zadie smith

“IL TEMPO È COME SPENDI IL TUO AMORE” - ZADIE SMITH, LA FENOMENALE SCRITTRICE ANGLO-GIAMAICANA SI RACCONTA: “STO LONTANA DAI SOCIAL COME UN’ALCOLISTA DALLA VODKA” – “È STATO DURO SPIEGARE AI MIEI FIGLI PERCHÉ MICHAEL JACKSON SI ERA SCHIARITO LA PELLE. DIFFICILE SPIEGARE L’ODIO PER SE STESSI” – “I POETI COME MIO MARITO VIVONO L’AMORE MEGLIO DI NOI ROMANZIERI. TUTTI VOGLIAMO ESSERE DEGNI DI ESSERE AMATI, MA QUALCUNO DEVE OCCUPARSI DI AMARE, CHE È PIÙ DIFFICILE’’

Luca Mastrantonio per 7 - Corriere della Sera

zadie smith

 

Chiamiamo Zadie Smith per l’intervista e risponde con un sms: «Quale intervista? Non ricordo, sono dal parrucchiere. Chiedo scusa». Dopo un’ora è tornata a casa, al Greenwich Village, dove vive con il marito Nick Laird, poeta nordirlandese, due figli e un cane (hanno lasciato Londra per New York anni fa).

 

Le telefoniamo. La voce è sottile ma chiara, il tono oscilla tra gentilezza spontanea e scetticismo auto-ironico. Partiamo dal suo nuovo libro, Grand Union, una raccolta di racconti (Mondadori). La sua prima, dopo romanzi e saggi. C’è varietà di registri e soggetti: una festa di stili, temi e punti di vita. In un articolo su The New York Review of Books lei ha rivendicato l’incoerenza del suo carattere, la contraddittorietà, che la porta a immaginarsi nei panni degli altri: se pranza con uno zio devoto si immagina testimone di Geova, se la sua amica pakistana le trucca le mani, si pensa come sua sorella.

 

zadie smith

«Sono una voyeuse delle pari opportunità: se entro in una casa immagino come sarebbe viverci dentro. Quando incontro le altre persone sembrano molto sicure di sé, più di me, forse è strano essere meno sicuri di sé. Ma io sono così».

 

Lei si è descritta come introversa/ estroversa. I timidi sono narcisi?

zadie smith

«Non penso di essere estroversa, però continuo a pubblicare e sembra un tentativo d’attirare l’attenzione. Entrambi gli aspetti sono veri. Mi piace esibirmi, ma in un’accezione diversa rispetto ai miei fratelli (Ben e Luke sono attori e musicisti, ndr). Non mi piace essere presente nel momento della performance. La scrittura è efficace in questo senso: ci si esibisce, ma non si è sul palco nel momento in cui si va in scena, è adatto al mio modo di essere».

 

Su «Brexit» ha criticato la demagogia dei populisti, ma pure la miopia dei progressisti. Ora la Brexit è realtà storica: cosa prova?

zadie smith

«Sono alle prese con i nostri disastri americani. Sento la Brexit molto lontana. Ho parlato con i parenti e so che tutti sono esausti, depressi. Ma per me è troppo tenere il passo con due apocalissi contemporaneamente... esiste il plurale di apocalisse? Apocalissi, non so».

 

Anni fa, quando ci sentimmo per «Swing Time», lei disse che suo marito era dipendente dalle news su Trump: è migliorato?

zadie smith

«Siamo tutti esausti per Trump. C’è un giornalismo Trump-demented, ossessionato: arte, film, libri. In particolare per gli uomini, le news danno dipendenza. Hanno lo stesso ruolo dell’idea di virilità: “Devi mantenere la tua area sicura e cacciare”. Vanno a caccia di informazioni, ma non cambia nulla».

 

Come difendersi?

«I figli aiutano. E la cultura. Già da bambina evadevo la realtà con libri e canzoni. Siamo andati a vedere American Utopia di David Byrne, che ha cantato le canzoni dei Talking Heads, bello, un’utopia svanita quando siamo usciti dal teatro, ma finché eravamo lì sembrava un’America diversa. Un sogno».

zadie smith con il marito, il poeta Nick Laird

 

Ci racconta un sogno fatto?

«In uno c’è uno tsunami e vengo sopraffatta dalle onde: è ricorrente. Sempre uguale. Noioso, no?».

 

Di sicuro brutto. Un sogno bello?

zadie smith

«Circa 30 anni fa ho sognato di essere ad una festa in casa e di incontrare John Lennon, che era ancora giovane e mi dava un bacio».

 

Zadie Smith con il fratello

Un british che si trasferì a New York. Cosa la colpisce di più degli americani rispetto agli inglesi?

«L’amore per gli animali; è forte anche in Inghilterra, ma qui è più intenso. Non ho mai visto la stampa animarsi tanto per le vittime durante la guerra in Iraq come quando un soldato ha gettato un cane da una rupe in Afghanistan. Migliaia di persone morte nel corso delle ultime guerre sciocca meno di un cane? C’è un amore forte per gli animali, certo, e pure tanta ipocrisia».

