coronavirus covid-19 lavoro recessione disoccupazione economia

CHI LA PAGA L’EMERGENZA COVID? DONNE E GIOVANI – GLI OCCUPATI A FINE MAGGIO ERANO CIRCA 750 MILA IN MENO RISPETTO A UN ANNO PRIMA. OLTRE MEZZO MILIONE DI PRECARI SONO SPARITI DAL MERCATO DEL LAVORO. COM' È POTUTO SUCCEDERE? IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI HA PROTETTO CHI HA UN CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO E UN EFFETTO SIMILE LO HA AVUTO ANCHE LA CASSA INTEGRAZIONE. MA C’E’ UN SEGNALE INCORAGGIANTE…

FEDERICO FUBINI per il Corriere della Sera

 

lavoro covid

Cosa sia accaduto nel mondo del lavoro in Italia negli ultimi mesi lo ha mostrato ieri l'Istituto di previdenza. Semplicemente, l'impegno formulato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri il 10 marzo scorso («Nessuno perderà il lavoro per il coronavirus») era impossibile da mantenere.

 

L'Inps fa sapere che Da poco prima che esplodesse l'emergenza in febbraio, fino al punto più basso della recessione a fine giugno, in Italia sono spariti 598 mila posti di lavoro. Era inevitabile, con un calo dell'attività economica di oltre il 17% rispetto ai livelli di un anno fa. Ma la promessa del governo di preservare l'occupazione si era basata dall'inizio su una strategia su due binari: cassa integrazione per tutti i tipi di imprese, con un utilizzo che nei primi sei mesi del 2020 è stato superiore di quasi dieci volte allo stesso periodo di un anno fa;

 

donne lavoro covid

e il blocco dei licenziamenti più rigido che si sia visto in tutta Europa. Dopo sei mesi, è tempo di un bilancio per vedere se questa strategia abbia funzionato e chi ne siano stati i vincenti o i perdenti. Se l'obiettivo era preservare i rapporti di lavoro, in parte ha funzionato; lo ha fatto, almeno, in confronto a un paese dove non è stato fatto niente di simile come gli Stati Uniti. Lo U.S. Bureau of Labour Statistics mostra che il numero degli occupati in America è crollato dell'8,7% fra marzo e giugno, mentre l'Istat fa vedere che in Italia il calo fra febbraio e giugno è stato del 2,57%.

 

Il nostro Paese ha preservato una proporzione maggiore di posti, pur subendo una recessione più violenta. La cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti in questo hanno avuto l'effetto desiderato dal governo. C'è però un'altra differenza negli effetti della pandemia su due economie così diverse: i costi della crisi, in proporzione, sembrano essere distribuiti molto di più sui giovani e sulle donne in Italia rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti.

giovani covid

 

Come mostra il grafico in pagina, elaborato dal «Corriere» da dati Istat sugli occupati, mentre il fatturato registrava il collasso più drammatico della storia repubblicana il numero di lavoratori di 50 anni e oltre in Italia è persino salito (più 0,33%). Oggi in Italia ci sono circa trentamila occupati dai capelli bianchi in più rispetto al giorno in cui il paziente uno a Codogno ha contratto il virus. Nel frattempo l'attività economica si sta riducendo di oltre 150 miliardi di euro, mentre ci sono 330 mila donne e 330 mila giovani (fino a 34 anni) occupati in meno.

donne lavoro o casa

 

 L'occupazione fra i cittadini più senior sale senz' altro anche perché il vincolo della pensione a 67 anni (Legge Fornero) tiene più persone al lavoro. Intanto l'occupazione complessiva scende e quella delle donne cala molto più di quella degli uomini: meno 1,99% sugli occupati maschi, meno 3,36% sulle occupate donne; la penalizzazione relativa delle lavoratrici in questa recessione è molto più evidente in Italia rispetto agli Stati Uniti, dove le donne hanno perso il posto solo poco di più rispetto agli uomini. Sempre in Italia poi l'occupazione dei giovani e giovanissimi scende molto di più. Il crollo percentuale degli occupati fra i giovanissimi americani è il doppio rispetto alle medie nazionali, in Italia invece è il quintuplo (meno -12,5% di occupati fino a 24 anni fra febbraio e giugno).

differenze salario uomini e donne

 

Com' è potuto succedere che il costo della crisi in Italia sia stato distribuito in modo così squilibrato? Senz' altro il blocco dei licenziamenti ha protetto finora soprattutto chi ha un contratto a tempo indeterminato, facendo sì che il taglio dei costi si facesse evitando di rinnovare i contratti precari molto diffusi fra i più giovani.

 

Andrea Garnero

Andrea Garnero, economista del lavoro all'Ocse di Parigi, sottolinea che un effetto simile - probabilmente anche più importante del blocco dei licenziamenti - deve averlo avuto la cassa integrazione: anch' essa permette di mantenere occupati dipendenti con contratti più solidi e spesso un po' più avanti con gli anni, scaricando i risparmi sui precari in scadenza. Garnero osserva: «La recessione del 2008 penalizzò più gli uomini perché colpì settori come le costruzioni e l'industria, questa coinvolge servizi nei quali l'occupazione femminile è importante in tutto il mondo». In Italia le donne sono particolarmente presenti nella ristorazione, nel turismo, nella moda, nel commercio al dettaglio. La paralisi di questi settori sta facendo pagare alle lavoratrici un prezzo abnorme e riporta l'occupazione femminile indietro di molti anni.

uomini e donne al lavoro 1

 

Marco Leonardi, economista della Statale di Milano e consigliere di Gualtieri, nota però un primo segnale incoraggiante: in maggio sono tornati a salire rispetto ad aprile i nuovi contratti a tempo indeterminato; sono molti meno rispetto a un anno prima, ma il doppio (60 mila) rispetto a quelli di aprile. «I contratti stabili stanno riprendendo - osserva Leonardi -. È un segno che abbiamo fatto bene a inserire nel decreto Agosto l'incentivo di una decontribuzione totale per sei mesi a favore di chi assume a tempo indeterminato».

 

PRECARIETA'gualtieri PRECARIETA'

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO