coronavirus

CORSA CONTRO IL TEMPO - RINTRACCIATO CHI ERA SUL TRENO CON LA FAMIGLIA DI TAIWAN CHE ERA IN ITALIA, DAL 22 AL 31 GENNAIO, E POI RISULTATA POSITIVA AL CORONAVIRUS UNA VOLTA RIENTRATA IN PATRIA - SONO STATI A ROMA E POI FIRENZE. DUE GIORNATE LE HANNO DEDICATE A VISITARE PISA E SIENA, LA PRIMA IN TRENO, LA SECONDA IN PULLMAN - I COMPAGNI DI VIAGGIO IN AEREO SUL VOLO DI RITORNO A TAIPEI DEVONO ANCORA ESSERE IDENTIFICATI…

emergenza coronavirus

Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

 

A Wuhan, nella provincia di Hubei e più in generale in Cina, non ci sono mai stati.

Almeno negli ultimi mesi. Ma in tre su quattro hanno contratto il coronavirus, forse quando hanno fatto scalo a Hong Kong, e i sintomi del contagio si sono manifestati a fine gennaio durante una vacanza in Italia.

 

Solo che allora nessuno se n'è accorto e adesso si corre all' indietro nel tempo per scongiurare qualsiasi rischio contagio. Intanto madre e padre cinquantenni di Taiwan, con uno dei due figli, un 20enne, paziente asintomatico ma con una forte carica di virus, sono ricoverati in isolamento in un ospedale di Taipei, capitale dell' isola indipendente davanti alla Cina, dove i casi sospetti sono 1.400. La donna è grave. Risparmiato l' altro figlio.

coronavirus

 

A tempo di record - dopo la rivelazione della presenza in Italia dei turisti infettati, da parte del ministro della Sanità locale Chen Shih-Chung nella giornata di venerdì scorso - la task force della Protezione civile che si occupa proprio di incrociare i dati per ricostruire gli spostamenti di persone a rischio contagio ha scoperto quando, come, dove e con chi la famiglia ha girato per l'Italia. In particolare fra Lazio e Toscana, e poi di nuovo nel Lazio. Anche se non si esclude una puntata, in treno, a Venezia.

emergenza coronavirus

 

Dagli accertamenti - svolti in collaborazione con le Regioni interessate - è emerso che i taiwanesi hanno viaggiato in aereo, da Taipei a Hong Kong nella giornata del 22 gennaio, poi sono arrivati a Fiumicino. Risulta che, dopo un soggiorno nella Capitale, hanno ancora preso il treno per raggiungere Firenze dove sono rimasti per quattro giorni, dal 26 al 29, visitando musei e centri commerciali, nonché le vie dello shopping, mangiando in ristoranti del centro.

 

Due giornate le hanno dedicate a visitare Pisa e Siena, la prima in treno, la seconda in pullman. Non hanno dormito lì perché sono tornati sempre nel capoluogo toscano, dove alloggiavano in un hotel a cinque stelle. A Roma, dove madre e padre avevano già tosse e febbre, si sarebbero invece spostati negli ultimi giorni di permanenza in Italia, utilizzando un'auto a noleggio con conducente.

 

CORONAVIRUS - TURISTE CINESI

L'autista - così come il personale degli alberghi, di negozi e ristoranti, individuati con le ricevute delle carte di credito, e in certi casi anche con l' analisi della videosorveglianza - è stato rintracciato e sottoposto ai test ai quali è risultato negativo. Lo stesso è successo per i passeggeri che sedevano sui treni attorno alla famiglia di turisti. Quelli di due file avanti e indietro, nonché quelli laterali.

 

Così come, e questa notizia è stata confermata ieri dal ministero della Sanità di Taiwan, i compagni di viaggio in aereo, all' andata, mentre quelli sul volo di ritorno a Taipei del 31 gennaio (con arrivo primo febbraio) devono ancora essere identificati. «Nel caso non fossero taiwanesi - spiegano le autorità di quel Paese - saranno subito informate le nazioni competenti».

 

il coronavirus cinese

Fin da venerdì un fitto scambio di messaggi Taipei-Roma aveva allertato l' Italia su quello che era successo qui da noi una settimana prima. C' è ottimismo, soprattutto alla luce del fatto che dall' arrivo della famiglia infettata alla partenza sono trascorsi dai 9 ai 10 giorni, che l' incubazione è di 14 giorni e che finora non c' è stato alcun aumento dei contagi nel nostro Paese. Tanto che per il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell' Istituto superiore di sanità Gianni Rezza la storia dei taiwanesi «non sembra destare particolare allarme: i tempi del soggiorno non corrispondono. Però è bene essere sempre attenti e rintracciare eventuali contatti nei luoghi dove hanno soggiornato».

 

coronavirus casi in italia

«Siamo abbastanza tranquilli perché sta per scadere il periodo dei 14 giorni da quando sono passati per Toscana e per Lazio», conferma il ministero della Salute, mentre il direttore scientifico dell' Istituto Spallanzani Giuseppe Ippolito sottolinea: «Non abbiamo casi acquisiti sul territorio nazionale. I tempi della coppia ci fanno ben sperare ma i controlli verranno ugualmente effettuati».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”