 

Zadie Smith

I paradossi della pet-therapy?

«Il governo americano è duro con i suoi cittadini, la vita è brutale: tre settimane di ferie in un anno, se si è fortunati, dopo un figlio si torna subito a lavoro. Allora gli animali sono un conforto: un gatto, un cane, un cucciolo è una tregua, una distrazione dal mondo».

 

Per questo ha dedicato il libro al suo cane, un carlino, Maud?

Zadie Smith

«Il suo nome mi piace molto, ma la cosa buffa è che Maud non è per niente interessata a me: è un po’ una piccola fascista, non è una persona piacevole. L’abbiamo preso ispirati da Beatrice von Rezzori, la baronessa (che organizza un Premio letterario per stranieri tradotti, ndr) che aveva molti carlini a Firenze. Maud ha radici italiane».

 

zadie Smith

Si ricorda la nostra lingua?

«Un po’. Mi piace la parola “spaccare”. Mi tengo allenata guardando serie tv. Suburra, ma era troppo violenta, ho gettato la spugna, e Liberi sognatori, storie di persone che si sono opposte alla mafia e hanno fatto una brutta fine: della serie, si può essere brave persone, ma non funzionerà. C’è pure l’attore che fa il secondo ispettore di Montalbano: magro, capelli scuri, è molto bello, sembra un giovane cervo ( Peppino Mazzotta, ndr)».

zadie smith

 

Anche Luca Zingaretti è bello.

«Sì, è molto affascinante. Il fratello ( Nicola, ndr) meno».

 

Nel racconto Grand Union riavvolge la sua discendenza materna incontrando anche chi non c’è più. Lei chi vorrebbe rincontrare?

«Mi piacerebbe incontrare nuovamente mio padre. Per passeggiare insieme, con lui, ancora in Italia. Quando ero più giovane credevo di voler incontrare scrittori che avevo ammirato, come Virginia Woolf; ma ora a 44 anni conosco molti scrittori e so che il lato migliore di qualsiasi scrittore sono i libri».

 

ZADIE SMITH

Mi sono appuntato una frase da «L’uomo autografo». Il protagonista si sorprende che “quando si eliminano i litigi, ciò che resta è l’amore, una immensa quantità di amore, che trabocca fuori di te”. Come possiamo eliminare i litigi?

«Non mi ricordo di aver scritto quella frase, suona giovanile, di quando pensi che ogni problema si risolve con una conoscenza aforistica. È bella! Ma è difficile metterla in pratica, litigo con tutti su tutto: su vestiti, razza, politica. Perciò non uso Twitter, tirerebbe fuori la parte peggiore di me, sto lontana come un alcolista dalla vodka, i social accentuerebbero il mio narcisismo».

 

zadie smith

Con suo marito litiga molto?

«Tanto, come tutte le persone sposate. Però meno di prima. A volte, entrambi lasciamo perdere: un po’ per sfinimento e un po’ perché invecchiando si realizza che non c’è una vincita, né un vincitore? Chi o cosa si vince? O si è gentili ed empatici vicendevolmente o si accetta che entrambi si è un disastro. Da giovani si pensa ancora che prima o poi si esporrà l’argomentazione perfetta e l’altro dirà “Ah sì, hai completamente ragione”».

 

Sull’amore cita spesso suo marito. Le sue poesie la ispirano ancora?

michael jackson madonna 5

«Ho usato per un mio libro il suo verso “il tempo è come spendi il tuo amore”. La sua poesia ha pazienza e mostra capacità di amare. Tutti vogliamo essere degni di essere amati, ma qualcuno deve occuparsi di amare, che è più difficile. L’amore è una specie di esercizio. I poeti sono molto attenti alle piccole cose, ai momenti, alla luce, a quello che succede, mentre gli autori di romanzi sono pieni di teorie sulla vita che poi vivi e scopri che non è così... Siamo pieni di ideali, ingenui, umili e questa cosa diverte i lettori, credo. La poesia è più capace di vivere, è questo che imparo da Nick: un’attitudine a vivere, piuttosto che a pontificare come sto facendo proprio ora. Della sua poesia mi piace il mix di mascolinità tradizionale e vulnerabilità preziosa, qualcosa che si può ritrovare nel mondo di Ted Hughes: ma spero di non finire come Sylvia Plath con la testa in un forno, Gesù Cristo!».

michael jackson 3

 

La sua ultima raccolta di saggi è «Feel free». Oggi cosa le fa sentire di essere libera?

«Nuotare mi fa sentire libera. Sono una newyorkese, quindi vado a correre, mi alleno, ritengo che anche queste forme di autopunizione possano portare gioia. Ma nuotare in mare è la cosa migliore che mi venga in mente. Anche le piscine sono belle. Non c’è lusso maggiore di avere una piscina: chi ha una piscina non dovrebbe chiedere di più dalla vita e invece lo fa».

