massimo d'alema alessandro alfieri dalema

“DA D’ALEMA PAROLE ROZZE” - IL COORDINATORE NAZIONALE DI “BASE RIFORMISTA”, LA CORRENTONA DEGLI EX RENZIANI DEL PD, FA IL PELO E IL CONTROPELO A “BAFFINO”: “LE SUE SONO FRASI CHE GUARDANO AL PASSATO E RIMESTANO RANCORI MAI SOPITI. È UNA CADUTA DI STILE” - LA REAZIONE STRINGATA DI GUERINI E QUELLA STRABORDANTE DI MARCUCCI: “D’ALEMA RIENTRA NEL PD E PARLA DI MALATTIE? LUI È UN ESPERTO, AVENDONE VISSUTE E PROVOCATE MOLTE…”

alessandro alfieri 2

1 - RENZI REPLICA A D’ALEMA: “È IL MOTIVO PER CUI NON SONO PIÙ NEL PD: IO CREDO NEL RIFORMISMO, LORO NEL DALEMISMO” – “LA RICETTA DEL DOTTOR D'ALEMA È AVERE IL 20 PER CENTO, STARE ALL'OPPOSIZIONE IN LARGA PARTE DELLE REGIONI, FARE CONVEGNI SUI DIRITTI SENZA APPROVARE ALCUNA RIFORMA, FARE SCIOPERI SUL LAVORO E SCOMMETTERE SU SUSSIDI DI CITTADINANZA”

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/rdquo-motivo-cui-non-sono-piu-nbsp-pd-io-credo-294771.htm

massimo d'alema regala la maglietta di totti a renzi

 

2 - UN CASO LE PAROLE DI D'ALEMA LA «PROFONDA IRRITAZIONE» DEL PD

Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il "Corriere della Sera"

 

(…) La linea per i democratici è tracciata. Ma la polemica non si spegne. Durissimo è Andrea Marcucci, che al tempo del renzismo (e in forza di quella leadership) è stato capogruppo dem in Senato. «D'Alema rientra nel Pd e parla di malattie? Lui è un esperto, avendone vissute e provocate molte fin dai tempi del Pci-Pds».

 

andrea marcucci - un giorno da pecora

Archiviato l'episodio, notifica altri progetti per il futuro: «Il Pd deve essere più ambizioso. Serve un congresso costituente, dopo l'elezione del capo dello Stato, per ripensare il partito, allargare il perimetro a una nuova classe dirigente moderata e riformista, impedire ritorni al passato».

 

(…)  Si associa, stringatissimo, al segretario, un esponente di primo piano di quell'area, il ministro Lorenzo Guerini: «Bene Letta. Guardiamo al futuro».  Stesso schema per Dario Parrini, senatore della stessa area: «Le stantie polemiche sul passato tra leader del passato sconcertano elettori effettivi e potenziali del Pd».

 

massimo d alema matteo renzi

La capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani, anche lei proveniente dai ranghi renziani, fa suo il tweet di Letta e non aggiunge altro. Dall'area a cui fa riferimento, Comunità democratica, apre invece il fuoco Stefano Lepri: «La stagione del renzismo ha avuto pregi e difetti.

 

Però considerarla una malattia offende la maggioranza degli elettori che a suo tempo la vollero. Più che la solita supponenza, da D'Alema avremmo apprezzato un po' di autocritica e anche le scuse per giustificare la volontà di rientrare nel Pd: la sua ambizione di fondare un nuovo partito è già fallita».

MASSIMO DALEMA ENRICO LETTA

 

2 - ESPLODE L'IRA DEI RIFORMISTI DEM «L'EX PREMIER RIMESTA RANCORI»

Domenico Di Sanzo per "il Giornale"

 

Rieccolo. E con lui le divisioni all'interno della sinistra italiana. Le parole dell'ex premier Massimo D'Alema, ora tra i bersaniani di Articolo 1, sulla fase renziana del Pd, paragonata a «una malattia terribile che è guarita da sola, ma che c'era», preludio a uno scioglimento del partito ora guidato da Roberto Speranza e a un ritorno nel Pd degli scissionisti, hanno segnato una giornata di passione e polemiche al Nazareno come non se ne vedevano da tempo. Sulle barricate la vasta area che per semplificazione definiamo degli ex renziani.

 

alessandro alfieri 1

Parlamentari che rappresentano una parte consistente dei gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama e che non hanno mai rinnegato la stagione della leadership di Matteo Renzi. Tra i più risentiti c'è sicuramente il senatore Alessandro Alfieri, coordinatore nazionale di Base riformista, la corrente di cui fanno parte anche l'ex braccio destro di Renzi Luca Lotti e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

 

MASSIMO DALEMA E MATTEO RENZI

«Enrico Letta ha voluto le agorà come progetto di apertura e coinvolgimento di tutti coloro che credono nei valori e nei principi del centrosinistra, anche favorendo ricomposizioni con chi ha abbandonato il Pd», reagisce Alfieri. Che bolla le parole di D'Alema come «rozze». Frasi che «guardano al passato e rimestano rancori mai sopiti».

 

Al telefono con Il Giornale il senatore ribadisce di parlare «a nome di un gruppo di persone che si riconoscono nell'area riformista» e ripete più volte che «quella di D'Alema è una caduta di stile». Parla di un Pd «plurale», chiamato al compito di tenere insieme «diverse sensibilità».

ENRICO LETTA MASSIMO DALEMA

 

«Le Agorà lanciate dal segretario Enrico Letta vanno in questo senso - prosegue - vanno soprattutto nel senso di coinvolgere persone nuove che non si sono mai avvicinate alle politiche, persone che condividano i valori e i principi della comunità democratica, non va bene quando si inizia con questi presupposti, nel voler rimestare rancori che ci siamo lasciati alle spalle».

 

Insomma, «non abbiamo bisogno di guardare al passato, non abbiamo bisogno di queste cadute di stile, speriamo che sia stato un errore di cui prendere atto velocemente». In Base riformista sono state accolte positivamente le dichiarazioni di Letta, che ha stigmatizzato abbastanza duramente l'uscita spericolata di D'Alema.

 

ENRICO LETTA ANDREA MARCUCCI

«Abbiamo apprezzato molto le parole del segretario, che confermano che il progetto delle Agorà vuole guardare al futuro e vuole valorizzare tutte le energie positive che guardano con attenzione al Partito Democratico», ci conferma Alfieri.

 

Resta un interrogativo: D'Alema quindi sarà un semplice tesserato del Pd? «Beh prima di prendere la decisione di entrare nel Pd immagino che Articolo 1 debba fare un congresso, se ritengono chiusa quell'esperienza dovranno fare i conti con il fallimento del percorso che hanno fatto, evidentemente il loro è un progetto fallito, ma si tratta di un tema che riguarda loro», risponde il parlamentare di Base riformista.

 

massimo d'alema mario orfeo matteo renzi

«Il nostro tema comunque è costruire con chi vuole guardare avanti e non con chi ha la testa rivolta al passato, se ci sono questi presupposti qui come si fa a guardare al futuro», puntualizza. Meglio parlare di concretezza, in una fase in cui «abbiamo davanti le emergenze del paese, dall'uscita dalla crisi pandemica allo sfruttare al massimo il Pnrr». Senatore Alfieri, si aspetta delle scuse da D'Alema? «Essendo un uomo intelligente penso si possa rendere conto da solo dell'errore che ha fatto».

alessandro alfieri andrea marcucci redditometro dei politici le iene

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?