1. MATTEO NON VA PIU’ VELOCE. LA PAROLA CHIAVE DEL MOMENTO È “RALLENTAMENTO” 2. IL GIOCO NON FUNZIONA PIÙ. IL CALO PREOCCUPANTE DELL’INFLAZIONE CERTIFICA CHE GLI 80 EURO SONO SERVITI A PAGARE RATE, MULTE E DEBITI, NON A RILANCIARE I CONSUMI 3. L’ECONOMIA RALLENTA E IL CASTELLO DELLA FINANZA PUBBLICA, COSTRUITO SU PREVISIONI DI PIL IN AUMENTO DELLO 0,8%, ONDEGGIA PAUROSAMENTE. SULLE RIFORME, SLITTAMENTO DELLA LEGGE ELETTORALE CHE ERA PROMESSA PER LUGLIO, E NUOVA FUGA IN AVANTI CON ANNUNCI FUMOSI SULLA GIUSTIZIA TANTO PER RIEMPIRE I VUOTI 4. IL ROTTAM’ATTORE SI FA ATTORE E BASTA. ATTORE DI UNA PIÈCE LENTA E IN BIANCO E NERO. CHISSÀ SE NE HA LA DEMOCRISTIANISSIMA CAPACITÀ, TANTO PER SBARCARE L’ESTATE

A cura di Minimo Riserbo (Special Guest: Pippo il Patriota)

 

 

1. MATTEO NON VA PIU’ VELOCE

r RENZI PADOAN huge r RENZI PADOAN huge

“Crescita, rischio Pil negativo anche nel secondo trimestre”. Questo titolo letteralmente insensato del Messaggero (p.5) rende bene l’idea del momento che stiamo attraversando. Messo insieme all’intervista del ministro Pier Charly Padoan al Sole 24 Ore di oggi, nella quale ammette che un rallentamento del Pil avrebbe un impatto inevitabile sui conti pubblici, ci regala la parola chiave del momento, che è appunto “rallentamento”.

 

Renzie si è distinto finora per essere uno che non stacca il piede dall’acceleratore e punta sempre più forte, di fronte a un ostacolo. Ma adesso il gioco non funziona più. Il calo preoccupante dell’inflazione certifica che gli 80 euro sono serviti a pagare rate, multe e debiti, non a rilanciare i consumi. L’economia rallenta e il castello della finanza pubblica, costruito su previsioni di Pil in aumento dello 0,8%, ondeggia paurosamente. Sulle riforme, slittamento secco della legge elettorale che tanto sta a cuore al Quirinale ed era promessa per luglio, e nuova fuga in avanti con annunci fumosi sulla giustizia tanto per riempire i vuoti.

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

 

Il Rottam’attore si fa attore e basta. Attore di una pièce lenta e in bianco e nero. Chissà se ne ha la democristianissima capacità, tanto per sbarcare l’estate.

 

2. CON LE TOGHE MEGLIO NON LITIGARE

Una politica con la coscienza perennemente sporca, vedi Mose ed Expo2015, si appresta dunque a discutere una necessaria riforma della giustizia nel sacro terrore della magistratura associata. Il Corriere annuncia festoso “la ricetta del governo in12 punti. Dal Csm al divorzio senza giudice, stallo sulle intercettazioni. Renzi: due mesi per le proposte. I cittadini potranno inviare le loro opinioni sul sito di Palazzo Chigi”, ma intanto il Parlamento va avanti sulla responsabilità civile dei giudici, che per la categoria è tema assai indigesto (p. 8). La Stampa si rivende: “Renzi: processo civile in un anno. Il premier lancia la riforma: ‘Basta carriere per appartenenza’. Ma frena sulle intercettazioni” (p. 8).

ibancomat indexibancomat index

 

LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHILA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHI

Però, come osserva giustamente Massimo Giannini su Repubblica, non è stato approvato alcunché in Cdm e quindi siamo di fronte a una riforma virtuale. Annunciata ma non specificata (p. 1). Insomma, siamo alle solite. Sotto le conferenze stampa, nulla. Duro anche il Cetriolo Quotidiano: “Giustizia, una paginetta spot per poi discutere con Silvio. Due mesi di chiacchiere in arrivo” (p. 6).

 

Intanto su Libero l’allarme di Iva Zanicchi: “Dell’Utri in cella sta male e gli negano pure il ventaglio. ‘Marcello è cardiopatico, prende 16 medicine al giorno e soffre il caldo” (p. 11). Mentre sul Cetriolo si fa intervistare il procuratore aggiunto di Milano Ferdinando Pomarici, che denuncia: “Csm sconcertante: le regole valgono pure per i capi. Dissento se Napolitano dice che chi guida una procura può non osservare le norme” (p. 10).

