giovanni floris

IL PIANO B DI FLORIS: “SOGNO DI FARE L'ALLENATORE E DI APRIRE UNA TRATTORIA” – IL GIORNALISTA PARLA DELL’AMICO PAOLO GENOVESE E DEL FATTO DI CRONACA CHE HA COINVOLTO SUO FIGLIO PIETRO: “UNA VICENDA COSÌ TRAGICA È L' INCUBO DI OGNI GENITORE” – "BEPPE CASCHETTO? NON LO DEFINIREI MAI UN AGENTE, LUI È UN INTELLETTUALE PRESTATO AL LAVORO DI AGENTE"  – E POI LA FORNERO, LE SARDINE, SANTORO, LA ROMA E IL SALUTO ”ALÉ”: “ERA IL MODO IN CUI…”

giuseppe conte con giovanni floris a dimartedi' 4

Elvira Serra per il “Corriere della Sera”

 

Quanto fa ingrassare la scarpetta?

«Molto, lo sperimento su di me».

 

Qual è il rimedio casalingo contro le punture di vespa?

«La moneta da cento lire?».

 

Come si debellano per sempre gli acari?

«Tanta aria e sole?».

Non sia così sorpreso: sono alcuni dei temi che avete trattato a «DiMartedì».

«Ah, ma è roba vecchia! Fummo molto presi in giro... Ma noi cambiamo sempre, è il nostro tratto. Ci adattiamo. Oggi il programma è molto diverso da allora».

 

E oggi cosa funziona di più?

«Le interviste e i confronti con i giornalisti».

giuseppe conte con giovanni floris a dimartedi' 6

 

Giovanni Floris indossa scomodamente i panni dell' intervistato, nella sua casa romana del quartiere Nomentano. Ma non si sottrae alle domande. E la persona che svela aderisce al personaggio che esibisce ogni martedì sera in tv da diciotto anni: un professionista serio, educatissimo e con un grande pudore per il suo privato (di cui comunque parlerà).

 

Il nome «Ballarò» non fu scelto da lei. «DiMartedì», invece?

« Ballarò fu suggerito dalla moglie di Paolo Ruffini, dava l' idea del confronto delle idee.

DiMartedì l' ho scelto io. Serviva un nome facile per ripartire».

 

giuseppe conte con giovanni floris a dimartedi' 2

Aldo Grasso la chiama «Giovanni Alé Floris»: da dove arriva «alé»?

«Dalla seconda puntata di Ballarò: è il modo in cui ci salutavamo io e mia moglie appena conosciuti. La prima sera non lo dissi e non andò bene. Lo introdussi la seconda e da allora è rimasto».

 

«DiMartedì» oggi è il talk politico più seguito. Ma è anche il più lungo: come si prepara alla sua maratona in tv?

«Aggiunga che è anche quello con più pubblicità! Il rituale del martedì è questo: mi sveglio alle 7-7.30 e ascolto il Gr Rai. Poi mi alzo e leggo tutti i quotidiani. Faccio colazione. Rivedo con la mia squadra i blocchi perché di sicuro tre o quattro ospiti danno forfait e bisogna rimpiazzarli.

 

Rivedo la scaletta e aggiungo domande qua e là. Pranzo intorno a mezzogiorno e mezzo. Poi dormo fino alle 15. Doccia, barba e vado in redazione. Alle quattro e mezzo cominciamo con le parti registrate, alle 21.15 siamo in diretta».

 

giuseppe conte da floris

Con Elsa Fornero operazione simpatia?

«No, semmai operazione serietà. Ho grande stima del modo in cui ha interpretato il ruolo di politico, rimanendo in circolazione, dopo, per prendersi la responsabilità delle sue iniziative. È anche molto spiritosa, dimostra che non bisogna mai fidarsi dell' apparenza».

Come nel suo ultimo romanzo, L' invisibile.

«Stavo pensando a quello, in effetti. Alla base del libro c' è il principio che l' apparenza è solo un elemento su cui valutare le persone, non deve essere l' unico».

floris

A «DiMartedì» il pubblico applaude sempre, qualunque cosa dica l' interlocutore.

