VIAGGIO TRA LE FIERISSIME “MUXE” MESSICANE, PIONIERE PRECOLOMBIANE DEL TERZO GENERE E DELLA FLUIDITA’ SESSUALE - A OAXACA LAVORANO COME INSEGNANTI E INFERMIERE, SONO LE REGINE DELLE FESTE E UNA BENEDIZIONE PER LE FAMIGLIE SENZA FIGLIE FEMMINE

Non appartengono al movimento trans americano né alla comunità LGBT mondiale. Una “muxe” indossa abiti tradizionali, la sua sessualità fa parte della sua cultura e si sente desiderata. Assume i tradizionali ruoli femminili all’interno della famiglia e della società, ha un ruolo economico che ha aiutato la libertà sociale...

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muxe messicane muxe messicane

Rafa Fernandez de Castro, Ana Camus e Leslie-Anne Frye per “Fusion”

 

Juchitàn De Zaragoza, Oaxaca - Marluu Ferretti si siede nel centro di bellezza locale per farsi acconciare in occasione della “Vela de la Santa Cruz de Los Pescadores”, una delle 25 feste che si tengono ogni primavera in onore del santo patrono Juchitán Vicente Ferrer.

 

Marluu è una "muxe", termine derivato dall’antico dialetto zapoteca e usato per descrivere

muxe messicana in abiti tradizionali muxe messicana in abiti tradizionali

la comunità di maschi gay che frequentano uomini eterosessuali però vestendosi da donne, spesso assumendo i tradizionali ruoli femminili all’interno della famiglia e della società. Nella regione, le “Muxe” sono presenti ufficialmente dai primi anni ’50, ma le loro tracce si trovano anche nel passato indigeno precolombiano. Non appartengono al movimento trans americano né alla comunità LGBT mondiale. E’ a sé stante, un dualismo che ha intrigato gli antropologi che studiano le “muxe” sin dagli anni ’80. Le considerano pioniere del terzo genere e della fluidità sessuale.

 

muxe ballano in piazza muxe ballano in piazza

Oaxaca è nota per la cultura della “fiesta” e i Juchitecos sono famosi per essere bravi ospiti. Se ti vedono con una bottiglia di birra in mano, si preoccupano di portartene subito un’altra. Qui sparisce la linea che divide donne biologiche e “muxe” e qualsiasi discriminazione. Sono le benvenute nelle feste dei pescatori ma hanno accesso limitato agli altri eventi cittadini, se si vestono da donne. Per loro ci sono bagni dedicati, perché le altre donne della comunità temono flirtino coi loro mariti.

muxa sottoposta a intervento chirurgico muxa sottoposta a intervento chirurgico

 

Molte “muxe” scelgono di vivere ogni giorno da donne, altre sono donne a seconda della giornata, per sottolineare la loro identità fluttuante. Sono messe ai margini in certe parti del Messico, ma non a Juchitán, dove sono parte integrante della società e lavorano come insegnanti, infermiere, organizzatrici di eventi. Le famiglie le accettano, le incoraggiano, addirittura le considerano una benedizione, soprattutto se nei nuclei mancano figlie femmine. La città ha la reputazione di paradiso “queer”, anche se non sono mancati episodi di discriminazione e omicidi.

muxe al salone di bellezza locale muxe al salone di bellezza locale

 

«Per essere “muxe” devi essere nata in un luogo zapoteca» spiega Cony Canseco, a capo del dipartimento per la diversità sessuale di Juchitán. Il clan di “muxe” più famoso è chiamato “Le autentiche e intrepide cercatrici di pericolo”. Lo spirito di ribellione, sovversione e autonomia, permea questa zona matriarcale, dove le donne sono forti, dominano e ribaltano lo stereotipo machista messicano. Gli uomini lavorano come pescatori o agricoltori, le donne vendono i prodotti al mercato, hanno un ruolo economico che ha aiutato la libertà sociale.

sfilata di muxe per il santo patrono sfilata di muxe per il santo patrono la muxe shaula la muxe shaula

 

Anche tra gli immigrati negli Stati Uniti ci sono delle “muxe”. Maritza Sanchez si è trasferita nel 1988 da Oaxaca in California, e a Los Angelese ha scoperto la scena dei club gay: «La trasformazione era ciò che cercavo. Mi considero una “muxe” perché vivo da donna con un uomo eterosessuale che mi fa sentire tale. Mi vesto da uomo solo quando vado al lavoro, faccio il cameriere in un ristorante. A Los Angeles mi etichettano come “drag queen” o travestito, ma non è così. Un travestito è un uomo che si veste da donna, una “muxe” indossa abiti tradizionali, la sua sessualità fa parte della sua cultura e si sente desiderata. Non appartiene a nessun’altra categoria».

 

la muxe reginetta di bellezza la muxe reginetta di bellezza

Shaula Zoe aiuta a organizzare il concorso di reginetta “muxe”a Santo Domingo Tehuantepec, evento per l’annuale “Sol en Luna vela”. Qui la “muxe” più bella sfila per le strade lanciando regali. Come le altre, Shaula va dallo stilista gay Cheché, per prepararsi all’occasione: «Mi piace trasformarmi e diventare l’illusione che ho di me. Biologicamente siamo uomini, ma pensiamo come donne. Per noi trovare il sesso è facile, trovare l’amore vero è difficile. Ci innamoriamo di uomini che hanno mogli e figli, le nostre relazioni hanno sempre una scadenza perché, alla fine, gli uomini scelgono quasi sempre donne biologiche. La solitudine fa parte della nostra vita».

la muxe marluu la muxe marluu

 

Gli uomini etero che frequentano le “muxe” vengono chiamati “mayates,” “stercorari”, un termine denigratorio ma che non sempre implica transizione di denaro. Hanno bisogno di soddisfare bisogni che non possono soddisfare con le mogli o le fidanzate. Molti ragazzi giovani si prostituiscono con le “muxe” per fare soldi facili, e molti padri portano i figli a fare la prima esperienza sessuale con il terzo genere.

il terzo genere in messico il terzo genere in messico

 

La connotazione della parola “gay”, nel resto del Messico, è basata sulla preferenza sessuale. A Juchitán non è così, si tratta di un vero e proprio ruolo sociale. Sono una minoranza statistica, non sociale. Probabilmente la nuova generazione avvierà un cambiamento e si trasformerà attraverso gli interventi chirurgici, o diventerà, a causa dell’immigrazione, un sottogruppo della comunità LGBT mondiale, ma parte di essa, già fierissima del suo stato, non si adatterà agli schemi stranieri.

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