legionari di cristo 1

ABUSI SESSUALI, BUGIE E OFFSHORE: I PANDORA PAPERS E I SEGRETI DEI LEGIONARI DI CRISTO - QUATTRO DIRIGENTI DELL’ORGANIZZAZIONE PIÙ POTENTE DELLA DESTRA CATTOLICA SOTTO PROCESSO A MILANO PER UNO SCANDALO DI VIOLENZE IN SEMINARIO E SOLDI PER COMPRARE IL SILENZIO DELLE VITTIME. E TRE DI LORO GESTISCONO TRUST ANONIMI CON CENTINAIA DI MILIONI. APERTI MENTRE IL PAPA COMMISSARIAVA L’ENTE RELIGIOSO

Da espresso.repubblica.it

 

legionari di cristo 1

Da quasi cinque mesi, dallo scorso maggio, è in corso a Milano un processo di cui non si parla. Eppure, è una storia impressionante. Che coinvolge i vertici dei Legionari di Cristo, la ricchissima congregazione religiosa fondata nel 1941 dal prete messicano Marcial Maciel Degollado, travolto da infiniti scandali sessuali con droga, amanti, figli segreti sparsi per il mondo. E condannato dal Vaticano, nel 2006, soltanto a dedicarsi a «una vita di preghiera e penitenza», prima di morire nel 2008. Sotto accusa ci sono quattro dirigenti della Congregazione, fortissima in Italia, Messico e Spagna, dove rappresenta l’ala conservatrice e integralista del mondo cattolico.

 

 

Al centro del processo, due accuse: tentata estorsione e favoreggiamento. Pressioni e minacce per insabbiare una denuncia presentata nel 2013 in un commissariato milanese da due genitori disperati, Yolanda M. e Giuseppe L., per gli abusi sessuali subiti dal figlio nel seminario di Gozzano, vicino a Novara. Un sacerdote dei Legionari, padre Vladimir, avrebbe trasformato quel ragazzo in uno schiavo sessuale: un inferno, che lo ha spinto a meditare il suicidio, come lui stesso ha scritto in un tema conservato dai genitori, prima di abbandonare la vocazione. Per evitare lo scandalo, l’ennesimo, i quattro dirigenti della Congregazione avrebbero proposto ai due poveri coniugi un accordo scritto, illegale: negare che ci fossero mai stati abusi, se interrogati da magistrati, in cambio di 15 mila euro, da restituire se invece avessero parlato. Al loro no, deciso, sarebbe seguita una seconda proposta scritta, non più riferita ai giudici: tacere con le autorità ecclesiastiche, in cambio dei soliti 15 mila euro. Da ridare, se avessero rotto l’omertà, raddoppiati: 30 mila.

 

 

 

legionari di cristo 9

Gli imputati del processo milanese, che respingono tutte le accuse, sono Luca Gallizia, italiano, ex rettore dell’università europea di Roma; Manuel Cordero Arjona, spagnolo, il legale della Congregazione; e due messicani, Victor De Luna De Santiago, responsabile economico, e Oscar Kuri Nader, direttore per il Nord Italia. I tre Legionari stranieri compaiono anche nei Pandora Papers, le carte riservate delle società offshore, analizzate da L’Espresso insieme a giornalisti americani, spagnoli e messicani.

 

 

Già nel 2013 De Luna e padre Nader, che vivono nel quartier generale della Legione di Cristo, il palazzo di via Aurelia 677 a Roma, entrano come amministratori in una offshore di Hong Kong, la New Gate Foundation HK. E a fine giugno ne siglano un bilancio assurdo, senza cifre. A fine luglio invece è Cordero, tramite un’altra società estera, Education Developers Inc, a versare 2,4 milioni di dollari, a titolo di rimborso di un prestito decennale, a un trust offshore di Luis Garza Medina, messicano: un fedelissimo di padre Maciel, il fondatore dei Legionari. Medina è stato il vicario generale della Legione fino al luglio 2011, quando il Vaticano lo ha silurato. Anche gli altri tre imputati erano molto vicini a Maciel.

 

 

Nel 2017 L’Espresso, con l’inchiesta chiamata Paradise Papers, aveva rivelato che i Legionari, fin dagli anni ’90, utilizzavano società delle Bermuda come tesorerie anonime per gestire centinaia di milioni: le rette pagate da migliaia di studenti delle loro scuole e collegi. Allora la Congregazione replicò che da tempo non usava più offshore. Come dire che erano problemi del passato, dei tempi del fondatore.

 

 

legionari di cristo 9

I Pandora Papers ora mettono in dubbio la versione ufficiale. La Legione viene commissariata il 9 luglio 2010, quando Papa Benedetto XVI incarica monsignor Velasio De Paolis, poi nominato cardinale, di fare pulizia. Appena tre giorni prima, come emerge ora, Garza Medina ha costituito la prima cassaforte offshore in Nuova Zelanda, chiamata Retirement and Medicable Charitable Trust. Che alimenta anche conti svizzeri. Ed è legata ad altri trust, intestati a familiari di Medina, creati nel 2011, durante il commissariamento.

 

 

Alcuni sono tuttora attivi. Gestiscono patrimoni per almeno 300 milioni. Investiti nell’acquisto di immobili nei quartieri più poveri della periferia di Miami, in Florida, e di altre città americane. Dove il consorzio Icij ha scoperto che centinaia di famiglie sono state sfrattate l’anno scorso, nonostante l’emergenza pandemia, dai misteriosi proprietari schermati dalle offshore, per poter ristrutturare e rivendere a caro prezzo le loro case. Alla domanda se questi investimenti siano stati comunicati alla Chiesa di Papa Francesco, i Legionari hanno risposto che «gli istituti religiosi non hanno un obbligo di fornire informazioni dettagliate al Vaticano sulle loro decisioni interne in materia finanziaria». Aggiungendo che solo uno dei trust, quello intitolato a opere di carità, è controllato dalla Congregazione. E confermando che gli altri appartengono a familiari dell’ex tesoriere Medina.

 

legionari di cristo 9

 

A Milano intanto, nel processo per gli abusi da insabbiare con i soldi, si scopre che padre Vladimir, il rettore denunciato del seminario, è stato condannato in via definitiva a più di sei anni di carcere, nel 2020, ma è scappato in Sudamerica. Dalle email sequestrate emerge perfino un tentativo di coinvolgere l’allora vicario della diocesi di Milano, Mario Delpini, poi diventato arcivescovo. A incontrarlo, il 30 settembre 2013, è Gallizia, il Legionario italiano. Chiede l’approvazione della Chiesa per trattare con i genitori della vittima. Monsignor Delpini lo gela così: «Pensateci bene a fare un accordo con la famiglia, potrebbe essere usato come una prova di colpevolezza della Congregazione».

 

 

mario delpini

Neanche un mese dopo, il 18 ottobre, la signora Yolanda si vede proporre, nella chiesa di Sant’Eustorgio a Milano, la prima scrittura privata per comprare il suo silenzio. Lei rifiuta. E dopo la seconda offerta, reagisce. Alle 08,21 del 9 gennaio 2014 chiama al telefono, intercettato dalla polizia, il cardinale De Paolis. Lui capisce che le hanno offerto denaro e commenta: «Questo è quello che si dà in Italia… Non firmi il patto, non firmi niente». Poi aggiunge: «Gli avvocati complicano le cose, anche le Sacre Scritture dicono che tra cristiani dovremmo trovare un’intesa». Yolanda esplode: «Non è un buon accordo consentire una menzogna».

 

 

De Paolis è stupefatto: «No, no. Sono sorpreso da quello che hanno scritto questi avvocati… Lei ha chiesto aiuto perché ha avuto delle spese». Yolanda: «Il mio legale sostiene che ci deve essere un risarcimento, ma senza approvare clausole che non sono vere e sono pure criminali».

 

LEGIONARI Di cristo 1

Il giorno dopo, alle 21.19, viene intercettato padre Nader mentre parla con un legale. La linea è chiara: «In ogni caso, qualunque cosa dobbiamo firmare, la Congregazione deve essere tenuta fuori».

 

La signora Yolanda è delusa e oggi dice all’Espresso: «Il cardinale non ha alzato un dito per aiutarci. Non è venuto incontro alle vittime. Mi sono sentita tradita. Sono cristiana, ma non sono più cattolica. Ora non vado più a messa, come mio marito».

 

L’avvocata della famiglia, Daniela Cultrera, attacca i Legionari: «Il negoziato per comperare il silenzio delle vittime non è mai stato autorizzato dal cardinale De Paolis. E il modo in cui la Congregazione ha cercato di insabbiare lo scandalo non è un caso isolato».

 

Chissà se qualcuno, a Milano o in Vaticano, ora indagherà sui trust offshore dei Legionari. E sulla provenienza dei tanti soldi offerti in questi anni in mezzo mondo, si spera con transazioni lecite, per zittire le vittime.

papa francesco 4

 

Questa inchiesta è stata realizzata da Leo Sisti, Paolo Biondani, Vittorio Malagutti (L’Espresso), Spencer Woodman (Icij), Andrea Cardenas (Quinto Elemento Lab), Mathieu Tourliere (Proceso), Georgina Zerega (El Pais)

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."