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CRONACHE DALL'APOCALISSE - L'ACQUA NON DÀ TREGUA A CATANIA, TRA NUBIFRAGI E FIUMI DI FANGO: CHIUSI NEGOZI E SCUOLE, IN CINQUE ORE È CADUTA TANTA PIOGGIA QUANTO IN SEI MESI - GIÀ DUE MORTI, LA CITTÀ SI PREPARA AD ANDARE IN LOCKDOWN COME DURANTE LA PANDEMIA, PAURA ANCHE ALL'OSPEDALE NESIMA GARIBALDI - LE TESTIMONIANZE: "NON PUÒ ESSERE REALE, SEMBRA UN FILM SUI DISASTRI NATURALI", "MAI VISTA UNA COSA DEL GENERE, E NON CI SONO POMPE IDROVORE…"

1 - L'ACQUA NON DÀ TREGUA, ALTRO MORTO A CATANIA. «SEMBRA L'APOCALISSE»

Claudia Guasco per "Il Messaggero"

 

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In cinque ore è caduta tanta pioggia quanto in sei mesi. Dalla siccità all'alluvione, Catania è sommersa dall'acqua: piazze che sembrano laghi, auto trascinate via dalla corrente, le vie come fiumi in piena, negozi, case e scantinati allagati.

 

Il ciclone mediterraneo che da lunedì si abbatte sul versante orientale della Sicilia è incessante, concede solo piccole pause e poi torna a colpire con violenza. Uccidendo. Il corpo di un uomo di 53 anni è stato trovato dai volontari della Misericordia incastrato sotto la sua auto, cercava di fuggire per mettersi in salvo ma è stato risucchiato dall'acqua.

 

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La stessa terribile morte di Sebastiano Gambera, 67 anni, avvenuta lunedì a Scordia: con la moglie era andato a trovare un parente malato, quando sono scesi dalla vettura sono stati travolti e lei è ancora dispersa.

 

FANGO TRA LE CHIESE

Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, lancia un appello disperato ai suoi cittadini: «Non uscite di casa se non per ragioni di emergenza, perché le strade sono impraticabili». Scuole e negozi restano chiusi. Chi si avventura viene trascinato via dalla furia della corrente.

 

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Nel centro di Catania il fango scorre tra monumenti e chiese, via Etnea è una cascata, dello storico mercato del pesce non rimane nulla. Ad aggravare la situazione anche l'acqua piovana che si riversa in città dai paesi etnei e un blackout elettrico. Sono circa duecento le richieste di aiuto arrivate alla sala operativa dei vigili del fuoco: automobilisti intrappolati, persone bloccate ai piani bassi, chi è stato sorpreso dalla furia del nubifragio.

 

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«È l'Apocalisse. Vedo due anziani che cercano di attraversare la strada, uno di loro cade e viene trascinato dalla corrente. Tutto questo non può essere reale, sembra un film sui disastri naturali», racconta Francesca Rinaldi, 59 anni, dipendente di un negozio in via Antonino Longo.

 

«Della coppia di anziani al semaforo, l'uomo che è caduto è riuscito a salvarsi solo aggrappandosi a un palo, senza però riuscire ad alzarsi - dice - Io avrei voluto aiutarlo, ho avuto tanta paura per lui ma non potevo mettere piede fuori dalla porta del negozio. Per fortuna una ragazza, non appena ha visto la scena, ha fermato l'auto per soccorrerlo. Io e la mia collega le abbiamo gridato che era pericoloso e sarebbe stata trascinata anche lei, ma la giovane non si è fermata.

 

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Ho visto una Fiat che quasi galleggiava, spinta dalla corrente. A bordo c'erano due signore, una sporgeva la mano dal finestrino come per chiedere aiuto. Ho cominciato a tremare e ho chiamato i soccorsi. Per fortuna un ragazzo che si trovava dal loro stesso lato del marciapiede è riuscito a farle uscire prima che l'auto venisse travolta, per poi fermarsi di traverso contro la vetrina del nostro negozio. Ho avuto perfino paura che riuscisse a romperla».

 

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PAZIENTI EVACUATI

Terrore anche all'ospedale Nesima Garibaldi. La corrente si è infiltrata nei reparti: «Il livello dell'acqua nella mia stanza sta crescendo a vista d'occhio, ci hanno detto di rimanere qui, perché fuori è pericoloso - è il resoconto in presa diretta di un paziente a BlogSicilia - Non c'è nessuno, abbiamo poche informazioni, ci hanno detto di rivestirci, considerato che siamo tutti in pigiama in quanto ricoverati».

