"MI VANTO DI ESSERE ANTIPATICO. I SIMPATICI SONO DEI GRANDISSIMI STRONZI CHE ANCORA NON HANNO FATTO COMING OUT" - IL COMICO ANGELO DURO: "IO ALLEVIO I MALESSERI. PERCHÉ PARLO DI TUTTO, SENZA PELI SULLA LINGUA. CHI LI ALIMENTA, I MALESSERI, SONO QUELLI CHE LI NASCONDONO, E CIOÈ I BUONISTI. E I MORALISTI. CHE SONO LA CATEGORIA CHE PIÙ AMO IN ASSOLUTO. PERCHÉ S’INCAZZANO PER QUELLO CHE DICO E MI FANNO VENDERE PIÙ BIGLIETTI" - "SANREMO? NON CI TORNERO' PIU'. HO RICEVUTO ANCHE DEGLI APPLAUSI. UN VERO SCHIFO. NON SONO STATO ALL’ALTEZZA DI QUELLI CHE, GLI ANNI PASSATI, LI HANNO PRESI PER DAVVERO, I FISCHI…"

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Estratto dell'articolo di Renato Franco per il "Corriere della Sera"

 

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Lei si vanta di essere antipatico.

«C’e chi si vanta di essere solare, simpatico, buono, onesto, bravo, perbene, io mi vanto di essere antipatico. Perché non c’è niente di peggio di uno che fa il simpatico. La simpatia non esiste. I simpatici sono dei grandissimi st... che ancora non hanno fatto coming out. Si nascondono».

 

Perché la gente viene a teatro a vederla e a farsi insultare da lei?

«Perché come insulto io non lo sa fare nessuno. Io ho la credibilità per poterlo fare. […] Sono diventato il più forte di tutti a dire alla gente quanto fa schifo. Per questo loro mi amano. Perché io lo so fare. Lei no».

angelo duro a sanremo 2023 angelo duro a sanremo 2023

 

Angelo Duro non esce mai dal suo personaggio. La sua biografia è scarna: nato a Palermo 41 anni fa, nel 2010 viene notato da Davide Parenti che lo ingaggia alle Ien . Stop. Il resto è la storia del personaggio che si è creato intorno: l’opposto del bravo ragazzo. La sua comicità attinge al politicamente scorretto spinto […] Impossibile avere risposte «serie», risponde sempre come risponderebbe il suo personaggio, come un Mister Hyde che non fa vedere mai al mondo che esiste anche il Dottor Jekyll.

 

[…]

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Lei è il perfetto rappresentatane della società del malessere, il faro che illumina l’inverno del nostro scontento.

«Certo. Io allevio i malesseri. Perché parlo di tutto, senza peli sulla lingua. Chi li alimenta, i malesseri, sono quelli che li nascondono, e cioè i buonisti. E i moralisti. Che sono la categoria che più amo in assoluto. È grazie a loro se faccio tutti questi numeri in teatro. Perché s’incazzano per quello che dico e mi fanno vendere più biglietti. Quindi provo veramente affetto, per ‘sti scemi (la parola è un’altra, ndr ). Perché inconsapevolmente mi hanno fatto una persona ricca».

[…]

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Nei suoi spettacoli dice che il segreto per un matrimonio duraturo è andare a prostitute ogni mese. Non può dire che è così anche per lei...

«Infatti. Assolutamente. Io non ho mai detto una scemenza del genere. Per chi mi ha preso? Io sostengo che per far durare un matrimonio a lungo bisogna andarci tutti i giorni. Non una volta al mese. Una volta al mese non dura. Ogni giorno è meglio».

 

È inscalfibile, lei parla sempre come se si trattasse di un suo spettacolo. Con la donna che «non ama» pensa di avere dei figli?

«Ho preso un cane da un anno».

 

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Non inizi a mettere figli e cani sullo stesso piano... Angelo Duro continua però imperterrito nel suo «ragionamento».

«Ma non volevo neppure il cane. L’ho preso solo perché quella che sta con me lo desiderava tanto. E mi è pure costato parecchi soldi. Quattromila euro. Se ho preso questo cane, è anche merito di Papa Francesco. Un giorno in tv ha detto che le coppie non fanno più figli ma si prendono un cane. E mi ha dato un’idea. Io non ci avevo pensato. Un figlio ti costa almeno 250mila euro. Io con 4mila euro ho risolto. Grazie Papa Francesco».

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[…] Le droghe? Mai provate?

«Purtroppo nessuna, perché prima guadagnavo poco e non potevo permettermele.

Adesso potrei permettermi ogni tipo di sostanza, ma non lo faccio. Non fa per me. Anche se io rispetto più i drogati che i fumatori... Quando fumano nei luoghi all’aperto e io mangio seduto di fianco, mi devo sorbire il loro fumo passivo. Invece non esiste la coca passiva. Quindi, a parità di droghe, io preferisco i cocainomani. Sono più educati».

 

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Questa me la segno... Il suo intervento fu accolto con una certa freddezza dalla platea dell’Ariston. Che ricordo ha di Sanremo?

«Un ricordo terribile. Veramente terribile. Mi aspettavo che la platea mi accogliesse con molta più freddezza. Invece no. A tratti c’è stato un po’ di calore. Ho ricevuto anche degli applausi. Un vero schifo. Io sono andato lì per ricevere i fischi e invece, manco per... Neppure uno, ne ho ricevuto. Era il sogno di una vita, andare lì e gelarli proprio, ma niente. Non sono stato all’altezza di quelli che, gli anni passati, li hanno presi per davvero, i fischi. Non voluti. Io, che li volevo, non li ho presi. Uno vero schifo. Credo non ci andrò più».  […]

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