kpmg

ECCO COME SI BUTTANO I SOLDI PUBBLICI - IN DIECI ANNI LE REGIONI HANNO DATO OLTRE 100 MILIONI DI EURO AL COLOSSO DELLE REVISIONI DEI CONTI KPMG PER APPROVARE I BILANCI - LE STESSE FUNZIONI POTREBBERO ESSERE SVOLTE DA MINISTERO DELL'ECONOMIA E AGENAS, L'AGENZIA PUBBLICA PER I SERVIZI SANITARI REGIONALI - LA CORTE DEI CONTI HA APERTO UN FASCICOLO…

Paolo Russo per “la Stampa”

 

Oltre 100 milioni di euro in un decennio dispensati dalle regioni al colosso delle revisioni dei conti Kpmg, dove il controllore dei bilanci sanitari regionali finisce per essere lautamente pagato dal controllato, per funzioni che potrebbero essere svolte da Ministero dell' Economia e Agenas, l' Agenzia pubblica per i servizi sanitari regionali.

Nelle regioni in piano di rientro per i deficit sanitari le cose vanno così, in barba alla trasparenza di verifiche contabili e del rispetto dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Compito anche questo affidato a Kpmg e altri advisor.

 

soldi buttati

E che le cose non filino del tutto lisce lo dimostra il fascicolo aperto dalla Corte dei Conti e l' inchiesta della Procura di Reggio Calabria sul pagamento di doppie fatture a una clinica privata, nonostante i calabresi dal 2009 paghino 4 milioni l' anno alla multinazionale per tenere sott' occhio i conti.

 

L'ultimo contratto stipulato dalla Consip con Kpmg e la Bocconi per affiancare le regioni sui conti sanitari e il rispetto dei Lea è del giugno dello scorso anno. Vale più di 13 milioni e interessa Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Sicilia, mentre il Piemonte ha stipulato un suo contratto a fine 2017 del valore di circa 6 milioni. Appalti che si susseguono in realtà da 10 anni per un valore complessivo che secondo Agenas supera i 100 milioni.

 

corte dei conti1

Ora però a volerci vedere chiaro è il vice ministro della Salute, il M5s Pierpaolo Sileri. «Il ricorso alle società di consulenza da eccezionale è diventato la regola, senza peraltro che, come dimostrano gli anni trascorsi, ci sia stato un trasferimento di competenze e di know how verso le amministrazioni regionali in difficoltà».

 

Un compito "formativo" che era invece previsto sin dal primo contratto, ma evidentemente mai svolto, visto che si è proceduto di rinnovo in rinnovo. «Peccato -ricorda Sileri- che nel frattempo sia avvenuto uno sviluppo esponenziale delle attribuzioni conferite agli enti vigilati e in particolare all'Agenas, grazie ad una iniziativa legislativa da me promossa, che ne ha riconosciuto il primato nello svolgimento del monitoraggio, anche preventivo, dell'andamento dei servizi sanitari».

 

Una funzione stabilita dall'articolo 513 della legge di bilancio dello scorso anno e che, come ricorda il direttore di Agenas, Francesco Bevere, «ha consentito di far crescere di 100 unità l' organico dell' Agenzia. La nostra - continua Bevere- è invece un' azione di sostegno che, a differenza dell' approccio consulenziale, ha anche l'obiettivo di rendere autonome le organizzazioni sanitarie». Che qualcuno evidentemente non ha interesse a centrare.

KPMG

 

Anche se ora il vice ministro Sileri dichiara di «voler perseguire un percorso di internalizzazione dell' attività volte a garantire la tutela del diritto alla salute, anche in un'ottica di trasparenza. Nella convinzione che soltanto l' istituzione pubblica può salvaguardare l' integrità del sistema attraverso azioni di sostegno non onerose, che mirino a rendere autonomi i livelli di governance regionali».

 

Soprattutto riguardo il monitoraggio dei Lea, «visto che non mi risulta gli advisor abbiano ne possano avere competenze al riguardo"». Da qui la proposta di spostare almeno parte delle risorse dai consulenti esterni «alle Agenzie vigilate dal Ministero della salute, che possono svolgere i medesimi compiti». Un' idea che potrebbe a breve essere messa nero su bianco in un emendamento al bilancio.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…