bennato

“BATTISTI MI DICEVA ‘AO', PRIMA O POI, VERRÀ ANCHE ER MOMENTO TUO” – EDOARDO BENNATO MEMORIES: "ERO ENTRATO NELL' ETICHETTA DI MOGOL E BATTISTI. MOGOL MI INDICA LUCIO E MI FA: "LO VEDI QUESTO? IL PRIMO PEZZO L' HO BUTTATO NEL WC, IL SECONDO PURE, AL TERZO HO INIZIATO A LAVORARCI" - "IL MIO PRIMO ALBUM VENDETTE ZERO: DICEVANO CHE ERO SGRAZIATO. ALLORA, MI MISI A SUONARE FUORI DALLA RAI. RENZO ARBORE MI SEGNALO' A UN FESTIVAL E..." - LO SFOTTÒ AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LEONE: "ORA NON POSSO PIÙ PERMETTERMI DI ESSERE UN PAZZAGLIONE” – QUELLA VOLTA CHE A 15 ANNI FERMO’ LE LITI NEL SUO PALAZZO – LIBRO+VIDEO

edoardo bennato

 

Candida Morvillo per il Corriere della Sera

 

Edoardo Bennato, anche lei ha scritto un libro, perché?

«Perché ho una figlia adolescente, il futuro mi preoccupa e non posso più permettermi di essere un pazzaglione».

 

Cos' è un «pazzaglione»?

edoardo bennato

«Ho sempre riempito i testi di strepitii politico-esistenziali e denunce contro guerre, razzismo, stupidità, potere. Il primo brano, Salviamo il Salvabile , lo suonavo per strada, con un tamburello a pedale per suonare insieme anche chitarra e kazoo. Facevo punk perché a una comunità schizofrenica rispondevo con un linguaggio schizofrenico. Ho ironizzato su tutto, anche con violenza, come in Ma che bella città o in Uno buono , lo sfottò al presidente della Repubblica Leone. Ora canto ancora cose provocatorie, sto registrando un album per settembre, ma mi sento responsabile verso una bambina che si affaccia al mondo».

bennato

 

Gaia ha 15 anni e lei dice bambina?

«Eh... sì. Ne ho una sola. Le sto sempre dietro, anche se è molto assennata e brava a scuola».

 

edoardo bennato

L' ha avuta anche alla vigilia dei 60.

«Sono stato sempre tardivo, la prima ragazza l' ho avuta a 23 anni. Il titolo del libro uscito ora per Baldini+Castoldi è Girogirotondo e viene da una canzone scritta per Gaia: "Siamo tutti sulla stessa barca, tutti della stessa razza. Ma i cattivi sfortunatamente sempre ai posti di comando, ah ah". E Koso è opera sua a cinque anni».

 

Chi è Koso?

«Il pupazzetto di un extraterrestre che le chiesi di disegnare per poterle spiegare delle cose facendole dire al pupazzo. Avendolo fatto lei, Koso può provocarmi, mettermi di fronte alle mie contraddizioni e incolparmi di tutti i mali del mondo. Venendo da un pianeta più avanzato, ha già visto tutto, sa più cose».

edoardo bennato

 

La più importante?

«Che quello che sembra non è ciò che è vero. Esempio: dal mio balcone a Napoli, sto guardando Capri, il mare è piatto, non c' è vento, tutto sembra fermo, invece, la Terra sta ruotando su se stessa a 1.700 chilometri all' ora, intorno al Sole a 100mila chilometri e si muove con il sistema solare a un milione di chilometri all' ora. Questo assurdo dovrebbe essere il presupposto per capire la realtà. E leggendo il codice latitudinale della Terra si spiegano poveri e ricchi, buoni e cattivi».

 

Cos' è il Codex latitudinis, sottotitolo del libro?

«Racconta l' umanità delle nostre latitudini che ha progredito dovendo aguzzare l' ingegno per adattarsi a climi mutevoli o ostili. Per il libro, ho disegnato Cristoforo Colombo che sbarca nelle Americhe con spada e caravelle, quello è lo spartiacque fra era antica e moderna. In quella immagine c' è la famiglia umana adulta che incontra la famiglia bambina e non si riconoscono come appartenenti alla stessa specie. Il razzismo arriva lì.