 

Ferdinando PomariciFerdinando Pomarici

3. CIAO CIAO, ITALICUM

Con quel suo nome sfigato, la legge elettorale si allontana sempre più. Persino la Repubblica dei renziani oggi scrive: “Il piano inclinato dell’Italicum, la legge elettorale slitta ad ottobre. Anche il rischio di agguati in aula sta facendo ritardare l’esame dei due testi” (pp. 10-11). Per Libero, invece, “Silvio blinda l’Italicum e frena i dissidenti. Berlusconi vuole tenere fede all’accordo con il premier. Ma avverte: nessuna apertura al M5S” (p. 9)

 

Intanto è ripreso l’esame della riforma di Palazzo Madama e la Stampa fa notare: “L’elezione del Quirinale, ostacolo per il nuovo Senato. Si deve allargare la platea per non creare squilibri con la Camera. Ieri il primo giorno di votazioni è filato liscio, ma tutti guardano alla riunione di Fi di giovedì” (p. 10).

Il Corriere ci rassicura sul fatto che “il premier non teme agguati: rallentano solo i tempi. Ai suoi spiega però che la minoranza del Pd è riuscita a dare più forza a Berlusconi” (p. 9)

 

robledo e bruti liberati 1robledo e bruti liberati 1

4. EURO-FOLLIES & RIMPASTO

Come volevasi dimostrare, da bravo ciellino, Lupi non molla il pascolo dell’Expo. Al Corriere annuncia tutto compìto: “Lupi: rimpasto di governo? Gli italiani non capirebbero. ‘Rinuncio a Strasburgo: resterò ministro’. La decisione concordata con il leader di Ncd Alfano” (p. 13). Sulla Stampa si ride con “Il premier resiste alle pressioni. ‘Avanti con la Mogherini’. L’Italia continua a puntare su di lei per guidare la politica estera della Ue. Il 16 luglio il vertice decisivo per decidere le nomine in Europa” (p. 7). Intanto, per quattro mesi, “Commissione, Nelli Feroci al posto di Tajani” (Sole, p. 2)

 

5. UNITI CONTRO GOOGLE

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberatia sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

Il Sorgenio De Benedetti e Fidel Confalonieri tornano a chiedere la tassa ad hoc contro i big di Internet come Google, ricordando a Renzie che era un suo preciso impegno e chiedendo che diventi un punto della sua agenda per il semestre di presidenza europea (Repubblica, p. 11). Fa una certa impressione vedere i capi di due imperi editoriali che si sono spennati in tribunale mettersi insieme contro i big del web. Che Espresso e Mediaset siano un po’ tagliati fuori dai grandi giri?

 

6. ORA E SEMPRE SFIG-MECCANICA

BERLUSCONI IN SENATO PER LA FIDUCIA AL GOVERNO LETTA FOTO LAPRESSE BERLUSCONI IN SENATO PER LA FIDUCIA AL GOVERNO LETTA FOTO LAPRESSE PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI

Arresti “postumi” per l’ex capataz di Finmeccanica, Lorenzo Guarguaglini: “Portarono 800mila euro in un borsone da calcio’. I pm: fondi neri e tangenti. Arrestato Guarguaglini. Inchiesta sull’appalto dei rifiuti Sistri. L’ex presidente Finmeccanica ai domiciliari. Il manager: ‘Io del tutto estraneo’. La Procura: ‘Partiti importanti fra i destinatari delle mazzette” (Corriere, p. 19). Da Repubblica, un particolare assai triste: “E gli altri indagati si sfogarono: ‘Perché noi in manette e lui no?” (p. 16). Sul Messaggero, un particolare pesante: “La segretaria: ho visto consegnare un borsone” (p. 14).

 

7. NON CI PIACE PAGARE LE TASSE

Federica Mogherini Federica Mogherini

Grande e improvviso piagnisteo contro le banche, con i lavoratori che fanno muro contro l’obbligo di usare il Pos come in tutti i paesi civili. Hanno ragione loro: non sono previste sanzioni e quindi continueremo con il finto sconticino in nero dell’idraulico. Il Corriere racconta: “Costi recordi per i Pos, rivolta dei negozi. Bancomat obbligatorio per gli autonomi, spese fino a 600 euro al mese. Le associazioni: servono zero commissioni” (p. 25).

 

capal25 ambasciatore ferdinando nelli feroci marta dessucapal25 ambasciatore ferdinando nelli feroci marta dessu

Sulla Stampa, bel pezzo di Gramellini, per il quale Pos significa “Pagare onestamente stanca” (p. 1). E ancora, la posizione di professionisti (della dichiarazione) e autonomi: “Il bancomat? Lo avremo quando ci sarà la multa” (p. 11). Tanto è vero che secondo il Messaggero per il momento si sarebbe adeguato solo il 20% (p. 13).

 

8. PERLE DI SAGGEZZA POSTUMA

“De Benedetti jr: Sorgenia un insuccesso” (Messaggero, p. 18). Coraggiosa ammissione di Rodolfo a babbo vivo. 

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?