dolori mestruali

COSA SUCCEDEREBBE SE IL CONGEDO MESTRUALE FOSSE INTRODOTTO IN ITALIA? NEL PAESE IN CUI UN CERTIFICATO MEDICO NON SI NEGA A NESSUNO CI SONO OTTIME PROBABILITÀ CHE FINIREBBE COME IL REDDITO DI CITTADINANZA! – IN SPAGNA SI STA DISCUTENDO SE CONCEDERE TRE GIORNI ALLE DONNE CHE SOFFRONO DI UN CICLO INVALIDANTE. MA TRATTANDOSI ANCHE DI UNA SINDROME VALUTABILE ANCHE SULLA SOGGETTIVA SOGLIA DEL DOLORE FINIREBBE PER ESSERE USATO DAI SOLITI FURBETTI…

Lucio Fero per www.blitzquotidiano.it

 

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Spagna, varata una legge che riguarda vari aspetti della vita al femminile. Ampliata la possibilità reale di interruzione della gravidanza (devono sempre esserci in servizio medici non obiettori). Stabilita come violenza contro la donna il cosiddetto utero in affitto. E, tra altro ancora, l’istituzione e riconoscimento e normativa del congedo mestruale.

 

Tre giorni di congedo

Qualcosa del genere esiste in diversi paesi del mondo, soprattutto in Asia. In Spagna, previo accertamento e certificato medico che verifichino e a attestino ciclo invalidante, per la donna che di questo soffre ci saranno di tre giorni di assenza giustificata dal lavoro. Dunque le mestruazioni invalidanti, invalidanti verso la prestazione lavorativa. 

Non tre giorni per il ciclo, ma per il ciclo invalidante

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Non tre giorni di assenza giustificata dal lavoro, giustificata causa ciclo mestruale. Ma tre giorni di congedo solo nel caso di una precisa sindrome certificata e accertata da un medico. Qualcosa di oggettivo, non qualcosa di legato al genere.

 

Dubbi femministi

L’idea di una invalidità temporanea al lavoro causa ciclo mestruale suscita qualche dubbio anche nel movimento femminista e nella riflessione su condizione femminile. Alcune rilevano che così si sancisce una diversità che può risultare escludente e si rendono plausibili molte forme di trattamenti diversi per le donne sui luoghi di lavoro. Altre invece plaudono al riconoscimento del diritto a non essere costrette a lavorare in presenza di una sindrome dolorosa.

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E se fosse in Italia?

E se il congedo mestruale fosse un domani introdotto in Italia? Molto probabile se non certamente farebbe la fine, sarebbe da molte usato come maschi e femmine, uomini e donne italiani e italiane fanno uso del Reddito di Cittadinanza. In ampi spazi e luoghi della nostra cultura e della nostra vita associata un certificato medico non si nega a nessuno. Figurarsi poi un certificato che attesta la presenza e costanza di una sindrome la cui entità è valutabile anche sulla soggettiva soglia del dolore.

 

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Il piano inclinato del trasformare il congedo mestruale in caso di ciclo invalidante in congedo in caso di ciclo sarebbe da noi lubrificato e reso agevole e veloce dalla impossibilità di controlli e, soprattutto, da usi e costumi ormai consolidati come praticabili e vantaggiosi per il singolo quanto a carico e a spese della collettività.

 

Cosa non si fa per un Reddito di Cittadinanza

In Italia non decine, non centinaia, ma decine di migliaia di false separazioni familiari, divorzi di comodo cui seguono fittizie doppie e diverse residenze. Così da una coppia fintamente divisa nasce un Reddito Cittadinanza che arriva a fine mese. In Italia comportamenti del genere non sono percepiti come truffa e furto di denaro pubblico, al contrario appaiono come adeguamenti e adattamenti all’ambiente.

 

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Se l’ambiente offre la possibilità di farsi mandare a casa dallo Stato alcune centinaia di euro a fine mese ogni mese, allora ci si adatta. Avendo l’accortezza di lavorare un po’ a nero (se non a nero si perde il Reddito, quindi…). Avendo l’accortezza di fabbricare stati di famiglia a misura di sussidio. Avendo tante di queste accortezze. Fantasia, tecnica, creatività che la brava gente italiana applicherebbe anche al diritto, qualora fosse, di un congedo mestruale.

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