 

Quand’è che invece sente la sua libertà minacciata, in pericolo?

«Passerò per luddista, ma sapere che prima o poi, attorno ai 13/14 anni, dovrò dare ai miei figli degli smartphone mi fa imbestialire. Ora resisto, ma non c’è via di uscita, sarebbero emarginati dal sistema scolastico e poi universitario. Odio questi telefoni, penso siano letali per lo sviluppo dei giovani: ti localizzano, sono progettati per creare dipendenza... come se un’intera società, un governo e un’istituzione privata mi dicessero: “A 14 anni tuo figlio deve assumere eroina, tutti sono dipendenti dall’eroina”. Lo trovo vergognoso! Ma non ho scelta ed è lesivo della mia libertà».

 

Oltre alla dipendenza, qual è il rischio principale di una vita digitalmente iperconnessa?

pedoni e telefonino 8

«Oggi si fa fatica a esercitare il proprio pensiero individuale, indipendente, l’oggetto che abbiamo in mano è strumento con cui si scrive, si pensa, si lavora, ci si nutre, si ama... e mira a rendere smart la nostra casa, la nostra vita, ma quello che è smart spesso per noi è stupido, perché ci sono algoritmi e automatismi più complessi di noi che ci stimolano e ci punzecchiano in continuazione. Così si è delusi da quello che si è scritto o fatto. I social creano una narrazione di noi che sembra dotata di senso, ma non è così. Sì, siamo sempre stati influenzati dalla cultura, dai media, dalla famiglia e dalla comunità: hanno un effetto calmante. Uno dei motivi per cui non corro nuda per strada è perché i miei cari e gli amici non approverebbero. Ma questa disapprovazione ha un carattere limitato, nella mia vita. Invece soprattutto per i più giovani oggi l’approvazione o disapprovazione sociale è totale, invasiva, rende schiavi».

 

WOODY ALLEN E MARIEL HEMINGWAY IN MANHATTAN

Tre anni fa, disse che non lascia sua figlia più di 5 minuti davanti allo specchio: è ancora così?

«Ecco come il web fraintende. Parlavo di Tolstoj e della felicità familiare, dicevo che impiego circa 6-8 minuti per mettermi quello che mi metto in faccia e non vorrei sprecarlo e a mia figlia dico: “Perché dovresti fare qualcosa che tuo fratello non farebbe? È tempo che togli alla tua vita”. Mia figlia prenderà le sue decisioni sulla femminilità, ma io personalmente non ho tempo per questo. Mi dà fastidio dedicare tempo a depilarmi le gambe, lo faccio e mi odio perché lo faccio solo per non provare imbarazzo, ma so che non ci credo. Non credo dovrei preoccuparmi di depilarmi le gambe eppure lo faccio: è motivo di tedio e odio per me stessa».

 

Altri modi di tempo sprecato?

woody allen

«Il baseball e i videogiochi! Ma è un assurdo fastidio materno: trovo giocare ai videogiochi una cosa senza scopo, ma io faccio lo stesso quando suono il pianoforte!».

 

Qual è stato l’argomento più difficile da trattare con i suoi figli?

«Perché Michael Jackson si è schiarito la pelle. Preferirei rispondere a qualsiasi domanda sulla sessualità piuttosto che rispondere a questa: è difficile spiegare l’odio per sé stessi, il disgusto verso la propria persona, e bisogna anche parlare di una società che addirittura lo incoraggiava in tal senso».

 

Con Michael Jackson e le ombre che lo avvolgono il rischio è confondere l’artista e la sua arte. Con Woody Allen, attaccato dal #MeToo, si corre lo stesso rischio?

zadie smith

«No, non penso. I difetti di Woody Allen come persona sono presenti anche nei suoi film. Da ragazza ero una grande fan, ma non mi ero resa conto che fosse un misogino impressionante, lo è sempre stato, i suoi film in parte ne parlano e Manhattan ne è l’esempio più classico: i difetti estetici e quelli etici sono gli stessi. Annie è un mezzo personaggio, perché lui capisce molto poco delle donne. Ma capisce molte cose, nei suoi primi film, circa la sua particolare forma di inadeguatezza, la tipologia di uomini sessualmente preoccupati, capisce molto di tante cose. E ci sono tante altre cose che non hanno alcuno spazio nelle sue opere. E una totale mancanza di valori morali nella sua vita. Ed è tutto qui. Il nostro giudizio, in un modo o nell’altro, non aggiunge nulla e non toglie nulla».

Zadie Smith con il marito Nick Laird

 

I suoi progetti per il futuro?

«Ho da scrivere due romanzi. Vorrei fare un viaggio in Giappone. E voglio tornare a Roma, invecchiare. Forse mi chiameranno “la Smith” (in italiano, ndr) come dicono quando una donna diventa vecchia e abbastanza sopra le righe per meritarsi anche il giusto articolo con il nome».

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…