INVALSI PRIMA DEGLI ESAMI – FINALMENTE ENTRA IN VIGORE L’OBBLIGATORIETÀ DEL TEST INVALSI PER L’AMMISSIONE ALLA MATURITÀ, BLOCCATO DALLE PROTESTE DEGLI STUDENTI. MA TRANQUILLI, È UNA BARZELLETTA: IL RISULTATO NON CONTA - FIORAMONTI HA TOLTO LE BUSTE CHE CREANO “NERVOSISMO”. ALLORA PERCHÉ NON ABOLIAMO ANCHE I TEST, CHE PROVOCANO STRESS AI POVERI STUDENTI?

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Lorena Loiacono per “il Messaggero”

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Alla maturità si accede solo con il test Invalsi in tasca. Si tratta di un ritorno atteso: l'obbligatorietà del test Invalsi, da svolgere durante l'ultimo anno di scuola superiore, in realtà era già prevista dal decreto legislativo del 2017 sulla Buona Scuola. Ma quell'obbligatorietà è stata contestata come, da sempre, è stato contestato il test Invalsi: il test come requisito ha infatti destato non poche proteste tra studenti e docenti tanto che l'ex ministro Bussetti l'aveva fatto slittare di un anno.

test invalsi test invalsi

 

Ora con una circolare emanata ieri dal ministro all'istruzione Fioramonti sull'esame di Stato 2020, che comincerà il 17 giugno, ecco l'obbligo. Eppure il ministro non è del tutto d'accordo: «Ho aperto una riflessione critica sulle prove Invalsi - ha spiegato ieri - ma interpreto il ruolo di ministro con prudenza e responsabilità. Ci sono dei passaggi di legge da rispettare. Personalmente resto dell'opinione che queste prove vadano ripensate: possono essere utili per evidenziare le fragilità del nostro sistema di istruzione. Ad ogni modo i loro esiti non influiranno in alcun modo sull'ammissione alla Maturità».

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LORENZO FIORAMONTI IN CINA LORENZO FIORAMONTI IN CINA

PROCEDURE

Quindi il test va svolto nelle date previste, cioè dal 2 al 31 marzo prossimo in base all'organizzazione delle singole scuole superiori (fino al 23 maggio per i ragazzi di seconda superiore) ma il suo esito non andrà ad influire sull'ammissione né sul voto finale alla maturità.

 

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È semplicemente necessario per arrivare all'esame, così come lo sono gli altri requisiti: la frequenza scolastica, il profitto e lo svolgimento delle attività programmate nell'ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento, secondo il monte ore previsto dall'indirizzo di studi, vale a dire l'ex alternanza scuola-lavoro.

 

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Il test Invalsi è arrivato per la prima volta al quinto anno delle superiori nello scorso anno scolastico, il 2018-2019. L'obbligatorietà era stata introdotta per evitare le forme di protesta, messe in campo sia dai ragazzi sia dai docenti per boicottare la prova. Il test, secondo i sindacati primi fra tutti i Cobas, non rispecchiava infatti la giusta valutazione del sistema scolastico e per anni sono state organizzate giornate di sciopero proprio in concomitanza con le prove Invalsi.

fioramonti fioramonti

 

Ma in realtà nel 2018-2019, nonostante non ci fosse l'obbligo, l'adesione alle prove nell'ultimo anno delle superiori ha raggiunto il 96% dei ragazzi. Ieri quindi è arrivato l'ultimo tassello per mettere a fuoco la maturità che dovranno sostenere i circa 500mila ragazzi del quinto anno delle superiori.  Negli ultimi giorni il ministro aveva già annunciato il ritorno della traccia di ambito storico nello scritto di italiano e l'abolizione del sorteggio delle tre buste per avviare il colloquio.

 

UFFICIALIZZAZIONE

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Con la circolare è stato tutto ufficializzato. «Prendo atto con soddisfazione - ha commentato infatti Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi - della messa a regime degli esami di Stato  in attuazione della riforma prevista dal decreto legislativo 62/2017. È quindi richiesto il doppio requisito della partecipazione alle prove Invalsi e dello svolgimento delle attività di Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento.

 

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Positiva anche la reintroduzione della traccia di ambito storico, anche se ricordiamo che in passato questa traccia veniva svolta soltanto dall'1% dei candidati. Non ritengo invece condivisibile l'eliminazione dal colloquio del meccanismo delle buste, in quanto esse garantivano al massimo la parità di trattamento tra gli studenti. Concludendo, trovo positivo che non si sia proceduto a un ulteriore stravolgimento del format degli esami. Gli studenti possono stare tranquilli: naturalmente devono studiare ma, ricordo, le percentuali di superamento degli esami sfiorano il 100%».

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