il presidente della turchia recep tayyip erdogan

FERMI TUTTI: SECONDO L'AMBASCIATORE UCRAINO AD ANKARA, LA TURCHIA E' TRA I PAESI CHE STANNO ACQUISTANDO IL GRANO RUBATO DALLA RUSSIA A KIEV - E MENO MALE CHE ERDOGAN SI E' OFFERTO DI FARE DA GARANTE PER UN EVENTUALE CORRIDOIO DEL GRANO! - IL PRESIDENTE DELL'UNIONE AFRICANA DENUNCIA: LA MANCANZA DI CEREALI NON E' CAUSATA SOLO DAL BLOCCO IMPOSTO DALLA FEDERAZIONE AI PORTI UCRAINI, MA ANCHE DALLE SANZIONI OCCIDENTALI CONTRO IL SISTEMA SWIFT, CHE IMPEDISCE AI PAESI AFRICANI DI ACQUISTARE GRANO DALLA RUSSIA...

1. L'AMBASCIATORE UCRAINO AFFERMA CHE LA TURCHIA È TRA COLORO CHE ACQUISTANO GRANO RUBATO DALLA RUSSIA

Dalla reuters.com

 

recep tayyip erdogan

L'ambasciatore di Kiev ad Ankara ha dichiarato venerdì che la Turchia è tra i paesi che stanno acquistando il grano che la Russia ha rubato all'Ucraina.

 

L'ambasciatore Vasyl Bodnar ha anche detto ai giornalisti di aver chiesto aiuto alle autorità turche e all'Interpol per indagare su chi è coinvolto nelle spedizioni di cereali in transito nelle acque turche.

 

2. GLI INTERESSI DI RUSSIA E TURCHIA DIETRO LA MISSIONE NAVALE PER IL GRANO UCRAINO

Futura D’Aprile per “Il Domani”

 

recep tayyip erdogan colloqui per la pace in ucraina

Dopo l’approvazione all’invio di nuovi armi, adesso l’Unione europea è al lavoro per esportare i cereali fermi in Ucraina dallo scoppio della guerra e la cui mancanza sul mercato internazionale rischia di condannare più di un paese alla fame. Kiev produce il dieci percento del grano e del mais mondiale e il 37 percento dell’olio di girasole consumato a livello globale. Da qui la necessità di rompere il blocco navale imposto dalla Russia ai porti ucraini del mar Nero, creando un corridoio che consenta di trasportare in sicurezza venti milioni di tonnellate di grano entro tre mesi, prima che il raccolto vada a male.

 

Nave russa con il grano rubato in Ucraina

Inizialmente il piano vagliato dall’Ue è stato quello avanzato a fine maggio dal ministro degli Esteri della Lituania. [...] Ma con la bocciatura del piano della Lituania, Francia e Germania hanno proposto di spostare la questione in sede Onu. L’idea è presentare una risoluzione per la creazione di una missione navale nel mar Nero, la cui approvazione dipenderebbe anche dell’assenso della Russia e che vedrebbe l’impiego di sole navi turche.

 

Il mercantile russo Matros Pozynich attraccato in Siria con il grano ucraino

In alternativa, il segretario delle Nazioni unite è pronto a presentare una risoluzione all’Assemblea generale che, pur non essendo un atto giuridicamente vincolante, fornirebbe comunque alla missione una valenza politica.

 

L’AZIONE DI SMINAMENTO

Ma tra le questioni da risolvere per poter procedere con l’esportazione del grano dall’Ucraina vi è prima di tutto lo sminamento dello spazio di mare di fronte al porto di Odessa. Sia Mosca che Kiev hanno piazzato delle mine marine a rete nell’area, la prima per danneggiare la flotta ucraina, la seconda per proteggere le coste ed evitare un attacco via mare.

