IL BOSS DEL DOPPIO GIOCO - “REPUBBLICA” MINIMIZZA LE AFFERMAZIONI DI GIUSEPPE GRAVIANO SUGLI INCONTRI CON BERLUSCONI: “LE SUE PAROLE OLTREPASSANO IL GIÀ VISTO E IL GIÀ SENTITO. MA ECCESSIVAMENTE. UNA SREGOLATEZZA UN PO' SOSPETTA. QUESTE PAROLE NEL '94 AVREBBERO FATTO ESPLODERE L'ITALIA. OGGI AVREMO SOLO UN PO' DI INFORMAZIONI SUI PATTI TRA COSA NOSTRA E UN'IMPRENDITORIA RAPACE…”

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Attilio Bolzoni per “la Repubblica”

 

GIUSEPPE GRAVIANO IN BERMUDA NEL CARCERE DI ASCOLI PICENO GIUSEPPE GRAVIANO IN BERMUDA NEL CARCERE DI ASCOLI PICENO

I boss lo sapevano che "Iddu pensa solo a Iddu", che lui pensava solo a se stesso. Ma ora il mafioso che - dopo la morte di Totò Riina - custodisce i segreti più segreti di Cosa Nostra - glielo sta rinfacciando a modo suo, come è lui: spietato. Ora, dopo tanti anni di tira e molla, di cose dette e non dette, di messaggi storti, Giuseppe Graviano apparentemente fa saltare il banco e chiede il conto a Silvio Berlusconi su quelli che sono stati i veri o presunti rapporti che l' ex Cavaliere di Arcore ha avuto con la mafia siciliana.

 

Apparentemente. Perché quello che i suoi venerano come una divinità e chiamano "Madre Natura" è un maestro del doppio e anche del triplo gioco. Dice Berlusconi ma può aver mandato messaggi a qualcun altro, in chiaro parla di soldi e di investimenti ma forse in codice parla di stragi. "Madre Natura" interpreta sempre se stesso e forse sta mischiando le carte un' altra volta. Perché lo fa adesso, e in maniera così spudorata e rumorosa, non lo sappiamo. Cosa si aspetti di ottenere, al momento è ancora un mistero.

 

GIUSEPPE GRAVIANO GIUSEPPE GRAVIANO

Si sta comunque scoprendo troppo e non è mai stato nel suo stile. Una ragione importante (per lui) sicuramente ci sarà. Anche perché se avesse vuotato il sacco su Berlusconi quando lo arrestarono, le sue dichiarazioni avrebbero fatto esplodere l' Italia. Le parole pronunciate ieri, seppur devastanti, passeranno nel migliore dei casi alla storia probabilmente come una "crisi individuale" del più astuto fra i Graviano.

 

TOTO RIINA TOTO RIINA

È in ritardo di ventisei anni e un mese "Madre Natura", fermato a Milano nel gennaio del 1994 dopo una soffiata - raccontano i bene informati - di un senatore della Repubblica molto amico di Berlusconi. L' effetto delle sue rivelazioni ci sarà comunque, ma il tempo - si sa - scolorisce tutto. Avremo solo un po' di informazioni in più sui patti fra l' associazione denominata Cosa Nostra e un' imprenditoria rapace, su come è stato costruito un impero economico, sulle trattative indicibili fra "classi pericolose" e poteri in un paese dove si stava fondando la seconda Repubblica. Ma è questo che ci ha voluto comunicare "Madre Natura", è davvero questo?

 

"Iddu pensa solo a Iddu" era la voce che avevano fatto circolare sin da subito in carcere e che poi era stata trasportata fuori, di bocca in bocca, prima sussurrata e poi gridata in quell' inizio degli anni '90. Quando Iddu, Silvio Berlusconi, era diventato per la prima volta Presidente del Consiglio.

 

MARCELLO DELL UTRI E SILVIO BERLUSCONI MARCELLO DELL UTRI E SILVIO BERLUSCONI

Iddu capo del governo e loro sepolti come morti vivi al 41 bis, Iddu potente e intoccabile e loro braccati come animali, Iddu sorridente fra i potenti della terra e fra quelle simpatiche signorine un po' scollacciate e loro con tutti i beni sequestrati e gli ergastoli sul groppone.

Poi erano arrivati i Graviano, a provare a rimettere ordine.

 

I due fratelli, Filippo e quell'altro, Giuseppe. E, proprio in quel momento, tutti noi abbiamo cominciato a vedere i riflessi lontani di una storia che c'era e non c'era, un gioco degli specchi, un fratello che ammetteva e l'altro che smentiva, il secondo che ricordava e il primo che dimenticava, una volta parlavano di mafia e un' altra di Borsa, in un' udienza si dibatteva sulle stragi e nel processo dopo di «un famoso imprenditore del Nord». Tutto vischioso, indistinto, quasi vero. Quasi.

 

Chiacchiere ricattatorie di gente accusata di avere organizzato stragi e che tentava di coinvolgere il nuovo padrone d' Italia negli affari più loschi, lui e anche l' amico - Marcello Dell' Utri - che lo aveva trascinato nell' arena politica fondando Forza Italia.

SILVIO BERLUSCONI E MARCELLO DELL UTRI SILVIO BERLUSCONI E MARCELLO DELL UTRI

 

Ma un "Madre Natura" inedito e fragoroso ha scelto di fare il nome e il cognome di "Iddu" inserendolo nel peggiore dei contesti possibili, quantifica l' investimento di famiglia (quella di Brancaccio) - venti miliardi di vecchie lire con l' interesse del venti per cento - per accreditare la sua versione non esita a chiamare in causa il nonno Filippo e il cugino Salvatore, confessa candidamente di avere incontrato "Iddu" almeno tre volte quando era latitante e già pienamente immerso nelle investigazioni sulle uccisioni dei giudici Falcone e Borsellino. Parole che oltrepassano il già visto e il già sentito. Ma eccessivamente.

Una sregolatezza un po' sospetta. Queste parole nel ' 94 avrebbero fatto esplodere l' Italia. Oggi avremo solo un po' di informazioni sui patti tra Cosa Nostra e un' imprenditoria rapace.

 

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