silvia provvedi giorgio de stefano

LA GIUSTIZIA VEDE E PROVVEDI – GIORGETTO DE STEFANO, IL "MALEFIX" COMPAGNO DI SILVIA PROVVEDI, È FINITO IN MANETTE DURANTE UNA MAXI RETATA A REGGIO CALABRIA: IN CARCERE SONO FINITE 21 PERSONE TRA CUI ANCHE IL RAMPANTE IMPRENDITORE CHE HA APPENA AVUTO UN FIGLIO CON L’EX DI FABRIZIO CORONA – FIGLIO ILLEGITTIMO DEL BOSS DON PAOLINO, DA TEMPO ERA STATO SPEDITO A MILANO DOVE FACEVA LA BELLA VITA, FREQUENTAVA IL JET SET ED ERA TRA I PROPRIETARI DEL…

Alessia Candito per "www.repubblica.it"
 

GIORGIO DE STEFANO SILVIA PROVVEDI

Ventuno persone, tutte appartenenti all'élite dei clan di Reggio Calabria, le famiglie De Stefano-Tegano e Libri, più i quadri alti del clan Molinetti, sono finite in manette fra Reggio Calabria, Milano, Como, Napoli, Pesaro, Urbino e Roma. Fra loro non ci sono solo noti boss, ma anche chi ha - quanto meno formalmente - vestito i panni di un rampante imprenditore, pur continuando a comandare da giovane boss.
 

GIORGIO DE STEFANO SILVIA PROVVEDI 1

Si tratta di Giorgetto De Stefano, il "Malefix" compagno di Silvia Provvedi, del duo "Le Donatella", ex di Fabrizio Corona appena diventata mamma. Lui è figlio illegittimo del boss Don Paolino, riconosciuto come "di famiglia" dai fratellastri che in tarda età gli hanno anche consentito di prendere anche il cognome dello storico boss e un ruolo di peso negli affari criminali di famiglia. E nelle guerre.
 

GIORGIO DE STEFANO SILVIA PROVVEDI

Al centro dell'indagine della procura antimafia di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, gli assetti e gli affari dei clan nella città di Reggio Calabria, terremotati dai tentativi di scissione che hanno creato tensioni tali - hanno rivelato le indagini della Squadra Mobile e dello Sco - da far temere un nuovo conflitto, disinnescato forse solo dal lockdown imposto dalla pandemia di Covid 19. In manette o raggiunti da nuove accuse in carcere ci sono tre generazioni criminali, dai capi storici del clan De Stefano Tegano, i "signori" di Archi con un posto da sempre riservato nel direttorio strategico che governa tutta la 'ndrangheta in Calabria e non solo, ai giovani e rampanti boss.

SILVIA PROVVEDI INCINTA

 
Quelli come Mico Tegano (indagato e già in carcere perché protagonista di un'altra inchiesta antimafia), tenuti a casa a vigilare sulle strade ed esplorare le frontiere più avveniristiche del business criminale, come il mondo delle scommesse on line, e quelli come Giorgetto De Stefano, spediti al Nord Italia per far girare i soldi di famiglia e smettere di dare nell'occhio, ma pienamente integrati nelle dinamiche mafiose "di casa".
 

giulia silvia provvedi le donatella

Lontano da indagini e parenti, Giorgetto De Stefano da tempo era stato spedito a Milano. Sotto la Madonnina faceva la bella vita, frequentava il jet set, si presentava come giovane e rampante imprenditore, fra i proprietari del noto ristorante "Oro" frequentato da vip e calciatori. Negli ultimi tempi era diventato anche "l'ossessione" dei rotocalchi di cronaca rosa, tutti a caccia delle sue immagini mano nella mano con Silvia Provvedi, già concorrente del Grande fratello vip e componente di un duo musicale insieme alla gemella Giulia.
 

giulia silvia provvedi le donatella

I due hanno appena avuto una figlia, Nicole, di cui mamma e zia annunciano la nascita su Instagram. Li hanno beccati solo poche volte, l'ultima a Dubai, mentre la comprensibile riservatezza del suo lui, allergico a social e riflettori, ha impedito alla starlette il consueto book di foto su instagram e facebook. Per molto tempo anche il nome della nuova fiamma della Provvedi è rimasto un mistero, poi svelato dai giornali di gossip.
 

giulia silvia provvedi le donatella

Quando lei partecipava al noto programma televisivo lo chiamava "Malefix" e professava grande amore, mentre lui organizzava passaggi aerei sulla casa per manifestarle i suoi sentimenti. Di lui, Silvia Provvedi ha detto "è una persona molto speciale". Ma Giorgetto "speciale" lo era soprattutto per la famiglia. Quando il clan chiamava, tornava a vestire i panni del giovane boss, per conto dei De Stefano incaricato a sedare tensioni, imporre accordi, dettare regole. Poteva farlo grazie al peso del casato mafioso di cui è arrivato a portare il nome.
 

silvia provvedi 9

È stato lui, insieme al fratellastro Carmine De Stefano, a spegnere le velleità di emancipazione della famiglia Molinetti, storicamente braccio armato del clan, con ansie di nuovi spazi. Complici arresti e processi che hanno spedito, anche per lungo tempo, dietro le sbarre capi e quadri dello storico casato mafioso, i Molinetti avevano iniziato ad avanzare pretese, pretendere pezzi di territorio - come il periferico quartiere di Gallico, teatro di omicidi e frizioni negli ultimi anni - ruoli di vertice, quote di profitto. Nati come gruppo di fuoco dei clan di Archi durante la seconda guerra di 'ndrangheta, hanno iniziato a pretendere di più dalla casa madre.
 

silvia provvedi 6

Un problema che Giorgetto De Stefano ha risolto personalmente. Per qualche giorno ha abbandonato salotti e starlette per tornare a vestire ufficialmente i panni del figlio di don Paolino e incontrare da pari Alfonso Molinetti, fratello del capo storico Luigi, in soggiorno obbligato fuori dalla Calabria. Forte dell'investitura pubblica e ufficiale ricevuta come "erede" del potere dei fratellastri, con l'anziano boss ha fatto valere il peso del proprio casato.
 

silvia provvedi 4

Tutti passaggi documentati minuziosamente dagli investigatori della Squadra Mobile e dello Sco, che adesso raccontano una storia diversa del misterioso "imprenditore dagli occhi di ghiaccio" che ha fatto dannare i rotocalchi con la sua riservatezza. Adesso a parlare di lui è un'ordinanza di custodia cautelare, notificata nella notte a lui e ad altre 20 persone, tutte accusate a vario titolo di associazione mafiosa, diverse estorsioni in danno di imprenditori e commercianti, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo e dalla agevolazione mafiosa.
 

silvia provvedi 5

Pagine in cui non si contano le estorsioni, le violenze, le periodiche riunioni per definire modi e metodi del rastrellamento condiviso del pizzo a Reggio Calabria. Pagine di un romanzo criminale, che per Giorgetto De Stefano finisce dietro le sbarre di una cella.  

silvia provvedi 8silvia provvedi silvia provvedi scapezzolatafabrizio corona nudo a letto con silvia provvedigiulia silvia provvedi le donatellaSILVIA PROVVEDI NUDA SU INSTAGRAMsilvia provvedi 1silvia provvedi 2silvia provvedi 7silvia provvedi 3giulia silvia provvedi le donatella

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)