 

La nave russa con il grano rubato in Ucraina

Sminare il porto di Odessa però non vuol dire soltanto aprire la via del commercio. La città sarebbe nuovamente vulnerabile ad un’offensiva della Russia, che ha da tempo schierato la sua flotta – navi anfibie incluse – nel mar Nero.

 

A farsi garante della sicurezza di Odessa dovrebbe essere la Turchia, già in contatto con l’Ucraina e la Russia per arrivare a un accordo sulla creazione di un corridoio del grano. Il piano però non sembra convincere del tutto Mosca, che ha invece proposto uno sblocco parziale del porto di Odessa in cambio dell’alleggerimento delle sanzioni imposte dall’occidente negli ultimi mesi. Una proposta difficilmente accettabile per i paesi Nato.

 

silos di grano in ucraina 2

VANTAGGI TURCHI

A trarre ancora una volta dei vantaggi dalla guerra sarà certamente la Turchia. A giocare in favore di Ankara sono diversi fattori. Prima di tutto le buone relazioni che il governo turco ancora intrattiene con Mosca, contro cui non ha mai imposto alcuna sanzione dall’inizio del conflitto.

 

In secondo luogo, la Turchia gestisce gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, passaggio fondamentale da e per il mar Nero e da mesi interdetto alle navi militari.

 

silos di grano in ucraina 1

A fine febbraio, sulla base della Convenzione di Montreux, Ankara ha lasciato aperti gli stretti al solo traffico commerciale e civile, ma potrebbe riaprire la rotta anche alle marine di altri paesi.

 

In questo caso dovrebbe classificare la mancanza di grano come un “pericolo per la sicurezza nazionale”, facendo così leva su una clausola della Convenzione. La presenza di flotte straniere nel mar Nero, tuttavia, non è gradita alla Russia, che preferirebbe vedere la sola Turchia quale garante della sicurezza delle operazioni.

 

putin crisi del grano in ucraina 3

Decisivo a riguardo sarà l’incontro dell’8 giugno tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’omologo turco Mevlut Cavusoglu, durante il quale si dovrebbe stabilire in che modo procedere per esportare finalmente il grano fermo nei silos ucraini.

 

D’altronde la Turchia avrebbe tutto da guadagnare dalla buona riuscita della missione. Il paese anatolico dipende dall’export cerealicolo di Kiev, ma i vantaggi sarebbero anche politici.

 

Il presidente Erdogan rafforzerebbe il suo ruolo nella Nato, potendo così trattare da una posizione di forza tanto nel dossier relativo all’allargamento dell’Alleanza quanto in quello del nord est curdo della Siria, contro cui si appresta a lanciare una nuova missione militare.

profughi crisi del grano ucraina 2

 

LE MOSSE DELLA RUSSIA

In attesa della creazione di un corridoio umanitario, la Russia è stata abile nel giocare la carta del grano per creare una spaccatura tra l’occidente e il sud del mondo, delegittimando la risposta dell’Alleanza atlantica alla guerra.

 

Emblematiche a questo proposito sono state le parole pronunciate in sede Ue dal presidente dell’Unione africana, Macky Sall. Secondo il rappresentante dei paesi africani, la mancanza di cereali non è causata unicamente dal blocco imposto dalla Federazione ai porti ucraini, ma anche dalle sanzioni occidentali contro il sistema di pagamento Swift. A causa di queste ultime, i paesi africani non possono acquistare grano nemmeno dalla Russia, altro importante mercato di importazione di cereali.

 

silos di grano in ucraina 4

Intanto però sembra che la Russia abbia messo le mani su alcuni silos di grano ucraino. Ad allertare gli esperti sono stati i movimenti di alcune navi mercantili russe presso il porto di Sebastopoli, in Crimea, che hanno cercato di passare inosservate staccando i dispositivi di tracciamento.

 

Il sospetto è che Mosca stia esportando il grano ucraino fermo nei porti del mar d’Azov attraverso la penisola annessa nel 2014 per poi rivenderlo sul mercato internazionale.

