diego bianchi in arte zoro

"ZORO" IN CONDOTTA - IRRESISTIBILE PER LA SINISTRA E TREMENDO PER LA DESTRA, DIEGO BIANCHI IN ARTE ZORO È UNO DEI PERSONAGGI PIÙ DIVISIVI DELLA TELEVISIONE ITALIANA - ROMANO DEL QUARTIERE PIÙ ROMANO DI ROMA, SAN GIOVANNI, È UN PO' PIÙ COATTO DI FORMIGLI, UN PO' MENO RADICAL CHIC DELLA GRUBER: IL SUO “PROPAGANDA LIVE” È FANTASTICO: E CHI NON LO PENSA È UN SALVINIANO IGNORANTE POPULISTA SOVRANISTA SESSISTA BIANCO OMOFOBO MELONIANO...

Luigi Mascheroni per "il Giornale"

 

DIEGO BIANCHI

Propaganda Live è uno dei pochi programmi per cui vale la pena guardare la tv. Ma anche di spegnerla. E poi c'è il conduttore: Diego Bianchi, in arte Zoro. C'è chi lo adora, e sono molti. E chi cambia canale appena lo vede, e sono anche di più.

 

La distanza fra un maestro e un maestrino è tutta in uno zapping. Del resto, Propaganda Live è l'unico programma dove ti puoi ritrovare a ridere e a piangere nella stessa serata. E non è detto sia una cosa positiva.

 

diego bianchi

Positivo nei confronti della vita, sempre il primo a essere dalla parte degli ultimi, ossessionato dagli oppressi, vendicatore degli oppressori, intollerante con gli intolleranti e tollerante con i compagni: paladino dei diritti, che a volte legge a rovescio, conformista, perbenista e di sinistra, Diego Zoro Bianchi, romano del quartiere più romano di Roma, San Giovanni, così antico che parlano l'appio-latino - Veni, Vidi, Daje e Aridaje - è uno dei personaggi più divisivi della televisione italiana.

 

La sinistra di scherno e di governo lo vorrebbe ministro della Propaganda, la destra gira dopo la sigla d'inizio. La prima lo trova irresistibile, la seconda insopportabile. Per capire quanto, si può fare un esempio. A un elettore del centrodestra Zoro è simpatico quanto Gasparri a uno di estrema sinistra. Daje, eddaje, daje tutta, e daje forte!

 

DIEGO BIANCHI IN ARTE ZORO

Così di sinistra da permettersi di laurearsi alla Sapienza con Domenico Fisichella, poi ministro del governo Berlusconi; così romano da concedersi di suonare in una band di Sora, capitale culturale dell'Impero; così militante da personificare il detto della nonna, la famosa nonna Zora («Mia nonna diceva che la politica si fa pure in bagno». Appunto), Zoro, un giornalismo tra il gonzo e Gazebo, è un indiscusso professionista.

 

DIEGO BIANCHI CON IL NUOVO CHITARRISTA DI PROPAGANDA LIVE

Una solida carriera alle spalle e un futuro da Pif. Prima blogger, poi youtuber, passaggi nel mondo della radio e del cinema, e ora conduttore intelligente, ironico, sensibile, fazioso, stucchevole. Che ha inventato a suo modo uno stile. In inglese si dice understatement. Da noi: svaccato. Ahò, Appiccicà, Cojonà, Inquartasse, Intuzzà, Svortà, Stacce, Fattela pijà bene, Sto a schiumà, Magnatela na cosetta, Sto' a rota, zagajà, Fàmose a capì', e Rula Jebreal... E dajé!

 

LUCA ATTANASIO DIEGO BIANCHI IN ARTE ZORO

Jeans largo, posizioni rigide, magliettine stazzonate - er mejo majettaro de Roma, brand da migliaia di euro, si compra tutto online, o da Zoro Home - Diego Bianchi è stropicciato, indolente, umile ma restando sempre migliore degli altri. Come i vacanzieri intellettuali ultra chic - piedi nudi da giugno a settembre, capanno sul mare a Marina del Chiarone ma con il cuore a Coccia di morto - trasandato, controvoglia, provinciale, Damilano al mondo, da Roma Sud alla Curva nord «Forza Roma, daje lupi!» - tra Mostacciano e Spinaceto. Si chiama autoreferenzialità, facendo finta di parlare a tutti.

 

diego bianchi riccardo palone

Quelli di Propaganda Live - televisivamente bravissimi, ideologicamente insopportabili - sono così. Forti nei palazzi del potere e delle tv, deboli nel Paese e tra la gente. Come il Pd. Che ha governato per 11 anni negli ultimi 15, ma l'ultima volta che ha vinto le elezioni è stato nel 2006. La si può definire una prova di notevole abilità. Ma alla lunga risulta surreale.

