matteo marta marzotto

VI RACCONTO CHI ERA MARTA MARZOTTO! “TUTTI PENSAVANO CHE ERA DI FERRO E INVECE ERA DI BURRO. PER ME ERA L’ESSENZA DEL FASHION” – MATTEO, FIGLIO DELLA “CONTESSA” E MANAGER, RIVELA COSA NON HA MAI ACCETTATO DELLA MADRE: “NEGLI ULTIMI TEMPI, ERA UNA SIGNORA ANZIANA CHE NON VOLEVA INVECCHIARE E SI STORDIVA DI UNA VITA FOLLE. MI RIVEDO A 5 ANNI E C’È LEI CON LE SCARPE BICOLORE DI CHANEL E UN ABITO LUNGO A FIORI NERO E BIANCO. LA GUARDO E PENSO CHE È…” 

Michela Proietti per corriere.it

 

matteo e marta marzotto

«C’è stato un momento, dieci anni fa, in cui mi sono accorto che non mi stavo divertendo più. Avevo una grande esposizione mediatica, ero molto impegnato in azienda: ero esattamente dove volevo essere, facevo quello che sognavo di fare, ma in realtà mancava un pezzetto. Quasi subito ho capito che era quello spirituale, ma non dovevo farmi confondere da filosofie new age: era un richiamo di fede».

 

Matteo Marzotto, 52 anni, gessato e camicia a righe bianche e rosse, ci accoglie nella casa di sua madre Marta, in centro a Milano. «Mia mamma aveva un’arte, quella di mischiare stili diversissimi e riuscire a trovare un’armonia. Ci rimase male quando le dissi che avrei arredato da solo la mia casa a Valdagno: per lei era una estromissione inspiegabile, ma alla fine rimase sorpresa perché era come l’avrebbe fatta lei: ho ereditato il suo stesso gusto».

 

matteo e marta marzotto

Quinto figlio del Conte Umberto Marzotto e della modella Marta Vacondio, il manager è in una nuova fase della sua vita: dal 2016 è presidente del marchio di abbigliamento Dondup, dopo essere stato presidente di Valentino, aver rilanciato Vionnet ed essere stato amministratore delegato di Fiera di Vicenza. «Sono nato in una scuderia dove l’intrapresa si è sempre unita al sociale, soprattutto nella visione di mio nonno Gaetano», spiega. «Oggi più che mai mi è chiaro che umanizzazione non è sinonimo di buonismo e che si può fare impresa anche dichiarando di essere cristiani».

 

Quando è avvenuta la sua conversione?

«Durante un viaggio a Medjugorje e dopo l’incontro con Chiara Amirante, fondatrice e presidente della Comunità Nuovi Orizzonti. Con lei ho aperto la gamma della conoscenza: ho iniziato a documentarmi, ho fatto quello che in una famiglia religiosa si fa da bambini».

 

Nella sua famiglia la religione era assente?

matteo marzotto

«Ho sempre pregato, ma c’era una tradizione liberale in fatto di religione: chi di noi decideva di avvicinarsi alla fede doveva farlo autonomamente. C’era una tradizione di impresa forte: l’iperlavoro era il vero credo. Unito alla rettitudine: mio padre era tutto d’un pezzo».

 

 

Come è cambiata la sua vita?

«È un cammino che mi ha trasformato, ma non sono ovviamente diventato irriconoscibile: faccio un mestiere che è il massimo della mondanità, ora però ho capito che tutte le professioni acquistano una dignità o la perdono nella misura in cui le persone si comportano più o meno correttamente. Anche con i social ho fatto una scelta radicale: non ho nessuna interazione personale. Nella Comunità ci occupiamo delle nuove patologie nate con la iperconnessione: dipendenze che hanno superato persino quelle tradizionali».

 

Dunque il Matteo Marzotto di 15 anni fa non le apparteneva?

«C’era una motivazione personale forte: mi divertivo, ma la pressione era elevata. All’epoca di Valentino gli stakeholder chiedevano un trentottenne rampante alla guida. Certo avevo con me grandi manager: la storia dell’uomo solo al comando è una bufala, da solo non vai da nessuna parte».

