorni morbidi che gli oggetti indossati ogni giorno conquistano nel tempo”.

ELSA PERETTI

 

Nel frattempo New York stava perdendo fascino ai suoi occhi, portandola a volgere lo sguardo altrove; per anni Elsa si impegnò a restaurare l’amato borgo spagnolo di Sant Martì Vell, dove tutt’ora la sua casa ospita una parte della sua collezione d’arte: «A New York tutto era già stato fatto… lavorare fra pietre e tetti mi allontanò dalla mia immagine di Jewelry designer».

 

ELSA PERETTI

Lunghe relazioni, nessun matrimonio, una creatività inarrestabile: sul suo banco di lavoro, l’impegno portato a modellare nella cera i suoi gioielli diede vita a molte forme ritenute un classico. Collane forgiate come serpenti intorno al collo («L’idea venne dal ricordo della coda di un serpente a sonagli che, a Losanna, mi fu regalata da un ragazzo texano»), i celeberrimi cuori forati da portare come ciondolo ma anche Diamonds by the Yard, dove lunghe catene d’oro esibivano singoli diamanti con essenziali montature a castone: «I diamanti montati in questo modo hanno una luce diversa. Sembrano gocce di luce, come un ruscello».

 

25 anni

ELSA PERETTI

In occasione del suo 25° anniversario con Tiffany, nel 1990, la maison creato la “Elsa Peretti Professorship in Jewelry Design” al Fashion Institute of Technology di New York: la prima cattedra sovvenzionata nella storia dell’Istituto. Ma per Elsa la vita non fu solo gioiello: grazie anche all’enorme eredità ricevuta alla scomparsa del padre, nel 2000 istituisce la Nando and Elsa Peretti Foundation, volta a tutelare e promuovere i diritti umani e civili e che, negli anni, ha supportato più di mille progetti in 81 paesi, per un valore di 50 milioni di euro. Si direbbe che una vita come questa possa equivalere ad altre cento. Ma al riguardo Elsa si è già dichiarata: «Quello di vivere, come diceva Pavese, è davvero un mestiere. Però lo puoi imparare. Spero di esserci riuscita».

ELSA PERETTIelsa peretti versione conigliettasalvador daliandy warhol 6ELSA PERETTI

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO