statua madonna civitavecchia

“PRIMA PIANGEVA, ORA SUDA” – NEL 1995 LA MADONNINA SANGUINANTE NEL GIARDINO DELLA FAMIGLIA GREGORI A CIVITAVECCHIA FECE GRIDARE AL MIRACOLO – ORA È IN UNA TECA E NON LACRIMA PIÙ, IN COMPENSO QUELLA CHE L’HA SOSTITUITA TRASUDA E SI UNGE DI UN OLIO PROFUMATISSIMO – UN SABATO AL MESE ARRIVANO ANCORA VENTI AUTOBUS PER LA MESSA, MA È NIENTE RISPETTO ALLE FILE DALL’ALBA AL TRAMONTO PER FARSI CONFESSARE…

Claudia Arletti per “il Venerdì - la Repubblica

la madonnina piangente nel 1995

 

Tra il 2 e il 6 febbraio 1995, in località Pantano, frazione di Civitavecchia, una Madonna di gesso proveniente da Medjugorje e opportunamente sistemata nel giardino di una famigliola per tenere alla larga i Testimoni di Geova, lacrima sangue per tredici volte. Il 15 marzo succede di nuovo, però nelle mani del vescovo Girolamo Grillo, che fino a quel momento si era mostrato allarmato e assai scettico, e perciò quella sera quasi sviene nella poltrona e bisogna fare venire di corsa il cardiologo.

 

Così le cronache del tempo. La notizia che il divino si sia manifestato in queste campagne un tempo acquitrinose, sotto i tralicci torvi della centrale Enel, impiega un attimo a diffondersi; e la villetta della famiglia Gregori - lei casalinga, lui elettricista, due figli piccoli - è presto invasa da pellegrini che pregano sul prato gelato mentre sedicenti veggenti e suorine recitano canti e giaculatorie davanti ai giornalisti. Si contano un mattino ventimila persone assiepate lì fuori, come allo stadio, o all'inaugurazione di un centro commerciale. Resta poco di quelle incredibili giornate, trascorse velocissime fra denunce e sigilli, bambine che disegnano angioletti a tutto spiano, scienziati sospettosi, parroci stressati e venditori di salsicce. Resta poco, o forse tutto e anche di più.

 

souvenir per i pellegrini a civitavecchia

La statua originale infatti è ancora qui, in una teca nella chiesetta di Pantano, e non si sono registrati altri spargimenti di sangue; ma la copia che l'ha sostituita nel giardino dei Gregori non è da meno: comprata anche lei a Medjugorje, di tanto in tanto trasuda e si unge di un olio che dicono profumatissimo. Soprannominato con disinvoltura da tutti "l'essudazione", il fenomeno è ineluttabile e insieme poco prevedibile, non tiene conto per esempio delle feste comandate, come un temporale estivo che qualche volta arriva ma non sai mai quando (non quando nei paraggi c' eravamo noi).

Civitavecchia atto II, insomma.

 

pablo martin sanguiao parroco di pescia romana che nel 1994 acquisto' la statua

Perciò vale certo la pena di incontrare don Pablo Martín Sanguiao, che dopo avere cambiato aria per un po', via dal trambusto, ma via via, fino in America Latina, adesso amministra la minuscola parrocchia di Pescia Romana, distante da Pantano 45 minuti d'auto e mille anni. Fu lui a fare l'acquisto fatale, il 16 settembre 1994 a Medjugorje, per un regalo ai signori Gregori. Comprò anche un san Michele Arcangelo, ma a questa seconda statua non sono attribuiti prodigi. Entrando nella casetta di don Pablo, per prima cosa si sobbalza davanti a una stupefacente Madonna a grandezza naturale tutta nera, nero il velo e nero il manto di pizzo. «È una Maria Addolorata» sospira lui.

 

la madonna di lazise (verona) e quella di nocera inferiore (salerno)

«Quando arrivai a Pescia, era in chiesa. L' ho tolta subito e messa qui», e del resto che cosa poteva fare, gettarla alle ortiche? Del 2 febbraio 1995 ricorda ogni dettaglio - o sarà anche che il racconto è stato ripetuto tante volte, ogni piccolo avvenimento sminuzzato, ricostruito ed esaminato da ogni lato, per spiegare a tutti, fedeli e senzadio, come possa mai capitarti di nascere in Spagna e poi di ritrovarti preciso preciso a Pantano di Civitavecchia, all' ombra dei tralicci dell'Enel, nel momento in cui Dio, anzi la Madonna, si manifesta con lacrime e sangue e parla con i tuoi parrocchiani. «Ma proprio a me doveva capitare?».

 

Ricorda l'ora esatta in cui Fabio Gregori lo chiamò «turbato, anzi traumatizzato», per dirgli cosa stava capitando a casa sua. Le telefonate al vescovo Grillo, che gli intima seccato di disfarsi della statua, di buttarla via, «non possiamo dare retta a tutti i creduloni». La madonnina avvolta in un telo celeste e nascosta per giorni nel ripostiglio della casa di un fratello Gregori. Poi i sospetti. E i test. È sangue umano. È sangue maschile. No, femminile. No, maschile. E allora che maschile sia, così mezza Italia prega e l'altra ride a crepapelle. Finisce che il vescovo ci crede e in pompa magna accompagna la madonnina nella chiesetta di Pantano.

girolamo grillo, ex vescovo di civitavecchia

 

Ancora oggi il venerdì pomeriggio un gruppo di preghiera si raduna dai Gregori per il rosario. La figlia più grande, Jessica, che aveva sei anni quando diventò la prima testimone del sanguinamento («Piagneva dall'occhi»), da adolescente ha avuto un tumore e l'ha scampata bella; ora si è fatta tutta bionda e ha sposato un bravo ragazzo. Dice di avere sempre visioni e di ricevere messaggi soprannaturali, ma ancora non può, proprio non può parlarne. Fabio è invecchiato un poco, la moglie Anna Maria ha avuto una grave malattia. Continuano ad accogliere i pellegrini che si presentano al loro cancello ornato di due angeli in pietra per vedere la statua "essudante". «La mia famiglia ha ricevuto indegnamente una tale effusione di grazia...»: a chi glielo chiede Fabio Gregori mostra il punto in cui la Madonna numero 1 cadde dalle manine della figlia bambina, scheggiandosi la fronte ahilei.

 

fedeli in preghiera nella chiesa di pantano dove si trova oggi la statua che non piange piu'

All' inizio lo denunciarono. Abuso della credulità pubblica, truffa, cose così. La sua villetta, quella dei suoi fratelli, la casa della madre furono perquisite da cima a fondo. Si cercavano prove della manomissione, del trucco. Ne è uscito stravolto «ma pulito come un lenzuolo lavato a cento gradi» dice un parente. Da anni ha cambiato la parrocchia di riferimento, «per discrezione». Qualche volta va ancora a inginocchiarsi davanti alla "sua" Madonna, nella chiesetta che frequentava un tempo. Facile che passi inosservato. In certi giorni lì intorno si sente il canto degli uccellini e non si vede anima viva.

 

fabio gregori nel giardino di casa a pantano, intervistato nei giorni del 'miracolo'

Però un sabato al mese, venti o anche trenta autobus provenienti dal Viterbese prendono posto nel parcheggio e la messa si sposta sotto un grande tendone.

Con il suo furgone carico di immaginette adesive (50 centesimi l'una), libri religiosi e madonnine, anche Eleonora raggranella qualche soldo. Tanta gente, finalmente, ma niente a che vedere con le folle pazze dei primi tempi, quando i fedeli si mettevano in fila sotto gli alberi e ci voleva una squadra di sacerdoti in forma smagliante per confessarli tutti dall' alba al tramonto, senza perderne nessuno.

 

Il sindaco di allora, Pietro Tidei, non credente, vagheggiava la costruzione di un vero santuario. Come mai non se ne è fatto niente? «Il cardinal Ruini mi sconsigliò, "lasci perdere, la Chiesa sui miracoli è lenta", e mica potevo mettermi contro Ruini. Però il business eccome se c'era. Roma è a un passo, qui arriva l'autostrada, ci sono le terme È andata così, peccato». Peccato davvero questo deserto, no?

 

medjugorje

«Per niente» ti spiazza soavemente suor Claudia, un tipo energico al quale il vescovo ha affidato la patata bollente, ovvero: gestire "l'evento" nel tempo, tenere a bada i fanatici e soprattutto mai, mai sbilanciarsi. Condivide la missione low profile con don Giuseppe, il parroco che la Curia ha catapultato qui da Calcinate, provincia di Varese. Due religiosi giovani ma non troppo. Entusiasti ma senza eccessi. Un po' tour operator e un po' guardiani del tempio. A suor Claudia intanto riesce il prodigio di far fiorire in casa orchidee che neanche a pagarle. Ha sempre il timore che il culto degeneri nel miracolismo e si discosti dalla retta via: «Se una persona prega davanti alla statuina ma dimentica di salutare l' Altissimo, be', qualcosa non va». E don Giuseppe cosa pensa di questa storia? «Ho la mia opinione e me la tengo. Però le dico che se la madonnina ha pianto davvero, o se invece non lo ha fatto, niente cambia nella mia fede».

 

Dimenticati i sogni di grandezza, urgono comunque lavori di ristrutturazione. A maggio, giura il sindaco grillino Antonio Cozzolino, la delibera per sistemare il parcheggio e rinnovare il tendone sarà portata in consiglio comunale.

Meno male, perché il tendone in plastica d' inverno è un congelatore, dice suor Claudia, e con il primo sole diventa una serra senz' aria.

 

la madonna di medjugorje

Sugli avvenimenti del 1995 e sulle 90 e passa visioni dichiarate da Jessica, la Chiesa non si è mai pronunciata. La statua, alta 43 centimetri, con una base di 5, è stata più volte esaminata con la Tac. È a struttura piena, sembrerebbe impossibile da manomettere. E impossibile da sostituire proprio perché scheggiata. I Gregori non hanno mai voluto sottoporsi al test del Dna per la comparazione del sangue, sicché i miscredenti hanno trovato pace: visto che hanno qualcosa da nascondere?

 

Quando è ora di andarsene, la voce dei Gregori arriva fino all' auto: «Si ricordi di scrivere la ve-ri-tà!». Ma perché la Chiesa intanto non dice la sua, di ve-ri-tà?

«Il mondo è pieno di apparizioni, voci, lacrimazioni. In Italia ci saranno decine di Madonne piangenti» dice Alessandro Castegnaro, sociologo e presidente dell'Osservatorio socio-religioso Triveneto. Racconta che anche dalle sue parti, a Schio, c' era un veggente. Era un assessore della Dc e faceva il casellante. Mollò tutto per fondare il movimento Regina dell'Amore. «Se ogni volta la Chiesa dovesse fare accertamenti sarebbe un bell' impegno. E poi non avrebbe senso». Ah no?

 

«Lourdes e Fatima non sono verità di fede che la Chiesa ha riconosciuto. Significa che si può essere cristiani senza crederci».

E lei come la vede? «Da cristiano, un tempo ero più critico. Poi ho capito che alcune persone non chiedono alla religione un sistema di dogmi, bensì di vivere un'esperienza del sacro. Forme ingenue di devozione, le chiamerei così».

 

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")