 

Nonostante ciò, la Russia è la prima a cui conviene risolvere rapidamente la questione del grano. Negli ultimi giorni ha portato a segno una serie di vittorie militari che le permettono di trattare da una posizione di maggiore forza rispetto all’Ucraina, ma questa situazione non è destinata a durare.

 

putin crisi del grano in ucraina 2

Il vantaggio russo dipende anche dal fatto che i soldati di Kiev schierati al fronte non hanno ancora ricevuto gli ultimi armamenti inviati dall’occidente, ma considerando la qualità dei prossimi pacchetti di aiuti l’esercito russo potrebbe trovarsi nuovamente in difficoltà.

 

Inoltre, la Russia dovrà fare presto i conti con la mancanza di soldati, un problema a cui si è cercato di porre rimedio alzando i limiti d’età per il servizio militare, esteso fino ai 65 anni. Un palliativo, più che una vera soluzione.

 

3. NATO, GRANO, ARMI, CURDI... LA PARTITA A SCACCHI TRA USA E RUSSIA PASSA PER LA TURCHIA (E I PAESI SCANDINAVI)

Enrico Franceschini per larepubblica.it

 

putin crisi del grano in ucraina 1

Si intravede un "Grande Gioco" sull'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Protagonisti: Russia, Turchia e Stati Uniti. Non è detto che si concluderà positivamente ma potrebbe essere la chiave per disinnescare la tensione in Europa. E, forse, per contribuire a un futuro accordo per mettere fine anche alla guerra in Ucraina.

 

La prima mossa è della Turchia, che nei giorni scorsi ha annunciato operazioni militari per colpire le basi in Siria settentrionale di gruppi legati al Pkk, partito curdo considerato un'organizzazione terroristica da Ankara.

 

A questo sviluppo ha risposto ieri Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, affermando che l'iniziativa turca è fonte di "allarme" e rischia di destabilizzare la regione. Mosca sottolinea che sarebbe una violazione della sovranità della Siria, suo fido alleato, e avrebbe serie conseguenze.

 

Un terzo passo viene da Washington, dove secondo indiscrezioni starebbe per essere approvata la vendita di nuovi cacciabombardieri americani di ultima generazione alla Turchia, nonostante l'opera di lobbying per bloccare tale fornitura da parte della Grecia, anch'essa alleata degli Usa e, come la Turchia, membro dell'Alleanza Atlantica.

GRANO UCRAINA

 

A tenere insieme questo segnali c'è la mediazione turca per riaprire i porti ucraini assediati dalla Marina militare russa nel Mar Nero e permettere così di riprendere l'esportazione di grano, di cui Kiev è uno dei massimi produttori mondiali, senza del quale numerosi paesi emergenti rischiano la fame.

 

Il Grande Gioco, definizione di trattative, accordi e conflitti fra le grandi potenze del passato in Asia, consisterebbe in uno scambio: la Russia accetta l'espansione della Nato in Scandinavia, la Turchia rinuncia ad attaccare le basi dei curdi in Siria, l'America rifornisce il governo di Erdogan con nuovi, potenti armamenti. L'accordo sul grano, nel contempo, potrebbe incoraggiare la ripresa dei negoziati di pace fra Mosca e Kiev, a patto che Putin fermi l'offensiva dopo la battaglia che sembra vicino a vincere nel Donbass.

 

GRANO UCRAINA

A questo scenario darebbero una mano anche Stoccolma e Helsinki, con una linea più dura, o meno morbida, nella concessione di asilo politico a curdi ricercati per terrorismo in Turchia. Il messaggio più significativo che qualcosa potrebbe muoversi sono le parole di questa settimana della Casa Bianca: "Non vogliamo una guerra con la Russia, non vogliamo rovesciare Putin". Anche perché il capo del Cremlino, se le rivelazioni di Newsweek sono esatte, potrebbe essere debilitato autonomamente dalla grave malattia che lo avrebbe colpito.

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...