IN QUESTE ORE, CON LA FIRMA DI UN DOVIZIOSO CONTRATTO DI CONSULENZA CHE PREVEDE UFFICIO, SEGRETARIA E AUTO, SI CONCLUDE L’USCITA DI EMILIO FEDE DAL TG4 - MA PROPRIO STAMATTINA “OGGI” MANDA IN EDICOLA UN ARTICOLO SUL TG4 POST-FEDE: “SIAMO STATI DEGLI EROI: ABBIAMO SUBITO UN TRATTAMENTO TERRIBILE” - IL MINACCIOSO SMS DI FEDE ALLA SUA EX REDAZIONE: “DOMANI FIRMO IL CONTRATTO PER UN ISTAN BOOK DOVE SARA CELEBRATA LA STORIA DI CIASCUNO DI VOI.. ANCHE I PERCORSI CHE VI HANNO RESO COSI FAMOSI”…

1- DAGOREPORT
In queste ore, con la firma di un dovizioso contratto di consulenza che prevede ufficio, segretaria e macchina con autista, dovrebbe concludersi definitivamente l'uscita di Emilio Fede dal Tg4. Destino cinico e baro vuole che proprio stamattina il settimanale "Oggi" ha mandato in edicola un articolone sul TG4 post-Fede (vedi sotto). Un pezzo ("Siamo stati degli eroi: abbiamo subito un trattamento terribile". Il nuovo direttore Giovanni Toti? "Ci tratta da essere umani: dovremo abituarci...") che ha scatenato l'ira di Fede che ha inviato un sms alla sua ex redazione.

2- SMS DI EMILIO FEDE INVIATO AI GIORNALISTI DEL TG4
"..siete i piu bravi e belli e dopo u dittatore ..io ..auete un vero direttore e fate grandi..verissimo..mi hanno commosso le interviste su oggi...domani firmo il contratto per un istan book dove sara celebrata la storia di ciascuno di voi..anche i percorsi che vi hanno reso cosi famosi..mi sarete grati.. Il dittatore..che dio vi protegga emiliuccio fede"


3- I SOPRAVVISSUTI A EMILIO FEDE
Alessandro Penna per "Oggi"

Scusate, sapete dov'è la redazione « del Tg4?».Sono a due metri scarsi dalla redazione del Tg4 e sgancio la domanda in mezzo a quello che, con spirito di identificazione, prendo per un gruppo di colleghi perdigiorno. Dal gruppo si stacca Valentino Picone, in pausa caffè da Striscia: «Se vai al Tg4 ti tolgo iI saluto», minaccia. «Sei ancora in tempo, non ci andare! Infilati in quella porta lì, che ci sono le veline», suggerisce un altro dei "bighelloni", e cioè Salvo Ficarra. Vabbè che però ora ... », lascia lì Picone.

Ecco: «Vabbè che però ora», esempio classico di anacoluto piconiano, rende perfettamente l'idea. Dopo un ventennio di dittatura di Fede, nel senso di Emilio, sul tg più schierato dell'etere è scesa la democrazia della Ragione, portata da Giovanni Toti, iI nuovo direttore in carica dal 29 marzo. Un cambio d'epoca, di regime, di liturgia, di formato Ma come stanno, i giornalisti di Rete 4, senza il loro "aguzzino''?

Più che dalla storia, conviene partire dalla geografia. la piantina della redazione è stata stravolta: un po' per ospitare i giornalisti di Studio Aperto (Toti è bi-direttore), un po' per "correggere" la megalomania dell'ex Capo; la stanza dove Emilio teneva il tapis rouIant è stata sventrata e rimpicciolita: ospiterà un vicedirettore del tg di Italia 1. Il suo ufficio, chiuso a chiave e non ancora "bonificato" («Sapesse quante scatole, là dentro», mi soffia uno dei muratori), diventerà la sala riunioni.

Lo spirito di Fede, però, l'eco delle sue sfuriate, è ovunque.


«MI RIMPROVERÒ PER UNO SCOOP»

«Siamo dei sopravvissuti, degli eroi», dice Donatella Di Paolo, al Tg4 fin dalla fondazione (nel 1992). «lo ho avuto il coraggio di fare tre figli durante la sua direzione e quindi sono stata presa particolarmente di mira, ma tutti noi abbiamo subìto un trattamento, diciamo così, molto formativo. Quando, all'inizio della sua prima riunione, Toti ci ha chiesto: "Come state?", sono rimasta di gesso: non eravamo abituati a esser trattati come esseri umani».

Ogni redattore, qui, conserva le lettere di richiamo spedite da Fede. Il progetto, scherzoso ma non troppo, è di farne un libro: Lettere dal Direttore. Come pure andrebbero rilegate le frasi celebri annotate con cura e perfidia da un gruppo di cronisti: «Una volta proponemmo un "pezzo" su Ligabue e lui ci gridò: "Basta con queste marchette per i vostri amici pittori!"», cita una collega che implora l'anonimato. «Molto spesso tuonava: "Voi, sulla carta d' identità, alla voce professione avete scritto Emilio Fede"», ricorda un inviato.