 

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I malati, per quanto possono, si organizzano. «Pronti a uscire ma non sappiamo che succede fuori. Abbiamo preparato i bagagli, perché vogliono farci evacuare. I meno gravi, da quanto abbiamo saputo, potranno essere presi dai familiari».

 

Il governatore siciliano Nello Musumeci avverte: «Sono scenari tragici destinati a ripetersi. I cambiamenti climatici, la fragilità del nostro territorio e la condizione di dissesto sono fattori che, combinati, possono avere effetti micidiali».

 

Palazzo Chigi fa sapere che il premier Mario Draghi «è in costante contatto con il capo dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio», che stamane sarà a Catania per un vertice in Prefettura.

 

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L'allarme infatti è sempre alto. Il vortice che incombe sul canale di Sicilia si sta muovendo verso lo Ionio e porterà maltempo sul meridione per tutta la settimana. Le piogge continueranno a flagellare la Sicilia e le aree calabresi in prossimità dello Stretto di Messina almeno fino a venerdì e parte di sabato, con rischio idrogeologico elevato.

 

Si temono altri nubifragi sulle province di Catania, Siracusa e Ragusa, con raffiche superiori ai 70-80 chilometri all'ora e violente mareggiate sulle coste con onde di due, tre metri. E non accenna a placarsi l'ondata di maltempo neppure in Calabria.

 

Nel reggino è esondato il fiume La Verde, il fango ha invaso una galleria sulla strada statale 107, nel cosentino, causa della frana che ha provocato l'interruzione della strada nel tratto tra gli svincoli di San Giovanni in Fiore e Castelsilano. Claudia Guasco

 

2 - LA TESTIMONIANZA: «NON HO MAI VISTO UNA COSA DEL GENERE»

Valentina Errante per "Il Messaggero"

 

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«Non ho mai visto una cosa del genere. È una situazione da incubo», Davide Ganci, catanese, vive a Gravina, è il presidente del Cral della StMicroelectronics, l'azienda con sede nel polo industriale di Catania per la quale lavora.

 

Da casa lo separano solo 22 chilometri, eppure, come ha scritto sulla sua pagina Facebook, «ha rischiato la vita», insieme a tante altre persone, per ritornare. «Ieri e l'altro ieri sono riuscito a raggiungere casa soltanto grazie ai volontari della Protezione civile, che ci hanno indicato la via e indirizzato - racconta - evitando che finissimo in strade impraticabili. Senza di loro sarebbe stato impossibile. Ero sulla mia X3 e l'acqua copriva l'auto fino ai fari. Ho staccato alle 14, sono arrivato alle 18.15 e, in mezzo, ho visto l'inferno».

 

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È a pochi metri dall'abitazione di Ganci che un uomo è stato travolto ed è morto, in una strada che si era trasformata in un fiume in piena: «Voleva salvarsi, perché l'acqua stava trascinando la sua macchina. Mia moglie ce l'ha fatta solo perché si è rifugiata a margine della strada, accanto ai carabinieri, l'acqua era alta più di un metro».

 

Nei prossimi giorni la città sarà chiusa, come ai tempi del lockdown per la pandemia, fino a giovedì. «Anche la St ci ha consentito di lavorare in smart working. Ma i danni sono enormi - continua Ganci - anche gli ospedali sono allagati».

 

Ed esprime tutta la sua rabbia: «Piove da domenica ininterrottamente e tutta l'acqua dell'Etna e dei comuni etnei si è riversata su Catania. La zona industriale si trova al livello del mare, quindi la pioggia non si riesce a drenare, non ci sono pompe idrovore. Il 5 ottobre - dice - c'è stato un fenomeno simile, ma la bomba d'acqua e il ciclone sono durati cinque minuti e i danni non sono stati irreparabili.

 

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È assurdo ridursi in queste condizioni, sembra banale dirlo ma è il risultato di amministrazioni del tutto assenti, da destra a sinistra, perché questo sfacelo non è stato certo determinato oggi né ieri, ma negli anni. La città è in ginocchio, - conclude Ganci - capisco che la pioggia è torrenziale, che ci sono fenomeni atmosferici esasperati e imprevedibili, però questo sfacelo non è giustificabile».

 

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