isis iraq

GIRA CHE TI RIGIRA, SI SCOPRE CHE L’ITALIA HA ADDESTRATO I JIHADISTI DELL’ISIS! - TRA GLI 86 DIRIGENTI DEI SERVIZI RIMOSSI CE N’ERANO DUE CHE HANNO ADDESTRATO SIRIANI E IRACHENI CHE POI SONO PASSATI TUTTI CON ISIS O AL NUSRA

Alberto ManentiAlberto Manenti

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

Fra gli 86 dirigenti, capi reparto e responsabili di zona dell'Aise rimossi e spostati ad altro incarico nel maxi-ribaltone firmato dal direttore del servizio segreto militare italiano, Alberto Manenti, ci sono anche due uomini chiave che gestivano uno la crisi siriana e l'altro quella libica. Il primo ha pagato, oltre alla gestione delle trattative per la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, anche il fallimento di una altra clamorosa operazione di intelligence, che era stata avviata addirittura alla fine del governo di Mario Monti.

 

Si tratta dell' addestramento di miliziani siriani in due campi uno al confine con la Giordania e l'altro al confine con la Turchia. Agenti segreti italiani hanno infatti dall'inizio del 2013 fornito informazioni militari, addestrato alla guerriglia e istruito sulle informazioni di intelligence in quel momento a disposizione decine di miliziani quasi tutti nativi siriani, e alcuni iracheni.

greta e vanessa atterrano a roma gentiloni le accoglie   5greta e vanessa atterrano a roma gentiloni le accoglie 5

 

I campi addestramento, che erano noti anche alle principali forze di intelligence internazionali (comprese ovviamente quelle turche e quelle giordane), vedevano alternarsi gruppi di sei istruttori per campo ogni tre mesi. Ma l'operazione è finita malissimo: praticamente tutti gli addestrati sono divenuti combattenti dell'Isis nei mesi successivi o sono stati arruolati da organizzazioni terroristiche locali, come la stessa Al Nusra che avrebbe poi gestito il rapimento di Greta e Vanessa.

 

italiani sequestrati in libia   cantieri bonattiitaliani sequestrati in libia cantieri bonatti

All' Isis e alle altre organizzazioni terroristiche fiancheggiatrici sono passate così anche importanti informazioni di intelligence detenute dalla coalizione internazionale dei volonterosi che li combatteva. L' incidente ha provocato non solo le immediate proteste delle altre intelligence, ma anche più di una segnalazione diplomatica che ha mandato su tutte le furie il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

 

Il caso libico alle spalle del clamoroso ribaltone avviato all' interno dell' Aise riguarda invece il rapimento dei quattro tecnici della Bonatti di Parma avvenuto in Libia il 19 luglio scorso: Gino Pollicardo, Filippo Calcagno, Salvatore Failla e Fausto Piano. Sui quattro gli agenti italiani avevano imboccato una pista che doveva portare alla liberazione prima di Natale, probabilmente anche in questo caso con il pagamento di un riscatto. Ma l'operazione è fallita, e probabilmente i servizi avevano a lungo trattato con personaggi che poco o nulla sapevano in realtà di quel rapimento che era avvenuto nei pressi del compound Eni di Mellitah.

 

LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA

Quel buco nell'acqua evidentemente ha preoccupato pure i rapitori, ritenuti militanti di Fajr Libya, un raggruppamento di milizie islamiste che aveva preso il potere a Tripoli. Così durante le ultime vacanze di Natale i carcerieri hanno concesso ai quattro tecnici italiani che evidentemente sono vivi di fare una telefonata alle proprie famiglie.

 

jihadisti isisjihadisti isis

Una scelta che serviva ad aprire vere trattative sul riscatto, in assenza di contatti attendibili, ma che allo stesso tempo avrebbe potuto essere molto rischiosa per i rapitori, che avrebbero potuto essere localizzati. Ma anche in questo caso l' intelligence italiana sembra non esserci riuscita. Ben diversamente da quello che è accaduto nello stesso identico periodo per due altri ostaggi, uno austriaco e uno serbo, che lavoravano nello stesso compound Eni dove si occupavano di vigilanza e sicurezza. Anche quei due erano in mano a Fajr Libia.

 

La loro liberazione è stata ottenuta dal tedesco Hermann Baumgertener, capo della Argus Security Projects da cui dipendevano il serbo e l' austriaco, in una trattativa lampo che ha visto nel ruolo decisivo di intermediario un altro tedesco, Bernd Schmidbauer, che all' epoca di Helmut Kohl coordinava i servizi segreti tedeschi. Un parallelo che ha evidenziato ancora di più le lacune dell' intelligence italiana che pure avrebbe dovuto avere relazioni migliori di quella tedesca in Libia (e purtroppo non è più così).

iraq   l'avanzata dei jihadisti 8iraq l'avanzata dei jihadisti 8

 

Anzi, sembra che il servizio segreto militare italiano sia stato più attivo perfino nella ricerca della liberazione di ostaggi di altre nazionalità, come ha dimostrato il caso dei cinque cechi rapiti nella Valle della Bekaa in Libano nel luglio scorso, per cui si è addirittura mosso il capo del servizio italiano, Manenti, che è volato a Beirut in accordo con il servizio ceco Uzsi il 2 settembre scorso per incontrare il generale Ibrahim Basbous e il colonnello Imad Osman, che guidano la sicurezza di quel paese.

 

Tornando al ribaltone interno, nella sede dell' Aise sono stati messi i sigilli- a dimostrare la gravità dell' indagine interna- all' ufficio di Giuseppe Bruni, l' uomo che Manenti aveva voluto con sé per vigilare sulla gestione delle operazioni estere che riportava a Nicola Boeri (ora spostato al settore analisi). Bruni è stato messo sorprendentemente fuori organico e pre-pensionato, ma quei sigilli dicono che l' oggetto della inchiesta interna è quanto mai delicato.

 

 

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)