«Per me era un cruccio. Ora invece penso che sia un bene: tanti applausi, nessun applauso. Il pubblico è fatto di 300 persone, alcuni sono figuranti. Basta che cominci uno».

 

In 18 anni ha saltato solo una puntata.

«A Ballarò , nel 2009. Avevo l' influenza A/H1N1, c' era ospite la ministra Mariastella Gelmini che era incinta. L' allora ministro della Salute mi dissuase dall' andare in onda per il rischio contagio».

 

In diretta con la febbre?

«Anche con 40!».

 

Ha intervistato il Dalai Lama, Condoleeza Rice segretario di Stato americano, politici, economisti. Per chi era più emozionato?

«La mia paura più grande è risultare impreparato, ma è anche la mia fortuna, perché mi costringe a studiare tantissimo. Però non arrivo mai a confondermi con chi intervisto».

 

L' hanno chiamata il Vespa di sinistra. Come lui, scrive libri. Intende produrre vino?

«No, ma consumarlo sì, mi piace rosso! Quanto al soprannome, era l' inizio. I modelli erano Vespa e Santoro. Se sostituire Santoro sembrava impossibile, per la stampa più critica io sarei diventato come Vespa».

antonio di bella giovanni floris foto di bacco

 

Con Santoro come sono i rapporti?

«Molto buoni. Ho la fortuna di avere i suoi suggerimenti per DiMartedì. Credo che conosca la tv come pochi».

 

Quando era al Giornale Radio Rai ha girato il mondo. Quale Paese le è rimasto impresso?

«Il Cile mi colpì molto, parliamo della metà degli anni 90. Ero in taxi, faceva caldo e avevo il finestrino abbassato, ma gli altri automobilisti li tenevano chiusi. Chiesi al tassista come fosse possibile e lui rispose che fingevano di avere l' aria condizionata: erano poveri, ma non volevano darlo a vedere».

 

Il suo «11 Settembre».

franca leosini giovanni floris foto di bacco

«Ero a casa del vicedirettore del Giornale Radio Rai, Fernando Masullo, che ce l' aveva prestata, a me e a mia moglie, per il periodo della mia sostituzione estiva: agosto e settembre 2001. Non appena vedemmo le immagini dei telegiornali feci il primo collegamento, poi corsi a piedi verso le Torri Gemelle, ma non facevano passare nessuno. Allora salii su un taxi e andai in redazione, a Central Park».

 

Ha avuto paura?

«Lavoravo tantissimo e non potevo avere paura. Credo di avere imparato in quei mesi a non farmi trascinare dall' emozione».

 

In sala ci sono due foto bellissime affiancate, nella stessa cornice: in una Giovanni Floris è con la moglie Beatrice Mariani, autrice per Sperling, e i due figli Valerio e Fabio. Sono serissimi. Nell' altra saltano e ridono tutti insieme. È un regalo della sorella, lo scatto è di una sua amica fotografa.

franca leosini giovanni floris foto di bacco (2)

 

I suoi figli giocano a calcio?

«Sì, entrambi».

 

E lei fa il papà-allenatore contro l' arbitro?

«Non posso, perché sono riconoscibile: a me tocca sempre calmare le acque... Però fare l' allenatore mi piacerebbe: vorrei tanto seguire il corso a Coverciano, ma temo che sia impossibile, pare serva il tesseramento».

 

Magari la Figc ora fa un' eccezione.

«Il mio sogno, quando smetterò di fare questo lavoro, è diventare allenatore di una squadra di dilettanti e aprire una trattoria».

 

Il 1° marzo c' è Cagliari-Roma. Per chi tiferà?

«Sono romanista sfegatato, ma la mia seconda squadra è il Cagliari. Speriamo che per quella data il pareggio convenga a tutte e due».