 

Nel corso di un lungo cammino gli esseri umani hanno visto cambiare colore della pelle, ma tutti hanno lo stesso potenziale, mi rifiuto di credere che a Oslo si nasca intelligenti e al Cairo no. Intanto, disegnavo Colombo e ovunque volevano buttarne giù la statua».

 

Nella sua infanzia, cosa sembrava vero e non lo era?

EDOARDO BENNATO GIANNA NANNINI

«Papà che tornava in bici, la sera, dall' Italsider di Bagnoli, e diceva a noi tre figli: ragazzi, tutto bene, tutto bene! Chi sa che passava in fabbrica: chiasso, fatica e la salute barattata con lo stipendio... E noi eravamo fortunati: i miei si amavano e mamma era eccezionale. Nei maschi, il rapporto con la madre è fondante: se è sano, hanno rispetto per le donne».

 

È sua madre quella della canzone Viva la mamma ?

«Portava avanti tutto lei, come sanno fare le donne anche quando sembra che comandino gli uomini. Diceva "il risparmio è il miglior guadagno", non ci ha mai fatto sentire disagi.

 

EDOARDO BENNATO CON BB KING

E s' inventò una scuola materna: sceglieva solo maestre che sapevano dare affetto ai bambini. Il codice latitudinale spiega anche il cammino di emancipazione femminile: alle latitudini più dure, come nel Nord Europa, le donne hanno ruoli di rilievo da tempo. So che un prof di Scienze Politiche o Sociologia può dire: Bennato, non è meglio che faccia canzonette?».

 

Suppongo che abbia la riposta pronta per il prof.

«Io sono laureato in Architettura e architetti e ingegneri costruiscono allo stesso modo in tutto il mondo perché hanno un parametro che è la legge di gravità. Le scienze umane non hanno un parametro acclarato, ma sarebbe un bene se lo trovassero. Il mio è un libro provocatorio il cui senso si rintraccia nella scena di me quindicenne che risolvo il problema del parcheggio del condominio».

edoardo ed eugenio bennato

 

E come lo risolse?

«In cortile, tutti parcheggiavano a caso. Per uscire, dovevi suonare venti campanelli per far spostare le macchine.Nessuno se n' occupava. Io dal quinto piano, osservavo. Un giorno, con la vernice bianca, dipingo le strisce per parcheggiare. Creo un codice e, magicamente, tutti lo rispettano. Un adulto l' avrebbero contestato, un ragazzino no».

 

Questa è anche un' autobiografia?

«Ho dovuto spiegare come sono arrivato qui. A 13 anni, avevo già girato il mondo su una nave da crociera suonando coi miei fratelli. E ho sempre viaggiato, per capire al di là della retorica. Ho conosciuto Salvador Allende, Fidel Castro, e ho scritto Arrivano i buoni : "Arrivano finalmente e hanno già fatto un elenco dei cattivi da eliminar... Ah Ah».

mogol lucio battisti

 

Il primo disco fu un flop, come poté non arrendersi?

«Ero entrato nell' etichetta di Mogol e Battisti. Mogol mi indica Lucio e mi fa: "Lo vedi questo? Il primo pezzo l' ho buttato nel wc, il secondo pure, al terzo ho iniziato a lavorarci". Battisti mi diceva "ao', prima o poi, verrà anche er momento tuo". Ma il primo album vende zero: dicevano che ero sgraziato. Allora, mi misi a suonare fuori dalla Rai.

Renzo Arbore mi vede, mi segnala a un festival e l' intellighenzia mi fa simbolo dell' insoddisfazione giovanile».

 

Oggi, lei che padre è?

«Seguo le indicazioni di mamma: sono affettuoso. Ma Gaia ha preso il suo posto e mi dà consigli: sembra che io guidi lei, ma lei guida me».

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