stefano boeri

"IN OSPEDALE OSSIGENO, ESAMI, LASTRE E ANGOSCIA PERCHÉ NON MIGLIORAVO. ORA CI SERVE…” - L’ARCHISTAR STEFANO BOERI, PRESIDENTE DELLA TRIENNALE E IDEATORE DELLA “PRIMULA”, HA RISCHIATO DI MORIRE DI COVID – “E’ STATA BRUTTA. PER PERSONE A ME MOLTO CARE, STRAZIANTE: CON UNA DI LORO, GIOVANNI GASTEL, CI SIAMO SCAMBIATI MESSAGGI FINCHÉ... - LA SCELTA DI VACCINARE PER CATEGORIE MI SEMBRA FOLLE. HO PROVATO DISAGIO QUANDO UNA MIA ASSISTENTE DI 31 ANNI, SANISSIMA, HA AVUTO ACCESSO AL VACCINO”

Carlo Verdelli per il “Corriere della Sera”

 

stefano boeri

La voce di Stefano Boeri, architetto milanese con casa nel mondo, arriva affaticata, interrotta da brevi colpi di tosse. «Questo virus è davvero insidioso. Lavora sui punti deboli: si adatta, li attacca, parte da lì per devastarti. La nostra fragilità è la sua forza. Eppure stiamo assistendo a una specie di amnesia collettiva nei confronti di chi è più a rischio. I molto anziani, certamente.

 

Ma anche chi ha patologie respiratorie serie, gli autoimmuni, i malati oncologici gravi, i disabili con difficoltà evidenti. Lo trovo incomprensibile e, per un Paese come il nostro, intollerabile. Confesso che ho provato disagio quando una mia assistente di 31 anni, sanissima, ha avuto accesso al vaccino mentre tutta questa gente è ancora lì ad aspettare chissà fino a quando».

 

Un'immagine generata al computer che mostra uno dei padiglioni progettati dall'architetto Stefano Boeri in Piazza del Popolo a Roma

Stefano Boeri, 64 anni, come professore di Urbanistica al Politecnico di Milano avrebbe dovuto avere la sua fiala salvavita qualche settimana fa, in grazia di una corsia preferenziale riservata ad alcune professioni, tra cui appunto i docenti. Ma il Covid è stato più rapido: primi sintomi a fine febbraio, poi il calvario di molti. Il 16 marzo, uscendo dal reparto d' urgenza dell' ospedale di Niguarda dopo 8 giorni di ricovero, ha ringraziato così il team che lo aveva curato e salvato: «Rincuora sapere che anni di penalizzazione della sanità pubblica non hanno scalfito alcune nostre eccellenze».

Anche lui è un' eccellenza.

 

Architetto, urbanista, presidente della Triennale, il suo Bosco Verticale, congegnato come due rami d' albero uno da 100 e l' altro da 80 metri nello storico quartiere milanese dell' Isola, è diventato un manifesto globale della residenza sostenibile. Su richiesta del governo precedente (Conte, Speranza e l' ex commissario alla pandemia Arcuri) ha anche immaginato gratuitamente il simbolo di un Paese che provava a ridarsi fiducia: «L' Italia che rinasce con un fiore», una primula fucsia col cuore giallo, e ovviamente milioni di vaccini. Partenza complicata, però.

stefano boeri

 

«Soprattutto, partenza rivedibile. Per esempio, la scelta di vaccinare per categorie mi sembra folle. Parlo di migliaia di docenti, tra l' altro in assenza, visto che gli atenei sono chiusi. Parlo degli avvocati o del personale amministrativo degli ospedali, che lavora la più parte in smart working. E questo mentre quelli che avrebbero più bisogno sono in attesa di sapere quando toccherà a loro. Mi sembra uno scandalo».

 

stefano boeri

Lo è. Solamente il 15% degli ultraottantenni ha avuto le due dosi previste e solamente il 28% è a metà percorso. E in Lombardia va anche peggio, non da oggi: terzo picco di contagi in un anno, la formidabile macchina da Pil che va ripetutamente in tilt, verso il fondo classifica per numero di vaccinati ma in cima per disguidi del sistema informatico e improvvisazioni, oltre che per record di infetti e decessi. Dalla sua abitazione, dove ancora convalescente cerca di stare il meno possibile a letto, il lombardo milanese Boeri allarga il tiro: «Non mi interessa farne un problema politico.