Continua Donatella: «Una volta feci uno scoop: portai le immagini esclusive di un bimbo che era stato abbandonato in un autogrill. Gli misi il ciuccio per non farlo piangere, portai il servizio al direttore. Lui mi gelò: "Secondo te posso mandare in onda questa roba?". lo caddi dalle nuvole. "Il bambino sembra sereno, pacioso ... Per colpire gli spettatori ci vogliono lacrime grosse come nocciole: non dovevi mettergli il ciuccio, dovevi dargli dei pizzicotti!", mi sgridò».

Ma non è stato, Emilio, solo fuoco e critiche: «Ci ha insegnato tanto, tutto. Ed era capace di gesti bellissimi. Qualche anno fa si vestì da Babbo Natale e portò regali a tutti i nostri bambini. Ora me lo immagino spaesato: lui viveva qui, fuori farà fatica persino a respirare», conclude la Di Paolo.

Daniele Molé è al Tg4 dal 2000. Quando, nel maggio del 2006, Fede affisse in bacheca gli stipendi dei suoi giornalisti, Molé, che era nel comitato di redazione, lo denunciò all'Ordine dei giornalisti. Ora si rifugia nel teatro: «Per descrivere l'esperienza di lavorare sotto di lui ci vorrebbero Pirandello e Ionesco. È stato un maestro straordinario, narciso, egocentrico.

Tutti i fax, tutte le notizie dovevano arrivare a lui. Le riunioni erano come il programma: un monologo, un one man show. Adesso si lavora di più, perché il tg è finalmente un prodotto corale, e con meno ansie, anche se devo dite che negli ultimi tempi le scenate erano diminuite». Francesca Romanelli leggeva le agenzie in diretta ed è stata bersaglio di memorabili "cazziate". «Se mi mancano? Per niente, anche se a Striscia finivano solo le sue urla e mai il "dopo": il direttore sapeva chiedere scusa, essere dolce. Con Toti stiamo benissimo».


«NON MI SCHIERO CON BERLUSCONI»

Mauro Buflà, caporedattore centrale, ricorre alle metafore: «Siamo passati da un clima da caserma alla complicità di uno spogliatoio. Fede era militaresco, il nuovo direttore è per la squadra». Per spiegare la differenza che corre tra Fede e Toti, basta guardare le porte dei loro uffici. A sentinella di quella di Emilio, è rimasta una sirena rossa, che era spesso accesa e "consigliava" di girare allargo. Appesa a quella del neo-direttore, c'è una freccia che dice To the beach (Per la spiaggia).

«Sa com'è, sono viareggino», dice Giovanni Toti, 43 anni, scalatore capace, in tre lustri, di passare dal campo base dello stagista alle vette di due tg. «Per vent'anni questo è stato il regno assoluto del più importante anchorman italiano: tutta la macchina lavorava a gloria del sovrano, io do spazio a pensieri che non sono miei. Qui ho trovato grande voglia di superare quel modello di tg per inventarne uno nuovo», dice. Con Fede, la relazione è fluida: «Quando ero uno stagista, lo vedevo come il mito della televisione. Da direttori, abbiamo avuto un rapporto di buon vicinato, ma nulla di più: tra l'altro, siamo anche vicini di casa, qui a Milano 2». L'ultimo contatto, risale al giorno del passaggio delle consegne: «Lui è stato molto carino, mi ha detto: "In bocca al lupo" -e dato una stretta di mano vigorosa».

Il primo provvedimento di Toti è stato licenziare le Meteorine e chiudere il rotocalco
di frivolezze Sipario: «Volevo dare un segnale: d'ora in poi, avremmo badato alla sostanza e non ai lustrini. Il Paese ha bisogno di informazioni serie: la gente vuoI sapere se manterrà iI posto di lavoro e quanto pagherà di Imu, non cosa fanno Be1én e Briatore». E se Betlusconi si ripresentasse alle elezioni? «Non sarei schierato come Emilio: la lealtà la devo in primis all'azienda e la ragione sociale di Mediaset è raggiungere tutte le case, fornire un'informazione corretta».

E magari dare spazio all'opposizione: «Mi batterò anche per idee che non piacciono al Pdl: per esempio, sono assolutamente favorevole ai Pacs e ai matrimoni gay». Sul Cavaliere, il giudizio è comunque positivo: «E anche gli storici, vedrà, lo valuteranno così: ha scardinato un sistema, modernizzato iI Paese. lo sento rarissimamente, da quando dirigo iI Tg4 non mi ha mai chiamato».

Forse perché lo trova troppo "aperto''? «Mah, questo è un notiziario polifonico, ho ospitato Di Pietro, a sinistra mi piace parecchio Enrico Letta. Grillo? Molto bravo e molto furbo, più furbo che bravo». A condurre, però, ha chiamato Monica Gasparini e Benedetta Corbi, mica due "ciospe" ... «In effetti, hanno qualche anno in più delle Meteorine, ma si difendono bene. Le ho scelte per la bravura. Non esageriamo col moralismo, siamo in tv: una bella e brava è meglio di una solo brava». Ci pensa un po' e aggiunge: «E molto meglio di una solo bella».

 

 

EMILIO FEDE SALUTA MEDIASETEMILIO FEDEEMILIO FEDE IN TVEMILIO FEDE BARRICATO IN UFFICIO AL TGGIOVANNI TOTI ligabue Benedetta Corbi monica gasparini L ARTICOLO DI OGGI SUI SOPRAVVISSUTI A EMILIO FEDE ENRICO LETTA

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."