imane fadil

CON CHI ERA A CENA IL 16 GENNAIO IMANE FADIL? – IL RACCONTO DELL’AMICO CHE L’HA OSPITATA NEI GIORNI IN CUI È STATA MALE: “RIENTRATA DA QUELLA CENA CON UN UOMO, HA VOMITATO E NON SI È PIÙ RIPRESA. DISSE CHE AVEVA BEVUTO UN BICCCHIERE DI VINO ROSSO E MANGIATO UN'INSALATA” – “NON VOLEVA ANDARE IN OSPEDALE PERCHÉ TEMEVA CHE POTESSERO FARE QUALCOSA. ERA UNA DONNA INTEGRA. CON IL NOME INFANGATO NON POTEVA PIÙ LAVORARE, MENTRE LE ALTRE AVEVANO…”

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

imane fadil 3

La serenità con cui accarezza i ricordi riesce solo apparentemente a nascondere il dolore che prova per la scomparsa della donna alla quale lo legava un sentimento «reciproco e profondo» che per volere di entrambi non si è mai trasformato in una relazione sentimentale ed è rimasto «un' amicizia perfetta, che contemplava un per sempre». John è stato fino alla fine vicino a Imane Fadil, la 34enne marocchina testimone nei processi Ruby morta il primo marzo in circostanze non ancora chiarite dall' inchiesta per omicidio della Procura di Milano.

imane fadil 2

 

All' anagrafe è Giuseppe, 55 anni, originario della Sicilia, ma si fa chiamare John Pisano e insegna privatamente l' inglese imparato in giro per il mondo facendo per 30 anni «il volontario in missioni umanitarie» e che ha fatto incrociare il suo cammino con quello di Imane. È anche un Life coach, una persona «che aiuta gli altri a vedere le cose in un modo diverso», spiega. A 7 anni di distanza ricorda distintamente la telefonata di Imane che cercava un insegnante. «Abbiamo parlato come se ci conoscessimo da sempre. Alla seconda lezione le dissi: "Noi non ci siamo incontrati per caso". "Lo so molto bene", mi rispose».

 

IMANE FADIL - LA CASCINA IN CUI VIVEVA A CHIARAVALLE

Imane Fadil entra in Italia nel 1989 a 4 anni. A Milano arriva nel 2004. Fa piccole comparsate in tv, la modella e la hostess. Si fidanza con un ragazzo e per un paio di anni esce dall' ambiente, nel quale rientra quando la relazione si interrompe. Finisce nel giro di Lele Mora e di Emilio Fede e, nel 2010, ad Arcore. Nel 2012 testimonia nei processi Ruby riferendo dei balletti hard in casa dell' allora premier Silvio Berlusconi che, come faceva spesso con le sue ospiti, le regalò in due volte 7 mila euro.

 

imane fadil 4

Fadil ha sempre dichiarato di aver incontrato il Cavaliere perché sperava di diventare una giornalista sportiva. Per questo motivo, quando scoppiò il caso Ruby, reagì offesa perché non voleva essere accumunata alle olgettine.

 

imane fadil l'ultima intervista 3

«Aveva una fortissima integrità e una grande fede religiosa», dice Pisano. Quando John e Imane si incontrano lei ha problemi di lavoro. «Con il nome infangato non poteva più lavorare mentre le altre avevano ottenuto il risarcimento da Berlusconi». Nel 2015, ai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, che indagano sulle corruzioni di testi dei processi Ruby, una Fadil «estremamente agitata» dichiara che due delle olgettine, Barbara Guerra e Iris Berardi, tre anni prima avevano tentato di convincerla a non testimoniare.

imane fadil 1

 

Aggiunge che la Berardi le confidò che era stata ad Arcore quando era minorenne, vicenda sulla quale le indagini non hanno trovato nulla. I soldi non bastano e Imane deve trasferirsi nella cascina di Chiaravalle, periferia di Milano, dove resta fino al novembre scorso quando va ad abitare con Pisano. «La cascina non era infestata dai topi, ce n' era qualcuno come capita in campagna. Una donna così elegante non avrebbe potuto vivere in un tugurio», dice John.

imane fadil l'ultima intervista 1

La sera del 16 gennaio, due giorni dopo l' udienza del processo Ruby ter, dalla quale esce furente perché è stata esclusa dalle parti civili, Imane non si sente bene. «Nei giorni precedenti aveva avuto dei malesseri, ma erano mali di stagione», racconta l' amico. Rientrata da una cena con un uomo, di cui Pisano non vuole dire in nome (lo ha fatto agli inquirenti) e potrebbe essere un professionista che ha lavorato per lei, vomita. «Disse che aveva bevuto un bicchiere di vino rosso e mangiato un' insalata». Da allora non si è più ripresa.

 

«Ha cominciato ad avere dolore alle gambe, poi problemi allo stomaco. Mi diceva "sento che dentro di me sta accadendo qualcosa"», racconta Pisano che solo il 24 gennaio riesce a convincerla a chiamare la guardia medica che però, dice, riconduce tutto a un forte stato di stress. «Non voleva andare in ospedale perché temeva che potessero farle qualche cosa perché lei aveva dato fastidio». Chi poteva volerle del male? Lei non fa nomi, a sentire Pisano, il quale però condivide i timori dell' amica. Imane peggiora ulteriormente e il 29 John chiama un' ambulanza che la porta all' Humanitas. La situazione appare subito molto grave.

imane fadil al processo ruby del tribunale di milano

 

«Mi dicono che presentava sintomi legati a problemi tossicologici che interessavano fegato e polmoni e il midollo osseo era compromesso gravemente». Per volere della donna, la famiglia viene avvisata solo nei giorni seguenti. «I medici non capiscono cosa le è successo, le fanno molte trasfusioni di sangue e le estraggono 6 litri di liquidi dal ventre e due dai polmoni» finché «sospettano un avvelenamento».

 

imane fadil

La reazione di Imane e John è la stessa: «Pensiamo alla cena del 16 gennaio. Quello era un fatto concreto, una certezza». Gli esami clinici, però, non trovano nulla, né veleni né malattie. «Una dottoressa mi dice che determinati veleni non si riescono più a rintracciare dopo un certo tempo dalla somministrazione». Le condizioni di Imane precipitano, fino alla morte tra sofferenze atroci.

 

IMANE FADIL AL TRIBUNALE DI MILANO

È il primo marzo. Lo stesso giorno arrivano i risultati informali degli esami chiesti al Centro antiveleni di Pavia giorni prima. Rilevano altissimi livelli di 5 metalli pesanti, pari a quelli di chi ha lavorato 30 anni in fonderia, ma insufficienti a causare il decesso. John si chiede se l' esame sia stato accurato o no, visto che è stato fatto su sangue e urine diluiti dalle trasfusioni e dalle cure che ne potrebbero aver abbassato i valori, e se non sarebbe stato possibile un trapianto di midollo osseo.

IMANE FADIL AL TRIBUNALE DI MILANO

 

«Di che cosa è morta questa ragazza? Non posso dire adesso con certezza che sia stata uccisa, la mia paura è che non venga fuori nulla». John e Imane volevano mettere su un' azienda di servizi.

Lui avrebbe insegnato inglese e fatto il Life coach, lei la Spiritual coach, perché diceva di aver ereditato la capacità di «percepire la presenza del male». Ultimamente sosteneva di aver visto Satana ad Arcore e prima ancora in un viaggio a Dubai dal quale aveva portato una foto in cui vedeva due demoni. Aveva messo tutto in un libro scritto con l' amico che solo ora qualcuno sarebbe disposto a pubblicare. John l' ha sognata mentre felice diceva: «Venite tutti che adesso ci divertiamo».

IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL jpegIMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO imane fadil IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ARRIVA AL TRIBUNALE DI MILANO IMANE FADIL ESCE DAL TRIBUNALE DI MILANO

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…