antonio di pietro piercamillo davigo francesco greco gherardo colombo - pool mani pulite

COME "MANI PULITE" UCCISE IL SEGRETO ISTRUTTORIO - FACCI: "CHI PASSAVA LE NOTIZIE AI GIORNALISTI? TUTTI. MAGISTRATI, AVVOCATI, SEGRETARIE, POLIZIOTTI, CARABINIERI, LE SQUADRE INVESTIGATIVE DEI PM, CANCELLIERI, GENTE CHE COI GIORNALISTI AVEVA ANCHE TRESCHE SESSUALI O VOLEVA AVERNE. POTEVA CAPITARE CHE IL GIUDICE LASCIASSE APERTA LA PORTA DELL'UFFICIO: I GIORNALISTI ENTRAVANO, GUARDAVANO LE CARTE E ANDAVANO. SINO A UN CERTO PERIODO FU SUFFICIENTE PIAZZARSI NEL BAGNO ADIACENTE ALLA STANZA DEL GIP E ASPETTARE CHE ENTRASSERO I PM: DA LÌ SI DISTINGUEVA OGNI PAROLA. LA MAGISTRATURA CANCELLÒ IL SEGRETO ISTRUTTORIO PERCHÉ LE ANDAVA BENE COSÌ…"

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

FILIPPO FACCI

Chi le passava le notizie ai cronisti, in definitiva? Cominciamo col parlare di Italo Ghitti, che è sempre stato ipocrita come tutti i veri cattolici: sin in dal primo interrogatorio di Mario Chiesa era comparso con la sua barbetta nel ruolo di gip (giudice delle indagini preliminari) inteso come malriuscito "giudice terzo", quello che secondo il Codice doveva stare in equidistanza tra accusa e difesa.

 

Ex contrattista di diritto ecclesiastico, per i cronisti diverrà "nano ghiacciato", benchè bramoso della sua porzioncina di celebrità. Fu lui ad autorizzare gli arresti chiesti dai pm, e le sue rarissime opposizioni furono rondini che non fecero mai primavera: non convaliderà le manette di quattro consiglieri dell'Ipab (un istituto di beneficienza) e poi del manager della "Torno Costruzioni" Angelo Simontacchi, del direttore della Siemens Italia Jurgen Ferlinge, del socialista Loris Zaffra, del cassiere Pds Marcello Stefanini.

ANTONIO DI PIETRO ACCERCHIATO DA CRONISTI DURANTE MANI PULITE

 

Sono solo esempi, ma la mancanza di terzietà di un intero Paese, oltre ai ricorsi dei pm, lo ricacciarono sempre in un ruolo comprimario, da vidimatore delle carte dell'accusa. Ghitti è stato il gip "unico" di Mani pulite, un'anomalia assoluta sulla quale di recente si è espresso Guido Salvini, giudice istruttore delle indagini su Piazza Fontana (e caso Parmalat e Abu Omar), che non aderì mai a nessuna corrente della magistratura e passò quegli anni proprio all'ufficio gip: «Un unico gip accentrò indebitamente tutti filoni dell'indagine... un meccanismo da cui dipendeva il funzionamento di quell'inchiesta sistemica... fu comodo non doversi confrontare con una varietà di posizioni che si potevano incontrare all'interno dell'ufficio gip», ha detto Salvini, «che era formato da una ventina di magistrati...

 

ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO FRANCESCO GRECO GHERARDO COLOMBO - POOL MANI PULITE

Così il Pool escogitò un trucco, costituendo un fascicolo che in realtà era un registro che riguardava centinaia di indagati (poi migliaia, con circa 9.000 richieste di arresto, ndr) su vicende completamente diverse: il numero era sempre lo stesso, il 8655/92, estensibile a piacere anche a vicende per cui la competenza territoriale di Milano non esisteva».

 

PRINCÌPI SOVVERTITI

Insomma, i princìpi dell'Ufficio furono sovvertiti radicalmente, spiega Salvini: «Ci fu un episodio che mi riguardò. Nel maggio 1993 un filone arrivò a me per sbaglio... portava scritto sulla copertina quel famoso numero 8655/92... prima ancora che potessi decidere su alcune richieste del Pool, il fascicolo mi fu sottratto e passò al gip Ghitti, evitando così che io o qualsiasi altro gip interferisse nella macchina di Mani pulite».

 

I GIUDICI DI MANI PULITE

Parentesi: la testimonianza dell'ex gip Salvini non attesta solo che Mani pulite rinunciò alla terzietà del giudice, ma permette di retrodatare la decisione di direzionarsi verso una "rivoluzione" che i magistrati di Mani pulite hanno sempre teso ad ancorare a uno strabordante consenso popolare che a quel tempo ancora mancava: quando Ghitti divenne l'anomalo gip unico, a ben vedere, mancava ancora tempo alle elezioni "terremoto" del 5 aprile 1992, che pure registrarono una sostanziale tenuta del partiti; mentre era prossimo l'affiancamento all'inaffidabile Di Pietro di magistrati come Gherardo Colombo e poi Piercamillo Davigo.

 

il pool di mani pulite: di pietro, greco, davigo

Mani pulite cominciò così a correre da sola, con le sue anomalie e progressive forzature delle regole, in attesa del plebiscitario appoggio popolare (da maggio e soprattutto dall'autunno) che le permetterà addirittura di volare. Ancora prima delle elezioni del 1992, il gip Ghitti disse: «Il nostro obiettivo è colpire un sistema, non le singole persone». Bene, ma perché l'abbiamo definito ipocrita?

 

La risposta sta in un altro esempio a margine del mancato arresto di Marcello Dell'Utri: il Tg5 anticipò la notizia (dopo discussione tra Andrea Pamparana ed Enrico Mentana) e il gip Ghitti disse: «Ricordo anche l'ora... le 15.57 dell'8 marzo 1994... Mi resi conto che non riponevo più fiducia nella correttezza di alcuni pm, ebbi la certezza che determinate notizie uscivano dagli uffici dei pubblici ministeri».

 

GHERARDO COLOMBO E ANTONIO DI PIETRO NEL 1992

Ah, lo capì allora. Gherardo Colombo spedì in sala stampa addirittura un finanziere: «Allora, chi è stato? Chi vi passa le notizie?». Un cronista rise: «Ma dite sul serio?». Ma Ghitti era ipocrita anche per un'altra ragione, e qui segue un racconto personale. Ricordo bene: salimmo al settimo piano e la porta del gip era aperta, complici i buoni rapporti con due dei cronisti (uno era il mitico Frank Cimini) e l'apparente ordinarietà di quello che stavamo facendo. Era sera, era buio.

 

Entrammo nella stanza, Ghitti era a capo chino e stava scrivendo qualcosa con la penna. Non alzò il capo, non salutò, nessuno salutò lui. Noi non esistevamo. Sulla scrivania, ordinatissimi e in bella vista, erano appoggiati dei provvedimenti d'arresto che aveva appena firmato ed altri che probabilmente stava per firmare. Nessuno disse una parola, nessuno toccò niente, tutti videro tutto.

 

GHERARDO COLOMBO ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO

Pochi minuti dopo lasciammo la stanza con tutte le notizie o conferme che ci servivano. E lui, Ghitti, ufficialmente non aveva mostrato niente a nessuno, non aveva parlato con nessuno.

 

Funzionava anche così. Ghitti peraltro sapeva essere spietato: dopo aver firmato l'ordine d'arresto per Raul Gardini il 16 luglio 1993 (che però non gli venne consegnato per settimane, tenendolo in cottura e contribuendo al suo suicidio), ecco che subito dopo che il finanziere si era sparato Di Pietro mandò ad arrestare vari parenti e amici di Gardini, tra i quali Carlo Sama e Sergio Cusani; e il gip Italo Ghitti disse: «Eccezionalmente su quei provvedimenti ho indicato l'ora. Le 9 del mattino. Pochi minuti dopo il dramma. Per testimoniare che, nonostante il dolore, la giustizia deve andare avanti». Più che la giustizia, gli arresti.

craxi le monetine all hotel raphael

 

IL BAGNO ADIACENTE

Bene, ma allora: chi passava le notizie ai giornalisti? La risposta è: tutti. Magistrati, avvocati, segretarie dei magistrati, poliziotti, carabinieri, le squadre investigative dei pubblici ministeri, cancellieri, gente che coi giornalisti aveva anche tresche sessuali o voleva averne. Dall'aprile 1992 all'estate 1993 furono condivise in pool, poi non più. Poi naturalmente facevano qualcosa anche i cronisti, ce n'erano di bravi e non mancarono risvolti anche divertenti.

