russia ucraina grano putin zelensky

COL GRANO ABBIAMO UNA BELLA GRANA - LA GUERRA ORMAI È DIVENTATA ANCHE UNA QUESTIONE DI CALORIE: LE ESPORTAZIONI AGRICOLE DALL'UCRAINA NE FORNIVANO A SUFFICIENZA PER TENERE IN VITA 400 MILIONI DI PERSONE NEL MONDO, DALL'AFRICA ALL'ASIA PASSANDO PER IL MEDIO ORIENTE - ADESSO SI RISCHIA UN'EMERGENZA FAME: KIEV ACCUSA I RUSSI DI AVER RUBATO 500 MILA TONNELLATE DI GRANO DAI SILOS DEI TERRITORI CONQUISTATI PER ALIMENTARE UN TRAFFICO DI DERRATE VERSO REGIMI AMICI...

Michele Farina per il “Corriere della Sera

 

LE NUOVE ROTTE DEL GRANO

La guerra è una questione (anche) di calorie: le esportazioni agricole dall'Ucraina ne fornivano a sufficienza per tenere in vita 400 milioni di persone nel mondo, dall'Africa all'Asia passando per il Medio Oriente. Il ministro dell'Agricoltura Mykola Solskiy dice all'Economist che, prima dell'invasione, Kiev esportava 5 milioni di tonnellate di grano al mese. E invece «ad aprile siamo riusciti a spedirne all'estero circa un milione».

 

La via del grano è interrotta. Il 98% dei cereali ucraini (106 milioni di tonnellate nel 2021, record storico), che in tempo di pace vengono raccolti nei 1.200 super silos d'acciaio alti 30 metri che punteggiano il Paese, devono passare per il grande terminal di Odessa, che normalmente impiega 100 mila persone.

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 5

Con il blocco del porto (dove restano immagazzinate 20 milioni di tonnellate di prodotto), una sorgente essenziale per contrastare la crisi globale si è prosciugata.

 

Ci mancava solo la guerra di Putin: già a inizio 2022 David Beasley, che guida il Programma Alimentare Mondiale (Pam), ricordava che le persone sul baratro della fame erano quasi raddoppiate negli ultimi 5 anni (da 108 a 193 milioni) per una catena di fattori pre-bellici: la pandemia, i costi dell'energia, i disastri legati al cambiamento climatico.

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 4

Quest'anno, la previsione è comunque di raccolti ridotti un po' dappertutto: negli Usa (meno 21% nelle Grandi Pianure rispetto al 2022), in Cina (per le inondazioni), in Europa (per la poca pioggia), in India (secondo produttore mondiale di grano dopo la Russia) per il gran caldo e la siccità che hanno indotto il governo di New Delhi nei giorni scorsi a fermare le esportazioni di quello che, per milioni e milioni di persone, resta la base dell'alimentazione quotidiana: il pane.

 

Il furto dei silos

Sono 26 i Paesi che hanno adottato severe restrizioni all'export di prodotti agricoli (tagliando del 15% le calorie del commercio globale). Ci mancava l'invasione dell'Ucraina: il Pam, che sfama 115 milioni di esseri umani, l'anno scorso aveva comprato il 50% del suo grano dall'Ucraina.

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 3

E adesso? Il suo capo, Beasley, dice che con la guerra in Europa e il blocco del Mar Nero ci sono 47 milioni di persone in più a rischio di acuta insicurezza alimentare. Con uno squilibrio che colpisce maggiormente i più poveri: nei Paesi avanzati si spende in media il 20% delle entrate per il cibo, in quelli in via di sviluppo il 25%; nell'Africa Sub-sahariana si arriva al 40%.

 

L'arma dei girasoli

Secondo Mosca è colpa delle sanzioni occidentali. All'agricoltura russa non va malissimo. Se ai contadini ucraini, nella zona occupata di Kherson, gli invasori possono proibire di seminare girasoli sostenendo che colture così alte darebbero rifugio alla resistenza, almeno questa estate i raccolti per i coltivatori russi sono assicurati. E il mercato c'è: i Paesi che riceveranno più grano da Mosca saranno Egitto, Iran, Turchia, Siria.

dopo la guerra crisi del grano ucraino 2

 

Il governo ucraino accusa gli avversari di aver requisito (rubato) 500 mila tonnellate di grano dai silos dei territori conquistati per alimentare dalla Crimea un traffico di derrate verso regimi amici (come quello di Damasco).

 

Nel medio periodo, anche per l'agricoltura russa non saranno rose e fiori: l'anno scorso il Paese di Putin ha speso 870 milioni di euro in pesticidi e 410 milioni in sementi (per la maggior dall'Unione Europea).

 

dopo la guerra crisi del grano ucraino 1

In ogni caso, il grano russo a livello mondiale non servirà a compensare il mancato arrivo di quello ucraino. La guerra delle calorie è anche una questione di millimetri. Non il calibro degli obici, ma la distanza fra i binari. Le ferrovie ucraine (eredi del sistema sovietico) sono a scartamento ridotto come quelle dei nemici: 1.524 millimetri contro i 1.435 della maggioranza dei Paesi europei.

 

Per questo sarebbe ancora più difficile spostare tonnellate di grano via terra (da scaricare e ricaricare alla frontiera), aggirando il blocco dei porti. Senza contare che i russi bombardano i ponti dove passano (in senso opposto) armi e cereali.

 

UCRAINA - LA PRODUZIONE DI GRANO

Negli ultimi dieci anni l'Ucraina, con la sua terra incredibilmente fertile, l'alta tecnologia (droni al posto degli spaventapasseri) e la manodopera a basso costo (300 euro al mese uno stipendio nelle campagne) aveva triplicato la produzione agricola, diventando un granaio per tanti Paesi del mondo, come il Sudafrica e persino l'Arabia Saudita, che con il suo fondo sovrano controlla 200 mila ettari di coltivazioni nel Paese dei girasoli.

 

O per la Cina, che ha investito molto con i suoi giganti cerealicoli di Stato (come Cofco, 800 mila tonnellate di esportazioni dall'Ucraina). Neanche il blocco della «corrente del grano» suscita obiezioni alla guerra di Putin.

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…