 

diego bianchi

Daje ar fascio! Gigante in una rete di L7 nani, Zoro voce di autentica rottura, in qualsiasi senso lo si intenda - ha dalla sua il privilegio di condurre l'unica trasmissione del panorama televisivo italiano che ha sul mondo un punto di vista diverso. Il suo.

 

Show, tweet e T-Shirt, in realtà Diego Bianchi - share medio 5,2 per cento, Zoro in condotta è rimasto un conduttore alla mano, nonostante l'indiscusso successo. Sempre gentile e disponibile, non ha mai ceduto al fascino tentatore della prima donna, lui che è l'esempio televisivamente migliore di maschio femminista.

 

ANDREA SALERNO DIEGO BIANCHI ZORO

L'Italia lo malsopporta, ma Roma lui l'ha conquistata. Potrebbe candidarsi anche sindaco. La Giunta è già fatta: Makkox alla Cultura, Missouri 4 ai Trasporti, Roberto Angelini - il chitarrista ricercato dalla Guardia di Finanza - alla Legalità e trasparenza, Marco Damilano al Pluralismo dell'informazione. Capalbio e caparbi. È la bellissima Sinistra velleitaria e supponente, ecologica e accogliente, presuntuosa e narcisista. L'Italia però è migliore di così...

 

Che poi. Su Propaganda Live, non si può dire nulla. Criticare la trasmissione significherebbe ammettere di essere invidiosi. Ottimo programma di informazione, un format che ci guadagnerebbe se fosse più snello, loro sono battutari micidiali, cazzoni, sempre obiettivi, sempre sul pezzo, sempre a dar voce a chi non ne ha, un non-lieu del palinsesto dove lottare per avere più diritti. Per gli altri e per sé.

 

diego bianchi roberto angelini

Ecco sì, magari un po' più d'attenzione al casting delle quote rosa... Comunque «Grazie per esserci stati ogni venerdì, viva Diego, viva Makkox, viva il Pojana, viva Propaganda Live». Come diremmo a Busto Arsizio: Mecojoni! E comunque chi li critica non li conosce abbastanza.

 

Reportage a Rozsko e pipponi, la «jungle» di Calais e Porta Metronia, servizi di qualità e spaccati toccanti di vite perdute, palestinesi, Val di Susa, migranti, tanti migranti, migranti dappertutto, prima e dopo ogni blocco pubblicitario, rider, migranti, Ilva, terremoti, migranti, disagio per lo sfruttamento del lavoro nero, spiegoni, migranti, l' agricoltura chimica e il glisofato, ipocrisia, principi etici, collette alimentari, élitarismo intellettuale, migranti e qualche ammiccamento adolescenziale di troppo.

 

andrea salerno marco damilano diego bianchi zoro

Zoro e i suoi lo scriviamo senza ironia sono fantastici. E chi non lo pensa è un salviniano ignorante populista sovranista sessista bianco omofobo meloniano neocolonialista e potenziale stupratore.

 

Sbeffeggiando&ridacchiando, Zoro&Co sanno informare, divertire e farci compagnia. Certo, fra nepotismo artistico e familismo ideologico, quella simpatica comitiva di borgatari da bar dell'Appio-Tuscolano che è Propaganda Live sa troppo di amichettismo che rischia di sfociare nel cameratismo. Che, a pensarci, è una cosa di destra.

 

gazebo il conduttore diego bianchi

Ma in fondo - da mamma Zoro al Ricciolo, tassinari compresi - è tutto molto leggero, con quell'aria tipica da Sinistra dell'Aventino di un gruppo di vecchi amici che hanno capito come va il mondo, e te lo spiegano. Di peggio, a sinistra, in questo senso, c'è solo Michele Serra. Dajeeeeee a tutti!

 

gazebo diego bianchi zoro andrea salerno makkox

Di suo, Diego Bianchi, che è solo un po' più coatto di Formigli, un po' meno radical chic della Gruber, sarà anche eticamente superiore a tutti noi «Io so' io e voi non siete un...», non mi ricordo cosa - ma intanto ha capito benissimo che la satira è la forma di politica più efficace che esista. Purtroppo, però, non che il sarcasmo è solo una arguzia più vile. La statura di un comico - si sa - si misura con quella di coloro che prende in giro.

 

gazebo diego bianchi

Tirata d'orecchi al compagno che sbaglia, e la gogna a tutti gli altri. Poi, certo, il caso Angelini poteva essere gestito meglio. Come iniziare con una trasmissione alternativa per poi finire sulle riviste di gossip a un euro, Cairo editore. A Roma si dice «Tocca abbozzà». Per il resto, un saluto a tutt*, e arrivederci a settembre. «Che manco ce fai ride!».

Ultimi Dagoreport

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"