sandrelli sanda

“L'EROS SUL SET? UN GIOCO” – STEFANIA SANDRELLI E “IL CONFORMISTA” DI BERTOLUCCI IN VERSIONE RESTAURATA – “LE SCENE DI SEDUZIONE E IL TANGO CON SANDA MI DIVERTIVANO. NON SI TRATTAVA DI UN AMORE LESBICO. QUEL BALLO TRA LORO È IL CULMINE DI UN'ECCITAZIONE DEI SENSI, DI UNA FRENESIA DI VITA - "NON SONO MAI STATA UNA PICCOLA BORGHESE, LA MIA VITA, I MIEI AMORI, SONO SEMPRE STATI FUORI DAGLI SCHEMI” - VIDEO

Giuseppina Manin per il “Corriere della Sera”

 

sandrelli sanda 55

Se c'è stato un Ultimo tango a Parigi , ce ne sarà stato anche un primo. E l'ha ballato proprio lei, Stefania Sandrelli, avvinghiata con Dominique Sanda sulla pista di una balera. Occhi negli occhi, corpi fasciati di raso ben aderente, Dominique che la rovescia nel casquè, poi con un ginocchio a terra, le tende la mano per farla roteare.

 

Danza scandalo la vostra ne «Il conformista». Quasi un anticipo del tango di Brando con Maria Schneider due anni dopo.

 

«A Bernardo il tango piaceva e molto! E anche a me, s' intende - assicura con un guizzo di nostalgia Sandrelli -. Quando si girava con lui c'era sempre una sera in cui si andava tutti a ballare. Eravamo giovani, Dominique e io poco più che ventenni, Bernardo non ancora trentenne. Il più vecchio era Jean Louis Trintignant, sulla quarantina».

 

sandrelli sanda

Trintignant che se n'è appena andato. Che impressione le fa aprire sabato a Bologna il 36mo festival del Cinema Ritrovato con il nuovo restauro de «Il conformista»?

«Sarà commovente ricordarlo con uno dei film che lui amava di più. Jean Louis, schivo e riservato, non vorrebbe altro omaggio».

 

Era così anche allora?

«In quella balera gioiosa Marcello, il suo personaggio, doveva sembrare un pesce fuor d'acqua, rigido e lontano. Per carattere e perché quella che avrebbe voluto stringere nella danza non ero io, Giulia, la moglie giovane e un po' oca, ma la torbida Anna di Dominique Sanda. Che però era molto più interessata a me che a lui».

 

Oltre al tango, il momento in cui Anna la seduce sul letto fece molto parlare. Le creò imbarazzo?

sandrelli sanda

«Per niente. Quel corteggiamento insolito ci ha fatto tanto ridere. E poi non si trattava di un amore lesbico. Giulia asseconda le pulsioni erotiche di Anna per gioco. È in luna di miele a Parigi, se il marito non sembra interessato a lei, lei non vuol rinunciare a divertirsi. Anna è bella e sensuale, la porta in giro, la stordisce di attenzioni e tenerezze. Fa le veci di un marito assente. Quel tango tra loro è il culmine di un'eccitazione dei sensi, di una frenesia di vita».

 

Perché Bertolucci volle lei per un ruolo che così poco le somiglia?

«Forse perché i ruoli che vengono meglio sono quelli che non ci somigliano! Certo, non sono mai stata una piccola borghese, la mia vita, i miei amori, sono sempre stati fuori dagli schemi, ma essendo nata a Viareggio, la provincia la conosco bene. Giulia è leggera, voluttuosa, un po' stordita. Con le volpi dell'amica strette al collo, squittisce come una topetta. Una delizia, pane per i miei denti. E poi, dopo aver lavorato gratis in Partner , stavolta Bernardo mi offrì un ottimo cachet. Come dire di no?».

 

Rivedendolo ora, come le sembra «Il Conformista»?

sandrelli sanda

«Fresco come mezzo secolo fa, uno dei film più belli di sempre. Bernardo mette il dito nella piaga, in quel conformismo vile che è alla radice del fascismo. L'uomo normale che Marcello vorrebbe tanto essere, il "vero cittadino, il vero patriota", è il vero fascista».

 

Fuori dal set cosa le è rimasto nella memoria?

«Il gran freddo di Parigi, io e Dominique con le calze di seta, i piedi gelati da immergere in acqua calda tra una pausa e l'altra, trangugiando litri di tè corretto. E la scena al ristorante cinese con le bacchette che mi cadevano di continuo. A Bernardo piacque, è finita nel film. E poi tutti a cena, a tirar mattino parlando di cinema e vita».

 

Rispetto a quegli anni, come le sembra il cinema di oggi?

sandrelli sanda

«Di recente Dominique mi ha detto: che bel cinema abbiamo fatto! È vero. Anche se per me il cinema è sempre vivo, i grandi film continuano a nascere. Il problema sono le sale vuote. Quelle sì mi fanno malinconia».

 

Lei però continua a lavorare.

«Ho appena finito il nuovo film di Gianni Di Gregorio, Astolfo . Dove lui mi corteggia nel suo modo un po' buffo, tenero e maldestro. Essere corteggiata alla mia età... Evviva il cinema!».

Stefania Sandrelli e Jean Louis TrintignantStefania Sandrelli e Jean Louis Trintignant 5stefania sandrelli e bernardo bertolucci 1stefania sandrellibernardo bertolucci e stefania sandrellibernardo bertolucci e stefania sandrelli Il ConformistaStefania Sandrelli e Jean Louis Trintignant 2il conformista 2il conformista 1stefania sandrelli e bernardo bertoluccistefania sandrelli e dominique sanda ne il conformistaSANDRELLI SANDA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…