 

GIOVANNI FLORIS SILVIO BERLUSCONI

Al suo matrimonio diede ai tavoli i nomi del giocatori della Roma: gli sposi con Totti. Non mi sorprende troppo che lei lo abbia fatto, quanto che sua moglie glielo abbia permesso!

«Ma lei è tifosa quanto me! Guardi (prende una foto che immortala un bacio di coppia davanti al Roma Club Testaccio, ndr ): era il 2001, l' anno dello scudetto, indossavamo entrambi la maglia numero 11 di Emerson che ci eravamo regalati per i nostri undici anni insieme».

 

Ha scritto un libro con sua moglie e uno con sua madre. Le dispiace non aver fatto in tempo a scriverne uno con suo padre Bachisio?

giovanni floris 11

«È limitativo pensare di non aver scritto un libro con lui... Mio padre era un uomo di un' intelligenza superiore. Era un bancario che lavorava moltissimo, ma si creava uno spazio di libertà e di arte come autore di cabaret. Ha lavorato con Gastone Pescucci, Sergio Leonardi, I Brutos».

 

Cosa ha ereditato dai suoi genitori?

«Da mia madre il rigore, la disciplina. Da mio padre la capacità di vedere le cose in maniera distaccata e con ironia».

 

Quanto è stato importante nella sua carriera l' incontro con l' agente Beppe Caschetto?

«Era il 2008, ma la mia carriera era già decollata. Non lo definirei mai un agente: lui è un intellettuale prestato al lavoro di agente. Sa interpretare i contesti, ha una profonda chiave di lettura della vita».

 

È nato il 27 dicembre 1967. Doppio regalo o uno solo?

«Due, ma immagino fossero "splittati"».

giovanni floris urbano cairo massimo giletti enrico mentana

 

È vero che da quando aveva 16 anni lo festeggia allo stesso modo?

«Sì, in pizzeria con i miei amici di sempre».

 

Tra questi c' è il regista Paolo Genovese. Cosa può dire del fatto di cronaca che ha coinvolto il figlio Pietro?

«Una vicenda così tragica è l' incubo di ogni genitore. Un dolore intollerabile, infinito per le famiglie che hanno perso le figlie. Una prova durissima per la famiglia di Paolo, cui voglio bene. Non riesco ad aggiungere altro».

 

Ha vinto tantissimi premi, tra i quali un Telegatto. A quale è più affezionato?

«Sono tutti belli. Ma tengo molto alla cittadinanza di Nuoro, la città di mio padre».

 

Quando era ragazzino chi erano i suoi miti?

«Costanzo, Minoli, Santoro, Lerner».

GIOVANNI FLORIS SILVIO BERLUSCONI 1

 

Il governo mangerà la colomba?

«Penso di sì. Gli italiani tornano a ragionare in termini di centrodestra e centrosinistra, e questo impone a leader e partiti di riorganizzarsi, di ragionare a loro volta».

 

È tornato il bipolarismo?

«Le categorie di destra e sinistra esisteranno sempre per chi fa politica».

giovanni floris 2

 

E le Sardine diventeranno un partito?

«Non credo. Magari qualcuno di loro verrà candidato, ma sono un fenomeno originale, difficile da incasellare».

 

Ultima domanda: la leggenda narra di una vacanza all' Elba a fine anni 80 pagata con le offerte dei turisti ai quali, con gli amici, leggeva la mano. Vuole dare un' occhiata alla mia?

«Vediamo... Questa dovrebbe essere la linea della vita: mi pare lunga, sembra di una nata a Perdasdefogu. Quest' altra è la linea dell' amore, non è il massimo... Però forse è il contrario: in quel caso è meglio se va dal medico!».

giovanni floris 3giovanni floris enrico mentanagiovanni floris 12giovanni floris 1giovanni floris 4giovanni floris new yorkfloris grubergiovanni floris lamberto sposini enrico mentanafabio fazio giovanni florispaola severino giovanni florisgiovanni floris 6giovanni floris 7giovanni floris 5giovanni floris da giovaneFloris e Berlusconigiovanni floris paolo mieligiovanni floris

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO