giovanna fatello

1. LA BAMBINA DI 10 ANNI ERA SUL LETTINO, GIÀ ANESTETIZZATA, IL CHIRURGO AVEVA IL BISTURI IN MANO. MA NON SAPEVA QUALE ORECCHIO DOVESSE OPERARE: COSÌ É MORTA GIOVANNA FATELLO, IN UNA CLINICA ROMANA DURANTE UN BANALE INTERVENTO AL TIMPANO

GIOVANNA FATELLOGIOVANNA FATELLO

Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

Giovanna era sul lettino, già anestetizzata, il chirurgo aveva il bisturi in mano. Ma non sapeva quale orecchio dovesse operare. «Il professor Magliulo era incerto, mi chiese di andare a chiedere informazioni ai genitori della paziente, che però non trovai», mette a verbale l’anestesista Pierfrancesco Dauri, uno degli indagati per il caso di Giovanna Fatello, la bambina di 10 anni morta nella clinica romana “Villa Mafalda” il 29 marzo scorso durante un banale intervento al timpano. Dauri uscì dalla sala durante l’operazione e oggi è accusato, insieme al suo aiuto Federico Santilli, di «non aver prestato sufficiente e costante attenzione» ai parametri vitali segnalati sul monitor.

giovanna fatello -kbqc-u43050762082561peh-512x384@corriere-web-sezioni_192x144giovanna fatello -kbqc-u43050762082561peh-512x384@corriere-web-sezioni_192x144

 

Dalle carte dell’inchiesta emergono molte “stranezze” e “contraddizioni”. Come quella del chirurgo che all’inizio non era sicuro se operare l’orecchio destro oppure il sinistro, tanto da essere costretto a individuare quello giusto usando l’otoscopio. Cosa è accaduto davvero in quelle quattro ore e dieci minuti, dalle 9.30 alle 13.40, quando fu dichiarato il decesso di Giovanna Fatello?

 

villa mafalda giovanna fatellovilla mafalda giovanna fatello

Da dieci mesi il pm Mario Ardigò ha un fascicolo aperto per omicidio colposo. Ha disposto perizie e interrogato tutti quelli presenti all’intervento. Testimonianze che a volte hanno chiarito, altre volte hanno aggiunto dubbi. «Il saturimetro di tanto in tanto non captava bene il segnale », si difende Santilli, anestesista dell’ospedale “San Camillo” di Rieti che si è ritrovato in sala operatoria quasi per caso.

 

«Quel sabato era il mio giorno libero — dichiara nell’interrogatorio del 15 dicembre scorso — ci eravamo sentiti con Dauri e lui mi aveva chiesto se volevo coadiuvarlo. Prima di allora la casa di cura “Villa Mafalda” era una struttura a me sconosciuta».

 

Una delle poche certezze è il panico che si diffuse in sala quando realizzarono che il cuore di Giovanna si stava fermando. «Dauri urlava “qui comando io” o “qui gli ordini lì do io”», si legge in una testimonianza di un tecnico di radiologia. Durante la rianimazione il chirurgo, Giuseppe Magliulo, si sentì male e si allontanò. «Meglio svenire da un’altra parte che farlo lì», ha spiegato al magistrato. «Mi si sono seccate le labbra, mi sono spogliato e sono dovuto andare a bere perché non riuscivo a emettere parola». Sono pezzi, questi, della cronaca di una morte sotto i ferri. Una cronaca ancora imperfetta, perché le indagini sono nella fase preliminare.

funerali giovanna fatellofunerali giovanna fatello

 

Erano dieci le persone iscritte nel registro degli indagati, ma per 8 Ardigò ha chiesto l’archiviazione. Anche per Magliulo, sul cui operato i periti «non hanno rilevato elementi di responsabilità professionale ». Rimangono le posizioni di Dauri e Santilli, ai quali viene contestato di «non aver prestato sufficiente attenzione ai valori rilevati dal saturimetro installato nel monitor, che segnalavano una progressiva ipossia (mancanza di ossigeno, ndr) », e anche di «non aver eseguito tempestivamente le manovre necessarie» per ripristinare la ventilazione.

 

A Giovanna, «per due o tre minuti» hanno accertato le perizie, non è arrivata aria sufficiente nei polmoni, perché il tubo “orotracheale” o si era ostruito, o si era spostato. Resta una domanda: perché nessuno si è accorto che Giovanna non respirava più ed era diventata cianotica?

 

giovanna fatello giovanna fatello

«Quando tornai in sala operatoria — ricorda Dauri davanti al pm — la paziente era già stata intubata. L’emergenza è sopraggiunta quando l’intervento stava volgendo al termine, dopo circa 40 minuti ». Quindi intorno alle 10.10. «Ad un certo punto i dati visualizzati dal saturimetro cominciarono ad essere anormali, non c’era calo dell’ossigeno ma alterazione dell’onda (sul monitor, ndr) con dati alfanumerici non attendibili».

 

Dauri allora chiese all’infermiere di prendere un saturimetro portatile. «Non ricordo i valori rilevati dal nuovo apparecchio — prosegue — perché nel giro di pochi secondi è scattato l’allarme per bradicardia ». Lasciando così intendere che il primo macchinario non funzionasse bene. 

 

In effetti le condizioni del monitor, prodotto in America dalla Andover e di proprietà della clinica, sono un altro giallo. È stato analizzato da un ingegnere chiamato dalla procura: il 28 marzo, il giorno prima dell’operazione, risulta una perdita nel tubo per la rivelazione della pressione arteriosa. Il 29 marzo non si registrano “ warning”, ma il 31 il database interno — non si capisce bene perché — è stato resettato.

 

villa mafaldavilla mafalda

«Si è trattato di momenti drammatici — dice Dauri, ricordando le tre ore di tentativi di rianimazione, il disperato massaggio cardiaco, i medicinali iniettati — ero sconvolto, non riuscivo a spiegarmi perché il cuore non ripartisse. Escludo di aver disattivato gli allarmi delle varie apparecchiature alle quali la paziente era collegata ».

 

Secondo due periti medico-legali, però, la ricostruzione degli anestesisti «non appare attendibile ». E l’avvocato della famiglia Fatello, Francesca Florio, ha presentato ricorso contro la richiesta di archiviazione degli altri presenti in sala. «Allo stato delle indagini — spiega — non può escludersi una responsabilità dell’intera équipe ». Unica certezza: alle 13.40 del 29 marzo scorso, Giovanna Fatello ha smesso di vivere.

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…