UOMO AVVISATO, MEZZO TROMBATO – NEL LIBRO DI FIORINA CAPOZZI LA STORIA DELL’ASCESA DI VINCENT BOLLORE' - I PRIMI "EPURATI" DAL FINANZIERE BRETONE? IL PAPÀ E GLI ZII - RENZI, RECCHI E PATUANO FARANNO BENE A GUARDARSI LE SPALLE QUANDO LO INCONTRERANNO

FIORINA CAPOZZI - VINCENT BOLLORE IL RE DEI MEDIAFIORINA CAPOZZI - VINCENT BOLLORE IL RE DEI MEDIA

Dagonews

 

Chissà se a Renzi è già arrivato l’invito per trascorre qualche giorno di vacanza sullo yacht Paloma che ospito’ Sarkozy dopo le elezioni del 2007. Se così dovesse essere pero’ questa volta sarà difficile passare inosservati dal momento che il suo proprietario Vincent Bolloré è il piu’ ricercato dai paparazzi italiani perchè da oggi è il socio numero uno di Telecom Italia. Ma chi è il finanziere bretone e quali sono le sue ambizioni? Nel libro di Fiorina Capozzi, intitolato “Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei” c’è un track record che non promette niente di buono per i top manager di Telecom e per i Renzi boys.

 

A soli 23 anni, approfittando di una crisi dell’azienda di famiglia, Vincent sfila la società dalle mani di padre e zii. “Preoccupati per la brutta piega che hanno preso gli affari di famiglia,Vincent e suo fratello Michel-Yves decidono che è arrivato il momento di entrare nella gestione del gruppo bretone – si legge nel libro - Inutile parlarne con il padre e gli zii: si opporrebbero. Meglio agire in gran segreto e procurare i capitali necessari al rilancio del gruppo. Così i due giovani Bolloré si presentano alla porta di un amico di famiglia, il barone Edmond de Rothschild, per proporgli un ottimo investimento: la cartiera Bolloré”.

BOLLORE HAVASBOLLORE HAVAS

 

Da un incontro a cena in famiglia, nasce poi l’intesa con l’ex banchiere delle Generali, Antoine Bernheim e prendono vita una serie di colpi finanziari. “Bernheim è “considerato il principale inventore del sistema delle “pulegge bretoni” (o come anche si dice delle matrioske) che ha largamente contribuito alla costruzione delle fortune dei suoi due delfini: Bernard Arnault – proprietario del gigante del lusso Lvmh – e Vincent Bolloré, da cui deriva il nome del meccanismo.

 

TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIATARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA

Il sistema delle pulegge bretoni ha fatto però fortuna un po’ ovunque nel mondo. Soprattutto in Italia dove è diventato il simbolo del “capitalismo senza capitali” che mette a segno acquisizioni riducendo al minimo l’esborso in contanti e sfrutta lo scambio fra titoli di due diverse società” si legge nel libro di Capozzi.

 

Da qui parte la diversificazione del gruppo Bolloré che dalla carta arriva a diventare leader nella logistica da e per l’Africa. “Negli ambienti della politica parigina, qualcuno si spinge a sostenere che il gruppo Bolloré sia oggi l’orecchio dello Stato francese nelle ex colonie come in passato lo è stato Bouygues.” riferisce il libro.

 

FIORINA CAPOZZIFIORINA CAPOZZI

Ma il grande salto arriva con la scalata alla Banque Rivaud, “una nebulosa dietro cui si cela un’oscura storia di riciclaggio e di fondi neri della destra gaullista confluita nel partito conservatore Rassemblement Pour la République (RPR) e successivamente nell Union pour le Mouvement Populaire (UMP), il partito di Nicolas Sarkozy”. Col denaro ricavato dall’operazione Rivaud, Bolloré si lancia in Borsa in incursioni finanziarie su grandi gruppi come Bouygues e Pathé. “nel dicembre 1997, Martin Bouygues resta assai sorpreso nel ricevere una telefonata di Vincent Bolloré che gli annuncia di aver comprato una quota consistente della sua società.

 

Vincent BollorèVincent Bollorè

L’industriale si domanda che cosa vorrà mai Bolloré da un gigante come Bouygues, gruppo da 90 miliardi di franchi di fatturato con attività nelle costruzioni, nei media dove vanta il controllo della prima tv privata del paese TF1, nella telefonia mobile e nella distribuzione dell’acqua” La risposta non tarderà ad arrivare. Bolloré tenterà una scalata, poi sfumata dopo uno scontri a suon di carte bollate, al gruppo Bouygues che gli varrà lo peudonimo di tombeur de dinastie

 

L’antefatto non è diverso quando in tempi piu’ recenti Bolloré si mette in testa di conquistare il gruppo pubblicitario Havas: “ È esattamente il 20 luglio: “Ero alla sede di Havas a Suresnes quando Vincent Bolloré mi chiama, credo dal suo yacht” ricorda l’ex presidente del gruppo media Alain de Pouzilhac. “Alain, mi dice, penso che Havas sia sottovalutato, ma in via di rilancio. Ne approfitto per acquistare dei titoli senza passare la soglia del 5 per cento”.

 

VINCENT BOLLORE VINCENT BOLLORE

Sul momento de Pouzilhac si dice sorpreso positivamente”. Ma l’idillio durerà poco: de Pouzilhac verrà cacciato da Bolloré che lo porterà davanti al tribunale per abuso di beni sociali e non gli pagherà neanche il golden parachute, il paracadute d’oro per la buonuscita. Una vicenda che fa preoccupare il presidente e l’ad di Telecom, Giuseppe Recchi e Marco Patuano che, in compagnia del numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, nell’estate del 2014 erano accorsi ad incontrare Bolloré sempre sull’ormai celebre yacht Paloma.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…