 

Sino a un certo periodo fu sufficiente piazzarsi nel bagno adiacente alla stanza del gip e aspettare che entrassero i pubblici ministeri: da lì si distingueva perfettamente ogni parola, non c'era neppure bisogno di appoggiare l'orecchio al muro. Colombo non parlava quasi mai. Di Pietro e Davigo raccontavano barzellette soprattutto sui socialisti. Da un certo punto in poi però i magistrati se ne accorsero: uno entrò in bagno e trovò i cronisti come colpiti da dissenteria di massa.

bettino craxi mario chiesa

 

Poi c'era uno come Luca Fazzo, detto Panzer, che placcarlo era dura: il 30 marzo 1992, quando Mario Chiesa venne interrogato al gabbiotto (una costruzione prefabbricata infelicemente piazzata nel cortile del Palazzaccio), c'era una finestrella aperta, e per ascoltare bene Fazzo si appese a una grondaia.

 

A semplificare tutto c'era che il Pool di Milano abolì di fatto il segreto istruttorio e anche in questo si sostituì al legislatore: che cosa fosse il segreto istruttorio presero a raccontarselo da soli, anche se il Codice prevedeva il contrario rispetto a certi comporti. Il 19 dicembre 1992 ci fu un convegno organizzato dal Gruppo di Fiesole (giornalisti di sinistra) eil neo giurista Piercamillo Davigo la mise così: «Il segreto istruttorio è posto a tutela dell'attività investigativa, non dell'onorabilità dell'inquisito... Se mi dicono "sei un ladro" non posso difendermi dicendo "è un segreto", ma dimostrando che non è vero».

 

antonio di pietro magistrato

Chiamasi inversione dell'onere della prova. Più ideologicamente, al convegno, disse il neo giurista Gherardo Colombo: «È vero che il diritto alla riservatezza va tutelato, ma quando il progredire di tutti confligge con l'interesse particolare, io penso che il più delle volte vada sacrificato il secondo al primo». Io penso.

 

Anche il neo giurista Francesco Saverio Borrelli, in più sedi, aveva spiegato che il segreto in pratica non esisteva più. Talché il noto avvocato Corso Bovio, legale dell'Ordine dei giornalisti lombardi, rispose: «Per anni, come avvocato dei giornalisti, ho sostenuto decine di cause per violazione del segreto istruttorio promosse proprio dalla procura milanese. Il nuovo indirizzo di Borrelli mi auguro che valga in ogni circostanza, e non solo nell'inchiesta sulle tangenti».

tribunale di milano mani pulite

 

Il procuratore neo giurista Marcello Maddalena, da Torino, sostenne invece che il diritto alla riservatezza dell'indagato «comunque è secondario rispetto all'esigenza di scoprire la verità». Insomma, la magistratura cancellò letteralmente il segreto istruttorio perché le andava bene così, e la loro regola divenne la regola. Ai giornalisti piacque e piace a tutt' oggi.

 

L'AUTORE DEL CODICE

Chi il Codice l'aveva scritto, però, la pensava al contrario. Nel 1992 provai a intervistare Giandomenico Pisapia, co-relatore del Nuovo Codice chiamato "Pisapia Vassalli". Mi disse così: «È il processo che è pubblico, non le indagini. Il Codice vieta la divulgazione di atti che sono in gran parte segreti: il segreto serve a tutelare sia le indagini sia l'indagato, che naturalmente teme che la divulgazione di notizie possa pregiudicare un'immagine che, una volta guastata, non può essere ripristinata nemmeno in caso di assoluzione».

tangenti pio ospizio trivulzio arrestato mario chiesa

 

Sempre nel 1992, il vicepresidente del Csm, Giovanni Galloni, diede conferma: «La stampa deve intervenire solo a conclusione delle indagini, e l'avviso di garanzia deve essere protetto da segreto istruttorio». Fantascienza. Se interessa, era d'accordo anche un certo Giovanni Falcone, che lo disse davanti al Csm: «L'avviso di garanzia non è una coltellata che si può infliggere così, è qualcosa che deve essere utilizzata nell'interesse dell'indiziato». Archeo-fantascienza.

il pool di mani pulite mani pulite

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…