 

Anche la Toscana o il Veneto hanno i loro guai. Il tema generale è che si è lasciato passare il messaggio implicito che mantenere accesi i motori dell' economia, curare ciascuno il proprio orticello, fosse più importante rispetto alla protezione dei deboli. Un errore strategico, oltre che di civiltà democratica: o ci salviamo tutti, partendo dagli ultimi, o le ondate del virus non si fermeranno per magia.

 

Certo che va ripensato il sistema sanitario, certo che va ricostruita l' assistenza pubblica lungamente impoverita e ampiamente depredata. Il coronavirus ci costringe a un esame severo dei nostri errori. Riconoscerli è il primo passo per ricostruire».

 

Quando ha riconosciuto di essersi ammalato?

«Il 25 febbraio. La sera prima un amico che avevo frequentato era risultato positivo. Anche se sono sempre stato molto scrupoloso nelle precauzioni, anche di più che scrupoloso, in qualche modo, non so quale, mi sono preso la variante inglese con una forte carica virale. Febbre, tosse, stanchezza progressiva, tanta nausea. Speravo di cavarmela restando a casa, ma peggioravo. L' 8 marzo mi sono arreso: pronto soccorso dell' ospedale Niguarda. Ricovero immediato, la malattia stava degenerando in polmonite bilaterale».

 

L' hanno intubata?

«No, solo ossigeno, esami, ossigeno, lastre. Tanta angoscia perché non miglioravo.

BOSCO VERTICALE A MILANO - STEFANO BOERI

Ogni organismo reagisce in maniera diversa. Il primario, professor Andrea Bellone, mi spiegava tutto, compreso il fatto che anche i medici non hanno certezze su come può svilupparsi la malattia e che conseguenze può lasciare. Ti senti in balia di qualcosa di incontrollabile. Quando mi misuravano l' ossigenazione del sangue sotto sforzo, non guardavo perché mi spaventava.

 

Poi ho scollinato, l' infezione ha cominciato a cicatrizzare. Il 16 marzo sono uscito. Per un po' ho lasciato crescere la barba. Ora l' ho tagliata, come un segno di ritorno alla normalità. Ma è stata brutta. Per altre persone che ho visto, bruttissima. Per persone a me molto care, straziante: con una di loro, Giovanni Gastel, ci siamo scambiati messaggi finché lui ha potuto. Aveva deficienze polmonari ma non rientrava nelle categorie vaccinabili».

Stefano Boeri funerali moratti

 

Colpa di chi?

«Non ne faccio una questione di colpe. Credo che sia stato sbagliato, insieme a molte altre cose, il criterio con cui sono state stabilite le categorie da proteggere per prime. Capisco tutte le complessità, mi fido del governo che c' era prima e di quello che c' è adesso. Ma la mia impressione è che alla radice ci sia una visione senz' anima, che non tiene conto del cataclisma che stiamo vivendo e della storia che abbiamo».

 

In che senso, la storia?

«Un conto è la Gran Bretagna o i Paesi scandinavi, che hanno altre culture. Ma noi siamo un Paese cattolico, il tema del prendersi cura è nella nostra Costituzione e, direi, nei nostri geni. Le due grandi correnti politiche che abbiamo avuto, quella cattolica appunto e quella comunista, sono entrambe permeate da un impegno a tutela delle fragilità. Per questo resto sorpreso, e anche indignato, di fronte a questa rinuncia a un più di indispensabile umanità.

GIOVANNI GASTEL

 

Indispensabile per la nostra idea dell' Italia, ma anche per fermare una pandemia che ha già provocato più di 100 mila morti solo da noi, oltre un milione in Europa. Quanti ancora ne dovremo piangere? Che cosa si aspetta a includere gli esclusi? La nostra cultura, quella in cui siamo cresciuti, chiede questo».

 

Da presidente della Triennale di Milano, lei è favorevole alla riapertura di musei, teatri, cinema? Immagino che risponderà: sì, naturalmente in sicurezza.

stefano boeri

«Cultura è anche consapevolezza del rischio. Quindi la mia risposta è opposta: nessuna apertura, non è questo il momento. Sono altre le urgenze».

GIOVANNI GASTEL

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…