 

Non ha avuto paura di essere poco “cool” dichiarando la fede?

matteo e marta marzotto

«Se 20 anni fa qualcuno mi avesse detto che avrei portato un mio minimo contributo di evangelizzazione avrei riso, invece due settimane fa sono stato a Lourdes e ho parlato davanti a 3500 militari delle Forze Armate Italiane. Mi diverte che ci sia questa contrapposizione: la moda in fondo è una cosa estremamente umana, ci si veste per apparire davanti agli altri e coprire le debolezze».

 

 

Cosa la affascina della fede?

«Il fatto di offrire la sofferenza, che nulla viene perduto e che il bene rimane. Tra le mie letture preferite ci sono le vite dei santi del giorno: scopri persone normalissime che hanno moltiplicato i loro sforzi per stare al mondo».

 

Sua madre cosa avrebbe detto del nuovo Matteo?

«La mamma degli ultimi anni era una signora anziana che non voleva invecchiare e si stordiva di una vita folle. A 55 anni avrebbe certamente capito, aveva un tale amore per me e io per lei che ci appoggiavamo sempre, ma nessuno faceva sconti all’altro: su alcune cose l’ho criticata pubblicamente».

matteo marzotto

 

Cosa non accettava di lei?

«La separazione da mio padre, legittima ma sbagliata nei modi, con tutti gli scandali che ha generato. E poi non amavo la preferenza che accordava ad alcuni nipoti. Da mio padre ho preso un senso dell’equilibrio che mia madre negli ultimi tempi non aveva più. Diceva: “sono vecchia e posso fare quello che voglio”. Nel suo libro uscito postumo ha scritto: “nell’eventualità che io debba morire...”. Forse ci stava davvero provando, a non morire».

 

Lei però era il figlio prediletto.

«Non amavo le sue preferenze smaccate, ma è vero, ho beneficiato molto del suo amore, che ci ha permesso di dirci le cose in modo chiaro. Però proiettava se stessa su di me: più ero pubblico più lei pensava che fosse un valore aggiunto. Per me non lo era».

 

Le manca molto?

«Oggi molto di più che nei giorni del lutto. Mi manca la mamma negli anni della sua maturità, fragile e intelligente, piuttosto che quella caciarona dell’ultimo periodo. Se guardo ai miei genitori posso dire che non sono stati molto presenti: nell’adolescenza mi è pesato. Sarebbe stato meglio avere più polso, dare senza controllo rende impreparati alla vita».

marta e umberto marzotto 1

 

Il rimpianto più grande?

«Non lo dirò. Ma in passato ho guardato come un pazzo e non ho visto, ho spaccato il capello e mi è sfuggito l’insieme: mi è successo già due volte e non vorrei mi succedesse la terza».

 

La mamma le diceva “sistemati”?

«No, ma aveva una concezione delle mie fidanzate sgangherata. Pensava che andassero bene quelle che mi piacevano di meno e non vedeva quelle giuste. Ma amava molto Nora, la mia compagna».

matteo marzotto gq

 

Un ricordo di Marta Marzotto ?

«Tutti pensavano che era di ferro e invece era di burro: aveva la capacità di rinascere dalle sue ceneri. La gente le si rivoltava contro? Lei partiva da zero. Per me era l’essenza del fashion: mi rivedo a cinque anni e c’è lei con le scarpe bicolore di Chanel e un abito lungo a fiori nero e bianco. La guardo e penso che è la più bella del mondo».

marta e umberto marzottonaomi e matteo marzottomatteo marzotto a tv2000matteo marzotto lapo elkannmatteo marta marzottomatteo marzotto MARTA MARZOTTOMARTA MARZOTTOMARTA MARZOTTOMARTA MARZOTTOmatteo marzotto naomi campbellMARTA MARZOTTOgianluca vacchi lapo elkann matteo marzottoMARTA MARZOTTOmarta marzotto (3)marta marzotto (4)marta marzotto (1)marta marzotto (14)marta marzotto (2)ANGIOLILLO MARZOTTOmarta marzotto (8)marta marzotto (5)marta marzotto (7)marta marzotto 3marta marzotto 2marta marzotto 4marzotto1marta marzotto 6marta marzotto e magriantonio polito giovanni malago matteo marzottomarta marzotto 1MARTA MARZOTTOmarzotto renzi modamatteo marzotto gianluca vacchiguido barilla premiato da matteo marzottotom barrack marta marzottomatteo marzotto by gastelmatteo marzottomarina ripa di meana marta marzottoMASSIMO SAGRAMOLA E MARTA MARZOTTOmatteo marzotto a tv2000umberto marzotto 1

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...